Giovanni Trainito

La mia testimonianza su Anna Sgherri non può essere così ampia come quella dei colleghi che mi hanno preceduto per il semplice motivo che, diversamente da loro, ho avuto occasione di conoscere l’ispettrice soltanto negli ultimi anni della mia attività lavorativa, e precisamente nella seconda metà degli anni novanta del secolo passato. Un periodo breve ma intenso, caratterizzato dalle riforme sulla scuola avviate e realizzate dal Ministro Berlinguer.

Nell’aprile del 1996, dopo la nomina a direttore generale del Ministero della P.I., fui assegnato alla direzione generale dell’istruzione classica, scientifica e magistrale, resasi vacante per il collocamento a riposo del compianto Romano Cammarata. Dopo appena un mese il Ministro Berlinguer, insediatosi a viale Trastevere, mi incaricò di dirigere il suo Gabinetto congiuntamente alla direzione classica.

In questa duplice veste di direttore generale e di capo di gabinetto, ho seguito lo svolgersi del processo riformatore e così ho conosciuto e lavorato con tutte le persone che di volta in volta ne venivano interessate e coinvolte. Anna Sgherri è stata un’importante protagonista di quel processo per la parte riguardante la sua attività professionale di ispettore tecnico nel settore storico-sociale, e nell’attuazione delle iniziative relative all’autonomia scolastica, e spesso veniva chiamata a collaborare direttamente con il Ministro.

Ricorderete sicuramente che uno dei primi atti del processo di riforma ha riguardato proprio lo studio della storia, e precisamente la modifica della suddivisione annuale del programma di storia negli istituti di istruzione secondaria di primo e di secondo grado con la previsione dello studio del novecento nell’ultimo anno. Per la relativa attuazione, avviata in tempi brevi dopo appena pochi mesi dall’inizio del Ministero Berlinguer, furono adottati due atti contestuali, a dimostrazione che le riforme richiedono interventi di diversa natura. Un decreto ministeriale (D.M. 4 novembre 1996, n. 682) che formalizzava la suddetta suddivisione nelle scuole secondarie e una direttiva ( n. 681 del 4 novembre 1996) che impartiva istruzioni per lo svolgimento di attività di formazione in servizio finalizzate all’acquisizione da parte dei docenti di storia delle metodologie e degli ausili più idonei all’insegnamento della storia più recente.

Tutti ricordano i dibattiti, le preoccupazioni, le critiche a questa iniziativa, ma anche le ragioni che la giustificavano.

In proposito ritengo utile leggere alcuni brani della direttiva ministeriale sull’insegnamento di Educazione Civica che riguardano lo studio del Novecento: “La necessaria valorizzazione dell'insegnamento della storia, anche del suo periodo più recente, è finalizzata a permettere un'analisi serena degli eventi, perché i ragazzi possano coglierne il senso e la problematicità, e perché possano comprendere, con equanimità e con obiettività, i fattori, le vicende anche drammatiche, le intenzioni, le prospettive.

La storia recente non consente forse quel distacco che la storia passata sembra assicurare: tuttavia essa è altrettanto, e forse più, indispensabile per consentire ai giovani di farsi un'idea non faziosa e non distorta del presente e per indirizzare le loro energie verso un futuro che sia il più possibile scevro da equivoci e da perniciosa ignoranza.”

Non posso affermarlo con certezza anche perché la memoria non mi aiuta, ma ritengo che queste espressioni siano il frutto del pensiero di Anna, perché di solito i ministri si avvalevano del contributo degli ispettori, e il ministro Berlinguer era tra quelli che vi ricorrevano spesso.

D’altra parte, poiché la Direzione classica aveva il coordinamento delle Direzioni generali del ministero sull’insegnamento della storia,anch’io mi avvalevo della collaborazione dell’ispettrice Sgherri, cosa che mi ha consentito di apprezzarne l’intelligenza, la vasta cultura, l’operosità, il garbo e lo stile non comune.

Voglio ricordare, prima di terminare la mia breve testimonianza, un importante progetto che ha visto l’ispettrice Anna Sgherri protagonista principale, in campo nazionale ed internazionale. Si tratta del progetto “Il 900. I giovani e la memoria” voluto fortemente dal ministro Berlinguer e realizzato negli anni scolastici 1998/99 e 1999/2000, mediante l’assegnazione di specifici fondi della legge 440 del ‘97. Il coordinamento ministeriale del progetto fu affidato alla direzione classica che lo realizzò con il contributo scientifico di Anna Sgherri e la collaborazione amministrativa del dott. Luigi Catalano e della dott.ssa Anna rosa Cicala.

Il progetto, inizialmente riservato agli studenti delle classi terminali degli istituti di istruzione secondaria superiore, e successivamente esteso agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, intendeva sollecitare una riflessione sul contesto storico in cui le leggi razziali nacquero e sulle conseguenze a cui dettero origine gli eventi ad esse collegate e prevedeva, come conclusione dell’itinerario formativo, la visita ad uno dei campi di sterminio nazisti.

La circolare ministeriale n.411 del 9 ottobre 1998 invitava le scuole a partecipare all’iniziativa presentando uno specifico progetto contenente l’obiettivo educativo a cui era finalizzato e la sua capacità di produrre significative ricadute all’interno dell’intera comunità scolastica. I progetti delle scuole venivano sottoposti alla valutazione di una commissione provinciale che provvedeva ad inviarli, con un ordine di priorità, al Ministero presso l’ufficio del coordinamento che, cosa rara, veniva espressamente menzionato nelle suindicate persone che lo componevano.

Ho detto prima che è stata protagonista del progetto anche in campo internazionale perché ricordo che partecipò ad un incontro dei Paesi dell’unione Europea sul tema della memoria storica dei giovani e che in quell’incontro ebbe molto a discutere per affermarne la validità e l’opportunità di estenderlo negli altri paesi dell’Unione.

 

Non posso affermare di aver ricordato in maniera adeguata l’intesa attività svolta in quegli anni dall’ispettrice Sgherri. Vi sarebbe altro da dire anche perché ha fatto parte del gruppo degli ispettori impegnati nell’attuazione dell’autonomia scolastica, attività anch’essa affidata al coordinamento della direzione classica e magistralmente organizzata e diretta dal collega Cosentino.