L'intervento di Luciano Marabello

Luciano Marabello, architetto attivissimo in tutte le battaglie culturali e in prima linea per quelle che riguardano il patrimonio artistico e ambientale, è stato anche esperto del Comune di Messina nel Laboratorio dei Beni Comuni.  Protagonista indiscusso in tutti i progetti di SISUS e ITALIA NOSTRA, qui lo vediamo con una classe della primaria "Passamonte" e l'insegnante Lilli Jeni mentre si accingono a visitare il quartiere del Tirone.

Durante l'incontro è stato chiamato a dare la sua testimonianza, cosa che ha fatto molto di buon grado.

Eccone la sintesi a cura di Claudia Petrucci.

Lo diceva già il prof Todesco: se lo scopo è ricomporre la frattura tra noi e i nostri patrimoni, non basta averne una conoscenza "digitale", e non basta nemmeno fidarsi del potere della "meraviglia". Bisogna anche cimentarsi con percorsi sensoriali che ci permettano di renderci conto della materialità dei luoghi e collegare questi luoghi con i nostri punti di riferimento.

Il "corpo a corpo" con la città ci permette di inserire le "meraviglie" all'interno della nostra rete di riferimenti.

E' quello che abbiamo fatto con la Zona Falcata e le altre parti della città prese in considerazione dai progetti, con l'Ainis e le altre scuole, Non solo gli studenti , ma anche gli scolari più giovani e addirittura i bambini piccoli, imparavano a riconoscere le testimonianze della storia della città collegandole con i punti importanti del loro percorso casa-scuola (le botteghe, la farmacia, la fermata dell'autobus). Nella didattica vengono integrate finalmente anche le competenze che permettono di riconoscere i diversi strati di esperienza di cui è fatta una città.

La didattica della città è una didattica per layout, significa identificare i diversi strati sovrapposti e le combinazioni a cui hanno dato origine. Scoprire che cosa varrebbe la pena non solo di aggiungere, ma di togliere. Diventare capaci non solo di guardare dall'alto, o al contrario di isolare un bel dettaglio, ma di riconoscere un percorso e decidere dove fermarsi, a quale scala di tempo e spazio.

 

Qui l'esperienza didattica sul Tirone è stata illuminante.

Quando percorriamo il Tirone, sappiamo certo che secoli addietro era un luogo molto denso di edifici e attività, ma anche apprezziamo il fatto che adesso, per le vicissitudini della sua storia, crolli e abbandoni compresi, è diventato un luogo poco denso, e che questa caratteristica ha assunto un valore per noi.

Oggi il Tirone è anche una zona verde, e vale la pena di tenerne conto anche nel tipo di riqualificazione che vorremmo.

Nel loro lavoro i bambini erano diventati consapevoli delle diverse strade che le "ricostruzioni" o "riqualificazioni" , anche quelle proposte da loro, avrebbero potuto prendere, a seconda di "dove ci si ferma". E avevano scoperto anche chi è che si occupa di queste scelte, i soggetti economici e sociali coinvolti, i professionisti, i beni culturali, i soggetti della comunicazione locale, gli architetti, le autorità. Avevano scoperto con chi bisogna andare a confrontarsi, a discutere e a contrattare, e come si fa.

Acquisire queste competenze, che ci permettono di avere uno sguardo consapevole, da cittadini, su che cosa significano i progetti di riqualificazione, ha una ricaduta importantissima in termini di crescita e di capacità di orientamento personale, e anche professionale, dato che si viene a contatto con soggetti diversi, che fanno lavori diversi, e questo può dare anche qualche idea per il futuro.

Ma attraverso queste esperienze anche la consapevolezza degli adulti cambia.

Il lavoro nel grande quartiere Giostra (che non è solo l'antico SanLeone) ha fatto parlare insieme, per la prima volta, le scuole che si guardavano dalle sponde opposte del torrente coperto, e ci ha fatto capire problemi comuni spesso non vissuti come tali.

Le riprese del Giro d'Italia hanno probabilmente restituito ai Messinesi immagini di bellezza inconsuete, attraverso l'alternarsi di riprese dall'alto e particolari urbani.

La rappresentazione artistica ci dà le meravigliose lontananze dei panorami di Antonello.

Ma tra la vista dal cielo e il dettaglio passa la nostra vita. Quello che quasi sempre manca è la capacità di trovare la giusta distanza che, attraverso continui passaggi e salti di scala, ci faccia capire che cosa c'è da dipanare, che cosa c'è da conservare, quali conflitti vanno affrontati e quali vanno mantenuti aperti.

Non sono molte le occasioni di far balenare ai cittadini la consapevolezza di far parte di una città con una fisionomia propria da mantenere e da riprogettare. Per questo è così importante quando la scuola si muove.