Quello della pietra e della fionda ...
Inviato da Amelia Stancanelli il Ven, 25/02/2022 - 17:27quando il fratello disse all’altro fratello:
Sanremo s’è concluso tra mille applausi e ricchi premi e cotillons, dunque possiamo ritornare alle nostre incombenze più rilassati e tranquilli. Se non fosse per quei bimbi a piedi nudi nella neve, con quei pochi stracci fradici addosso, i capelli pieni di ghiaccio, gli occhi trafitti dalla sofferenza. Imperterriti corriamo avanti in una sorta di impalpabile tritatutto annichilente, che alimenta un effetto spostamento e soggioga incondizionatamente la coscienza. Tant’è che rammentiamo bene lo sfarzo sanremese e meno, assai meno, gli ultimi due bambini morti assiderati in uno dei tanti e troppi campi profughi sparsi per questa indecorosa Europa. >> leggi tutto
Sui quotidiani appaiono articoli e interviste più o meno strabordanti buone intenzioni da parte della politica, mentre gli operatori scrivono di concerto il copione delle disfunzioni che generano disumanità e intollerabilità nel carcere italiano.
Sfogliando le pagine dei giornali si nota un metodo artigianale poco propenso a educarci a conoscere il mondo penitenziario, riducendolo a qualcosa che appare lontano e sembra non dover preoccuparci, perché noi siamo sicuri che non ci finiremo mai lì dentro. Invece, la carta stampata non ce lo dice, ma in quel calderone di misfatti e illegalità ci continua a finire dal lattaio al meccanico, dal dottore al professore, dall’uomo di legge al malvivente meno incallito, nessuno escluso. >> leggi tutto
Anche Gesù Bambino si è vaccinato!
Sembrerebbe uno scherzo (forse un po' di cattivo gusto...) oppure un fotomontaggio. Niente di tutto questo. L'immagine che vediamo è datata 1932, ed è opera di Diego Rivera, il celebre autore messicano di dipinti e murales, noto anche per essere stato il marito di Frida Kahlo. >> leggi tutto
Da poco abbiamo festeggiato la giornata mondiale dei poveri, mentre nella grande sala della comunità le persone entravano e si sedevano compostamente per pranzare, tra me e me pensavo, ma che roba strana la festa dei poveri del mondo. Come se ci fosse qualcosa da celebrare, da esser felici per tanta disperata esistenza. Sotto gli occhi si presentava senza maschere, senza orpelli, senza parole superflue, peggio, compassioni ipocrite, la fotocopia di tante e troppe alzate di spalle, ciò che spesso l’indifferenza crea a dismisura. >> leggi tutto