Terza cultura: uno snodo cruciale (Paola Bruschi)

 

"Dov’è la conoscenza che perdiamo nell’informazione?
Dov’è la saggezza che perdiamo nella conoscenza?" (Eliot)

nodo

 

Viviamo in una realtà dove attingere le informazioni in modo immediato non è certo un problema, si sa, soprattutto per i “nativi digitali”, per i quali la multimedialità è divenuta una seconda pelle. 

Ma a questa espansione sull'asse dell'estemporaneità non corrisponde un'analoga spinta nel senso della stratificazione e della riflessione. In altri termini, ciò che rischia di assottigliarsi fino a scomparire è lo “spessore”. D'altro canto la scuola, perlomeno quella italiana, con la settorializzazione dei saperi, fino ad oggi non ci ha dato una mano. Anzi, ha confuso la “specializzazione” (si pensi alla moltiplicazione dei corsi di laurea) con l' “approfondimento”, creando l'illusione che la conoscenza della “parte” possa venir spesa meglio e più proficuamente che non la conoscenza dell' insieme. Strano, se è vero che la sfida più potente del nostro tempo, come ci ricorda E. Morin, è proprio quella della complessità. Come possiamo davvero credere che uno studente – dovrei dire una persona – riesca ad orientarsi nel mondo senza aver conquistato e fatto proprie quelle che oggi si definiscono le“life skills”, le competenze di vita e di cittadinanza? Competenze che, per loro natura, implicano la capacità di uscire da una logica lineare di pensiero e di procedere costruendo “reticolati” e mappe.

Come spesso i filosofi fin dall 'antichità ci hanno suggerito, non basta essere esperti di un settore per essere saggi o, meglio ancora, sapienti. La sapienza implica la disposizione a scendere sotto la superficie fino alle radici, ad allargare gli orizzonti cogliendo il legame tra la parte – le parti- e l'insieme.

Si tratta, insomma, di avere quella testa “ben fatta” di cui sempre Morin ci parla, caratterizzata non dall’accumulo del sapere quanto piuttosto da una attitudine generale a porre e a trattare i problemi e da principi organizzatori che permettano di collegare i saperi, dando loro senso.

Non credo si possa percorrere altra via, oggi, sul piano didattico, su quello educativo, su quello relazionale.

Se la realtà è complessa, l'uomo è la sintesi di dimensioni diverse, frutto delle sue molteplici intelligenze.

Una felice combinazione, dal mio punto di vista, della quale troppo spesso ci si dimentica.

Ecco, il Convegno Nazionale che la Rete “Passaggi” e Sisus hanno organizzato per la fine di marzo a Rovereto vuole proprio suggerirci che questa combinazione è o può essere felice.

La “terza cultura” offre una leva potente perché la testa non sia solo “piena”, ma “ben fatta”.

Credo risulti evidente che lo snodo in questione non è uno tra i tanti possibili, ma quello cruciale.

Sempre che si consideri ancora il pensiero fecondo e riflessivo una ricchezza.

Paola Bruschi
DS Istituto “Manzoni” di Suzzara (Mn)
Scuola capofila della Rete Passaggi