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NOTA: Le prove relative agli anni fino al 2001/02 riguardano il progetto Proteo che prefigurava il nuovo modello autonomia nato nel 1997/1998. Quindi la prima prova del nuovo indirizzo di scienze sociali è dell'anno scolastico 2002/03.

a.s. 2015/2016

 

M156 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
Indirizzo: L112, EA08 - SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE
PRIMA PARTE

Tema di: DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA

In questi giorni ricorre il settantesimo anniversario di inizio dei lavori dell'Assemblea Costituente, eletta il 2 giugno 1946 con il compito di preparare il testo costituzionale. La commissione incaricata di preparare il contenuto legislativo da sottoporre alla discussione d'aula era presieduta da Meuccio Ruini, un anziano liberale che era stato senatore negli anni precedenti il fascismo. Il passo che segue è tratto dalla relazione di Ruini all'Assemblea Costituente, relativamente alla funzione della scuola pubblica.

Il candidato legga con attenzione il brano e ne illustri i passi salienti.

Per la scuola, si è riconosciuto che spetta alla Repubblica dettare le norme generali sull'istruzione, organizzare la scuola e lo Stato in tutti i suoi gradi, assicurare ad enti e privali la facoltà di istituire altre scuole. Tutto ciò non costituisce un monopolio statale; ed è ammessa la libertà di insegnamento. Ma l'organizzazione della scuola pubblica è una delle precipue funzioni dello Stato: e quando le scuole non statali chiedono la parificazione, la legge ne definisce gli obblighi e la sorveglianza da parte dello Stato, e nel tempo stesso ne assicura la effettiva libertà garantendo parità di trattamento agli alunni, a parità di condizioni didattiche. La serietà degli studi e l'imparziale controllo su tutte le scuole statali e non statali sono garantiti con l'obbligo dell'esame di Stato, non solo allo sbocco finale ma anche in gradi intermedi. Uno dei punti al quale l'Italia deve tenere è che nella sua costituzione [...] sia accentuato l'impegno di aprire ai capaci e meritevoli, anche se poveri, i gradi più alti dell'istruzione. Alla realizzazione di questo impegno occorreranno grandi stanziamenti; ma non si deve esitare: si tratta di una delle forme più significative per riconoscere, anche qui, un diritto della persona, per utilizzare a vantaggio della società forze che resterebbero latenti e perdute, di attuare una vera ed integrale democrazia. (Relazione del Presidente della Commissione. Progetto di Costituzione della Repubblica Italiana, Roma. 6 febbraio 1947)1.

La nostra Costituzione sembra aver recepito in modo adeguato l'importanza della scuola e dell'istruzione in generale, facendone uno dei principi cardine de! suo disegno, in particolare, ma non
solo, negli artt. 33, 34 e 35.

Dopo averne esposto i contenuti il candidato risponda a due delle domande che seguono:

  1. A parere de! candidato il riferimento ai "capaci e meritevoli, anche se poveri" è stato attuato?
  2. Secondo il candidato, nel sistema di istruzione italiano la presenza, sia pure minoritaria, di scuole private accanto a quelle pubbliche rappresenta un valore aggiunto? Per quale ragione?
  3. Le necessità finanziarie del sistema di istruzione vengono coperte dalle entrate derivanti dalla fiscalità generale (imposte in particolare); questo dipende da una precisa scelta del legislatore che individua nell'istruzione un interesse di carattere generale. Quale?
  4. Quali sono i vantaggi individuali di tipo economico che derivano dal raggiungimento di un tìtolo di studio più alto?

 

  • Durata massima della prova: 6 ore.
  • È consentito l'uso del dizionario di italiano.
  • È consentito l'uso dei seguenti sussidi: Costituzione Italiana; Codice Civile e leggi complementari non commentati.
  • È consentito l'uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
  • Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

(1) La relazione integrale è scaricabile a partire dall'URL: http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/ddl/00Anc.pdf

 

a.s. 2014/2015

 

M592 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
Pag.  1/3 Sessione ordinaria 2015 -  Seconda prova scritta  
 
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Indirizzo: LI12, EA08 - SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE
Tema di: DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA

Mercato e welfare state (stato sociale) nell’epoca della globalizzazione

 

PRIMA PARTE

Con riferimento ai documenti allegati il candidato tratti il tema delle relazioni tra mercato e welfare state (stato sociale) nell’epoca della globalizzazione, con attenzione alle trasformazioni in corso; si soffermi in particolare anche sui motivi ispiratori del welfare state – in relazione ai principi costituzionali e dell’Unione Europea – e sulle modalità con cui potrebbe rispondere ai problemi del lavoro e delle disuguaglianze economiche.

 

DOCUMENTO 1

«Ma rimane il fatto che l’economia, le istituzioni dell’economia, non possono far nulla per rimediare allo squilibrio insito in una situazione di assoluto bisogno. E questo non ha niente a che spartire con il fatto che uno sia ricco o povero: se un miliardario è nel deserto e muore di sete, e incontra qualcuno con dell’acqua che gli fa pagare mille euro a bicchiere, la “ferita” all’economia rimane, anche se il miliardario può permettersi di pagare. Il sistema economico non ha fatto nulla per impedire uno strappo, un malessere, un’ingiustizia. E ancora peggio sarebbe se la situazione di assoluto bisogno si verificasse perché uno è irrimediabilmente povero e non ha soldi per pagare.

Anche in questo caso, il mercato fallisce; o, per meglio dire, il mercato non può far niente per assicurare che lo scambio abbia luogo, con reciproca soddisfazione. Lo scambio non avrà luogo perché mancano le condizioni di base, perché uno dei contraenti non ha nulla da dare in cambio.
In economia si ragiona spesso al margine; cioè, non si guarda a tutto quello che viene prima (è come se l’economista dicesse: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto …) e ci si chiede solo: se faccio un altro passo, qual è il vantaggio e qual è lo svantaggio? Se lavoro un’altra ora, qual è il mio sacrificio e qual è il mio beneficio? E si prendono le decisioni di conseguenza, soppesando i costi e
i ricavi “al margine”.

Ma è giusto ignorare tutto quello che viene prima del “margine”? Ho voluto dire tutto questo perché, quando si magnifica il mercato e la concorrenza, molti dicono: ah, e come la mettiamo con i poveri? Questa è un’obiezione seria. Ma ricordate che il mercato e la concorrenza non sono la bacchetta magica. Possono fare alcune cose e non possono farne altre. La questione delle “condizioni di partenza”, delle “condizioni di base”, possono essere affrontate dall’economia ma con istituzioni e con idee che vanno al di là del buon funzionamento del mercato. Quest’ultimo è indispensabile: un mercato libero è condizione necessaria, ma non è condizione sufficiente per lo sviluppo dell’economia […].

Insomma il mercato non riesce a risolvere il problema dei beni indivisibili (detti anche “beni pubblici”). Non si può contrattare su quei beni lì, ci vuole… un governo. Storicamente, gli Stati, i governi, la “cosa pubblica” sono nati proprio per fornire i beni indivisibili, prima di tutto la difesa […]. E i beni indivisibili sono anche altri, e le cose si complicano ancora quando questi beni indivisibili appartengono al mondo, piuttosto che a un villaggio o a una nazione. 

Per esempio, l’aria non conosce frontiere; se gli scarichi delle auto o altri brutti gas vanno a finire nell’alta atmosfera e “bucano” lo strato di ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti, con chi ce la prendiamo? Ci vuole non solo un governo, ma un accordo fra governi per gestire una situazione in cui deve essere protetto quel bene indivisibile che è lo strato di ozono.

Un altro caso di fallimento del mercato si ritrova nella “sanità pubblica internazionale”: prendiamo il caso della malaria, sradicata nei paesi ricchi ma una delle maggiori cause di morte in quelli poveri, specie africani. Non esiste un vaccino, ma non esiste anche perché le case farmaceutiche non hanno dedicato molte risorse e ricerche alle medicine anti-malaria, preferendo concentrarsi sulle malattie dei paesi ricchi, dove la gente, o i sistemi sanitari pubblici, hanno i soldi per pagare medicine costose. Il mercato non riesce a creare gli incentivi giusti. Ci vuole un intervento dei governi o di organismi internazionali che paghino la ricerca necessaria a produrre quelle medicine».

F. GALIMBERTI, L’economia spiegata a un figlio, Laterza, Bari 2013, pp. 66-69

 

DOCUMENTO 2

«Che il welfare italiano abbia un urgente bisogno di essere riformato è indubbio, stante che si tratta di uno dei sistemi più frammentati, più pieni di buchi, più esposti a manipolazioni e imbrogli tra quelli europei […]. Ad esempio, non sono mai state sviluppate politiche universali di sostegno al costo dei figli, a prescindere dalla posizione dei genitori nel mercato del lavoro; e non è mai stata introdotta una misura di garanzia di reddito per chi si trova in povertà e spesso non è mai riuscito neppure a entrare nel mercato del lavoro, almeno in quello formale […].

Che cosa c’è di più efficace del lavoro (remunerato) per far uscire dalla povertà? Eppure le cose non sono così semplici. In primo luogo, occorre pensare anche a chi non trova lavoro – e per questo non matura il diritto alla indennità di disoccupazione – perché la domanda è scarsa, perché non ha le qualifiche adeguate, perché ha un carico di lavoro famigliare pesante. È certo opportuno incentivare le persone ad attivarsi, a effettuare la formazione necessaria per collocarsi nel mercato del lavoro, posto che vi sia domanda. Ma, mentre cercano e si danno da fare e aspettano che la domanda di lavoro aumenti, bisognerà o no pensare a come aiutare loro e le loro famiglie a sopravvivere, specie se chi è senza lavoro è anche chi, in famiglia, sarebbe teoricamente responsabile del mantenimento? In secondo luogo, avere un lavoro non sempre è sufficiente a tenersi fuori dalla
povertà. Come ha documentato anche l’ultimo rapporto della Commissione europea su sviluppo e occupazione in Europa, l’Italia è tra i paesi dove più sono aumentati i lavoratori poveri, coloro cioè che sono poveri nonostante lavorino. Ciò non è dovuto solo ai bassi salari o al part time involontario. È dovuto soprattutto alla combinazione tra bassa intensità di lavoro entro la famiglia, ovvero alla forte incidenza di famiglie monoreddito, specie nei ceti economicamente più modesti e nelle famiglie più numerose, e frammentarietà e inadeguatezza dei trasferimenti sociali rivolti a chi è in età da lavoro (indennità di disoccupazione, assegni per i figli, detrazioni fiscali che non tengono conto dell’incapienza).

Questa combinazione conferma che le politiche del lavoro e degli ammortizzatori sociali destinati a chi perde il lavoro sono essenziali; ma indica che devono tener conto anche del fatto che le opportunità lavorative, per altro scarse, non si distribuiscono omogeneamente nella popolazione e tra territori. Lo ha documentato anche un recente volume comparativo sugli anni pre-crisi, quando in Europa è aumentato il tasso di occupazione ma non è diminuito quello di povertà, in primis perché non è diminuita la quota di famiglie a bassa intensità lavorativa. Per aumentare l’intensità di lavoro remunerato delle famiglie occorrono sia politiche di investimento sociale dirette ai più svantaggiati, giovani e meno giovani, sia politiche di conciliazione famiglia-lavoro: proprio quelle oggetto di drammatici tagli in periodi di austerity. Ma aumentare il numero di lavoratori per famiglia, posto che ci si riesca in un contesto di domanda debole, non basta. Occorrono anche trasferimenti, in primo luogo diretti a sostenere il costo dei figli minorenni».

C. SARACENO, Da dove partire per la riforma del welfare, in lavoce.info del 3 ottobre 2014,
http://www.lavoce.info/archives/30291/dove-partire-per-riforma-welfare/

 

SECONDA PARTE

Il candidato sviluppi due tra i seguenti quesiti:

  1. Quali sono i diversi sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria?
  2. Quali conseguenze sul welfare state (stato sociale) ha avuto, a partire dagli anni ’70, il rallentamento dei tassi di crescita del prodotto interno lordo?
  3. Qual è il rapporto tra Pubblica Amministrazione e organizzazioni private nel Welfare mix?
  4. I processi di globalizzazione hanno portato ad una riduzione della disuguaglianza a livello globale, ma anche ad importanti aumenti della disuguaglianza tra paesi e all'interno di ciascuno di essi. Quali sono i principali meccanismi che possono spiegare queste dinamiche.

 


  • Durata massima della prova: 6 ore.
  • È consentito l’uso del dizionario di italiano.
  • È consentito l’uso dei seguenti sussidi: Costituzione Italiana; Codice Civile e leggi complementari non commentati.
  • È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
  • Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.
     

 

a.s. 2013/2014

 

Esami di Stato a.s. 2013/2014:

Tracce della seconda prova per il Liceo delle Scienze Sociali 

CORSI SPERIMENTALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI

Svolgi, a scelta, due dei seguenti temi proposti:

 

I

«Le società sono caratterizzate dalla natura delle loro élites e soprattutto dalle loro élites di governo.
Infatti, tutte le società hanno una caratteristica, che il moralista può giudicare riprovevole, ma che il sociologo è obbligato a costatare: i beni di questo mondo sono distribuiti in modo molto disuguale e ancor più lo sono il prestigio, la potenza o gli onori connessi alla competizione politica. Questa disuguaglianza nella distribuzione dei beni materia li e morali è resa possibile dal fatto che, in definitiva, i meno governano i più, ricorrendo a me zzi di due tipi: la forza e l’astuzia.»

Raymond ARON, Le tappe del pensiero sociologico , A. Mondadori, Milano 1972 [Parte seconda. Vilfredo Pareto]
Nel commentare il passo sopra riportato, discuti de l rapporto tra morale e politica, dei mezzi di governo adoperati dalla politica, del rapporto tra governanti e governati.
 
 

II

«Non sono soltanto le grandi aziende a investire va lore nei prodotti attraverso il proprio marchio, o a sottrarre valore ai prodotti ritirando il proprio logo. I marchi più forti sono forse gli eventi, quando vengono lanciati e promossi adeguatamente: eventi-celebrità che richiamano un’affluenza massiccia, noti per la propria notorietà [...] e in g
rado di far vendere un sacco di biglietti perché si vendono bene. [...] Il successo spettacolare (sia in senso letterale che metaforico) degli eventi a data stabilita, divenuti la forma più efficace e più ampiamente utilizzata di branding, è in linea con la tendenza universale del contesto liquido-moderno. In quest’ultimo ogni prodotto culturale - che si tratti di un oggetto inanimato o di un essere umano colto - tende a essere arruolato al servizio di ‘progetti’, qualificati come iniziative una tantum e a breve termine. E, come ha riscontrato un team di ricerca citato da Naomi Klein, «si può apporre il marchio non solo alla sabbia, ma anche alla farina, alla carne di manzo, ai mattoni, ai metalli, al cemento, ai prodotti chimici, alle granaglie e a un’infinita varietà di prodotti solitamente considerati non interessanti per questo processo» e considerati finora (a torto, evidentemente) in grado di fare affidamento sui propri intrinseci pregi e di dimostrare il proprio valore semplicemente dispiegando ed esprimendo la propria eccellenza.»

Zygmunt BAUMAN, Vita liquida, Laterza, Roma-Bari 2008

Esponi le tue riflessioni sul testo sopra riportato e focalizza l’attenzione sui seguenti argomenti:

  • il ruolo della pubblicità nella nostra vita quotidiana;
  • la costruzione dell’evento come veicolo di promozione pubblicitaria: l’effimero come strumento di incentivo al consumo;
  • la costruzione di eventi culturali e le visite a mostre e musei;
  • la cultura, nelle sue diverse accezioni, come prodotto di consumo: proponi un’esemplificazione.
 
 

III

«Nel dibattito pubblico attuale c’è una parola che ricorre in modo sistematico: visibilità. Non c’è riunione di azienda, pubblica o privata, non c’è riunione al l’università o negli organismi sociali in cui non ci si preoccupi di rendere visibile l’azione esercitata o che non ci si dimostri consapevoli della necessità di rendersi visibili per attirare l’attenzione. Non c’è partito politico o dirigente che non se ne prenda cura con puntiglio e continuità. L’insieme delle pratiche sociali si confronta attualmente con le regole, o piuttosto, con le esigenze, spesso paradossali, della mediatizzazione permanente. Nelle società occidentali del XIX secolo l’intimo doveva essere taciuto. In queste stesse società, un rovesciamento dei valori induce oggi ad abbandonarsi a un’esibizione dell’intimo per poter esistere. Nella nostra società l’invisibile vuole dire insignificante e oltre l’inesistente. [...] Il visibile e l’immagine fanno indietreggiare l’invisibile, che da quel momento è screditato, ritenuto inutile.»

Nicole AUBERT, e Claudine HAROCHE, Essere visibili per esistere: l’ingiunzione alla visibilità, in N. AUBERT e Cl. HAROCHE (a cura di), FARSI VEDERE. La tirannia della visibilità nella società di oggi, Giunti Editore, Firenze-Milano 2013

Esponi le tue riflessioni sul testo sopra riportato e rispondi alle seguenti domande:

  • come e perché l’esigenza di visibilità ha assunto nella nostra società un’importanza fondamentale?
  • si può parlare di una domanda di legittimità e/o di riconoscimento?
  • è solo negativa l’esigenza di visibilità?
  • al cartesiano “Penso, dunque sono” si è sostituito un “Mi vedono, dunque sono”?

 

IV

«La giovinezza non è più una condizione anagrafica, è una categoria dello spirito: i figli diminuiscono, ma i vecchietti che vogliono mantenersi giovani crescono. Essere giovani è costoso (fin da bambini ormai): però mantenersi giovani lo è ancora di più. È scoccata l’ora della desublimazione: l’ultima frontiera del freudismo alla rovescia. Essere giovani significa poter godere sessualmente, in qualsiasi forma: senza cura per la generazione e senza fatica dell’uso di parole. Essere se stessi, come si dice,
senza orpelli ideologici. Un piccolo passo per un adolescente, ma, come si dice, un grande balzo per l’umanità. Sulla soglia di questa regressione, per «rimanere giovani» a loro volta, si affollano pateticamente gli adulti (anche quelli apparentemente più pensosi). L’ultimo atto (prima dell’abbandono dell’uomo senza età al mito dell’orda primitiva) è l’incorporazione del concepimento fra le variabili del desiderio di godimento (a certe condizioni «si rimane giovani» e ci si sente «adolescenti onnipotenti», anche «facendo» un figlio; e persino facendoselo fare). Quando si dice non farsi mancare niente, pur di realizzarsi pienamente. L’estrapolazione della giovinezza dalla
transitorietà della sequenza della storia individua le si è saldata con la sua sovrapposizione all’idealità dell’umano emancipato, liberato, felice e signore di sé. [...] Nell’adolescenza prolungata, la deriva verso il narcisismo sistemico si cronicizza socialmente.»

Pierangelo SEQUERI, Contro gli idoli del postmoderno, Lindau, Torino 2011

 
Nell’intento di denunciare il degrado antropologico indotto dai modelli culturali della società dei consumi e dello spettacolo, l’Autore ne identifica un aspetto saliente nel mito del puer aeternus (l’eterno bambino).
Analizza attentamente il testo, evidenziandone i concetti fondamentali; alla luce anche degli autori studiati, soffermati in particolare su narcisismo e d adolescenza prolungata; procedi quindi alla discussione personale e critica delle valutazioni dell’Autore.
 
 

Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario di italiano.
È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema

 

a.s. 2012/2013

 

Esami di Stato a.s. 2012/2013:

Tracce della seconda prova per il Liceo delle Scienze Sociali 

CORSI SPERIMENTALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI
 
Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:
 

 
«Ci troviamo nel bel mezzo di una crisi di proporzioni inedite e di portata globale. Non mi riferisco 
alla crisi economica mondiale che è iniziata nel 2008. In quel caso, almeno, tutti si sono resi conto della crisi in atto e molti governanti nel mondo si sono dati freneticamente da fare per cercare delle soluzioni: non trovarne avrebbe comportato gravi conseguenze per i governi, come in certi casi è avvenuto. Mi riferisco invece a una crisi che passa inosservata, che lavora in silenzio, come un cancro, una crisi destinata ad essere, in prospettiva, ben più dannosa per il futuro della democrazia:
la crisi mondiale dell’istruzione. Sono in corso radicali cambiamenti riguardo a ciò che le società 
democratiche insegnano ai loro giovani, e su tali cambiamenti non si riflette abbastanza. Le nazioni sono sempre più attratte dall’idea del profitto; esse e i loro sistemi scolastici stanno accantonando, in maniera del tutto scriteriata, quei saperi che sono indispensabili a mantenere viva la democrazia. 
Se questa tendenza si protrarrà, i paesi di tutto il mondo ben presto produrranno generazioni di 
docili macchine anziché cittadini a pieno titolo, in grado di pensare da sé, criticare la tradizione e
comprendere il significato delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone.» 

Martha C. NUSSBAUM, Non per profitto, il Mulino, Bologna 2011 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sui seguenti punti: 
  • la nozione di “globalizzazione”; 
  • l’idea del profitto nelle odierne società democratiche; 
  • istruzione e sistema politico; 
  • il ruolo sociale dell’educazione. 
 

II 

«Abito in un monolocale di 40 metri quadrati. Dormo in un letto a ribalta. Ho sei camicie. Ho 10 
ciotole che uso per tutte le portate. Quando c’è gente a cena apro il mio tavolo allungabile. Non ho un solo cd o dvd e ho il 10 per cento dei libri che avevo una volta. È un bel salto rispetto alla vita che facevo alla fine degli anni 90, quando, pieno di soldi per la vendita di una start up su Internet, avevo una gigantesca casa piena zeppa di sciocchezze – aggeggi elettronici, elettrodomestici, gadget e automobili. In qualche modo tutta quella roba ha finito con l’essere padrona della mia vita; le cose che consumavo sono arrivate a consumarmi. Il mio caso è insolito (non tutti si ritrovano ricchi grazie a Internet prima dei trent’anni) ma il mio rapporto con le cose materiali non lo è. Viviamo in un mondo di oggetti in eccesso, di scatoloni di cartone dove stiparle e di occasioni di shopping online 24 ore su 24. A ogni livello sociale le persone possono sommergersi di prodotti e lo fanno. 
Non c’è un solo segnale che qualcuna di queste cose abbia reso chicchessia in qualche misura più 
felice; in realtà sembrerebbe vero proprio il contrario.» 

Graham HILL, Vivo al minimo, “la Repubblica” del 13 marzo 2013

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sulle seguenti questioni: 

  • quali sono i pregi e i limiti di una società fondata sulla “crescita economica” e sul consumo? 
  • quali sono i comportamenti giovanili di fronte ai modelli di consumo? 
  • quale nesso intercorre fra vita, consumo e felicità?

 

III 

«Con l’avvento della rivoluzione industriale, fra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX, il
contrasto fra la posizione economica, sociale e politica di coloro che possedevano il capitale e 
organizzavano la produzione e quella dei lavoratori fece emergere, nell’ambito della struttura della 
società, due classi di maggiore importanza: la classe padronale e la classe lavoratrice. […] 
Dall’analisi di questa situazione scaturì la dottrina marxista, che la interpretò sulla base di 
considerazioni esprimenti la concezione materialistica della storia. […] Dalla fine del sec. XIX ai 
nostri giorni il processo di evoluzione del capitalismo ha portato al superamento del paradigma 
dualistico e alla formazione di una struttura sociale articolata e complessa, entro la quale si possono individuare vari strati sociali in rapporto alla professione, alla cultura, al reddito, al patrimonio. Le singole posizioni sono sempre meno correlate al rapporto in cui ciascuno si trova rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione, e tendono ad accompagnarsi sempre più alle capacità personali, naturali o acquisite, di ciascun individuo. La distanza fra i massimi e i minimi di tali posizioni ha la tendenza a ridursi gradualmente e, in corrispondenza, la mobilità sociale tende ad accrescersi. A ridurre le sperequazioni sociali, oltre all’evoluzione spontanea del capitalismo, legata al progresso tecnico e agli spostamenti delle occupazioni in conseguenza dell’aumento dei redditi, hanno contribuito altri fattori, quali la contrattazione collettiva, la legislazione sociale, le assicurazioni obbligatorie, la politica fiscale, la diffusione dell’istruzione, ecc.» 

Giuseppe DE RITA, Art. CLASSE, in Enciclopedia Filosofica Bompiani, III, RCS Quotidiani, 
Milano 2010 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sui seguenti punti: 

  • struttura sociale e classi; 
  • evoluzione del capitalismo e modificazioni della struttura sociale; 
  • classi e strati sociali; 
  • principali dottrine sociali. Pag. 3/3 Sessione ordinaria 2013

 

IV 

«Nel mondo contemporaneo c’è una forte richiesta di multiculturalismo. È un concetto 
abbondantemente citato in sede di elaborazione delle politiche sociali, culturali e politiche, 
specialmente in Europa occidentale e in America. Non è sorprendente, considerando che l’incremento dei contatti e delle interazioni globali, e in particolare dei movimenti migratori di massa, ha portato pratiche diverse di differenti culture a vivere una accanto all’altra. L’esortazione ad “amare il prossimo” è accettata in modo generalizzato quando il prossimo conduce, in linea di massima, il tuo stesso genere di vita […], ma per amare il prossimo tuo ora bisogna interessarsi ai diversissimi stili praticati da chi ci vive accanto.» 

Amartya K. SEN, Identità e violenza, Laterza, Roma-Bari 2008 [ed. originale 2006] 

Il candidato discuta il tema del multiculturalismo proposto nel passo citato, facendo riferimento ai 
movimenti migratori di massa, alle politiche di accoglienza dei vari stati ed all’azione della scuola 
italiana per affrontare le problematiche della diversità. 

 

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Durata massima della prova: 6 ore. 
È consentito l’uso del dizionario di italiano. 
È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana. 
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema. 

 

 

 

a.s. 2011/2012

Esami di Stato a.s. 2011/2012:

Tracce della seconda prova per il Liceo delle Scienze Sociali 

CORSI SPERIMENTALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI
 
Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:
 

I

«Per quanto possa essere traumatico l'esercizio della scelta, si tratta di una capacità umana essenziale. Il fatto di essere capaci di compiere scelte apre la possibilità del cambiamento. Il problema è che oggi vediamo la scelta in sé come una questione interamente razionale, e perciò l' immagine che ne abbiamo tende a conformarsi a quella delle teorie economiche e delle abitudini consumistiche. Ci lasciamo governare da queste teorie. In realtà, abbiamo bisogno di una visione psicologica molto più ampia della scelta»
Renata SALECL, La tirannia della scelta, Laterza, Roma 2011
 
Il candidato esponga le sue riflessioni sull'argomento del testo sopra riportato esprimendo le sue ragioni di consenso o di dissenso. Focalizzi, inoltre, la sua attenzione sui seguenti quesiti:
  • quali sono i condizionamenti dominanti nella società odierna? 
  • l'abbondanza delle scelte rappresenta un vantaggio o una limitazione nell'esercizio della scelta? 
  • quale nesso intercorre fra vita, libertà e felicità?

 

II

"Potere, disuguaglianza e conflitto, insieme alle disuguaglianze di ricchezza e di reddito e alle loro conseguenze sulle opportunità di vita, sono spesso (ma non sempre) aspetti legati all'economia e al potere economico, e influiscono su altre sfere della società come quella culturale e politica. Il conflitto nasce spesso da interessi economici, dalla ricerca di risorse e profitto. La disuguaglianza globale rientra tra i principali interessi di ambito sociologico. [...) Esistono diversi tipi di disuguaglianza. la disuguaglianza economica è una di questi, e segue la linea del reddito e della ricchezza. Altri generi di disuguaglianza sono per esempio le disuguaglianze di istruzione e di salute, che sono legate in genere alla situazione economica, perché un Paese povero o una persona povera godranno, con ogni probabilità, di un livello inferiore di istruzione e di salute e di istituzioni e servizi più scadenti in questi settori [... l. In tema di disuguaglianza sono però importanti anche fattori culturali e politici quali per esempio il valore culturale che un paese attribuisce all'istruzione. Le pari opportunità in questo campo e il tipo di investimento del governo nel settore culturale. Esistono inoltre disuguaglianze di tipo culturale come per esempio nelle comunicazioni di massa.»

Luke MARTELL, Sociologia della globalizzazione, Einaudi, Torino 2011

Il candidato esponga le sue riflessioni sull'argomento del testo sopra riportato e si soffermi, In particolare, sui seguenti argomenti:

  • il conflitto sociale: esemplificazioni; 
  • tipi di disuguaglianza: esemplificazioni; 
  • disuguaglianze connesse con le tecnologie dell'informazione.

 

III

«Su alcuni giornali, duecento morti o dispersi in mare come quelli dell'altro ieri, in una fuga della disperazione, non finiscono neppure più in prima pagina, scivolano in quelle seguenti fra le notizie certo rilevanti ma non eclatanti. [...] Le tragedie odierne dei profughi in cerca di salvezza o di una sopravvivenza meno miserabile che periscono, spesso anonimi e ignori, in mare non sono meno dolorose, ma non sono più un'eccezione sia pur frequente, bensì una regola. Diventano quindi una cronaca consueta, cui si è fatto il callo, che quasi ci si attende già prima di aprire il giornale e che dunque non scandalizza e non turba più, non desta più emozioni collettive. Questa assuefazione che conduce all'indifferenza è certo inquietante e accresce l'incolmabile distanza tra chi soffre o muore, in quell'attimo sempre solo, come quei fuggiaschi inghiottiti dal gorghi, e gli altri, tutti o quasi tutti gli altri, che per continuare a vivere non possono essere troppo assorbiti da quei gorghi che trascinano a fondo.»

Claudio MAGRlS, Assuefazione alla tragedia, "Corriere della Sera" – 4 giugno 2011

Il candidato esprima le sue ragioni di consenso o di dissenso sui temi sopra accennati e si soffermi sulle seguenti questioni: 

  • assuefazione e indifferenza: quali sono le cause, le differenze e gli effetti? 
  • quali sono i modelli e gli stili di vita che portano ad una società assuefatta? 
  • attraverso quali strumenti la scuola può colmare la distanza tra chi soffre e muore e gli altri, alla quale fa riferimento il testo sopra riportato?

 

IV

«Ma uno dei cambiamenti più importanti nella condizione delle donne e uno dei fattori più decisivi della trasformazione di questa condizione è senz'altro l'accesso delle bambine all'Insegnamento secondario e superiore che, in rapporto con le trasformazioni delle strutture produttive (penso allo sviluppo delle grandi amministrazioni pubbliche o private e alle nuove tecnologie sociali di inquadramento), ha comportato una trasformazione rilevante della posizione delle donne nella divisione del lavoro: si osserva cosi un forte aumento della presenza delle donne nelle professioni intellettuali, nell'amministrazione e nelle diverse forme di vendita di servizi simbolici - giornalismo, televisione, cinema, radio, pubbliche relazioni, pubblicità, arredamento - come pure un intensificarsi della loro partecipazione alle professioni vicine alla definizione tradizionale delle attività femminili (insegnamento, assistenza sociale, attività paramediche), Resta il fatto che le diplomate hanno avuto come principale sbocco le professioni d'intermediazione medie (quadri amministrativi medi, tecnici, membri del personale medico e sociale ecc.), ma restano praticamente escluse dai posti di autorità e di responsabilità, in particolare nell'economia e nella finanza oltre che nella politica.»

Pierre BOURDIEU, Il dominio maschile, Feltrinelli, Milano 2009 (ed. originale 1998)

Il candidato, attraverso una rapida sintesi del passo citato, discuta il tema, sempre attuale, dell'emancipazione femminile, soffermandosi sui progressi farti dalla donna in tema di diritti civili e sul cammino che esse devono ancora percorrere per raggiungere la piena parità.

 


 

Durata massima della prova: 6 ore.

E’ consentito soltanto l'uso del dizionario di italiano.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

 

a.s. 2010/2011

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE - CORSI SPERIMENTALI

Tema di: SCIENZE SOCIALI

Il candidato svolga, a scelta, due dei seguenti temi proposti:

 

I


«La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando cocci. L’uomo non merita di diventare un contenitore di monete. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è. [...] In questo mondo dominato dal denaro, però, vedo troppe vittime, troppo dolore nascosto dietro mucchi di valuta pregiata. Di fronte a tutto questo avrei voglia di piangere, ma prima che le lacrime mi offuschino la vista, preferisco ricordare i bisogni dell’uomo. E il punto da cui partire per ridare valore alla persona nella nostra società.

  1. L’uomo ha bisogno estremo di sicurezza. Gli è necessaria a vivere, prima ancora che a vivere bene.
  2. L’uomo ha bisogno di non stare solo. Deve trovare qualcuno con cui dividere la sua avventura nel mondo. [...]
  3. L’uomo ha bisogno di vedere la sua esistenza prolungata nei figli, in chi ha qualcosa di lui nel volto.
  4. L’uomo ha bisogno di vivere in società, una famiglia allargata in cui è tenuto in considerazione anche da chi non lo conosce.
  5. L’uomo ha bisogno di un “bilancio positivo” tra gratificazione e frustrazione. [...]
  6. L’uomo ha bisogno di serenità e di gioia, più che di libertà.
  7. L’uomo ha bisogno di sentirsi utile. [...] La società è il luogo per dare a tutti un senso.
  8. L’uomo ha bisogno di pregare. C’è bisogno di credere in qualcosa al di là del “muro d’ombra”.
  9. L’uomo ha bisogno di eguaglianza. [...]
  10. L’uomo ha bisogno di giocare per tornare all’infanzia e mostrare il bambino che è in lui.

Per nessuno di questi bisogni serve il denaro. Semmai aiuta a soddisfarli meglio.»

V. ANDREOLI, Il denaro in testa, Milano, 2011

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato esprimendo ragioni di consenso o di dissenso. Focalizzi, inoltre, la sua attenzione sui seguenti punti:

  • società e denaro;
  • economia e morale;
  • funzione filantropica del denaro;
  • ricchezza, povertà e felicità.

II


«Che l’uomo sia un migrante, è la sua stessa storia a dimostrano. L’uomo antico si diffonde dall’Africa orientale all’Eurasia a partire da poco meno di 2 milioni di anni fa, forse mezzo milione d’anni dopo essere entrato in scena. L’uomo moderno compare, di nuovo in Africa orientale, fra i 150.000 e 100.000 anni fa. Intorno a 60.000 anni fa inizia a colonizzare il resto del mondo, raggiungendo il punto più lontano dall’origine, la Terra del Fuoco, dopo 50.000 anni. Tutte le terre emerse, tranne l’Antartide, 10.000 anni fa sono abitate. Si calcola che vi fossero tra i 1 e 15 milioni di uomini su tutta la Terra. Benché la nostra sia una specie tra le più curiose, non è lo spirito di avventura a ispirare questa vasta migrazione; è piuttosto il successo incontrato dall’uomo nell’abitare gli ambienti più diversi, traendone i mezzi della propria sussistenza. Questo si traduce in successo riproduttivo: i gruppi umani aumentano lentamente di numero. Poiché tutti vivono di caccia e raccolta, e il cibo disponibile in ogni ambiente è limitato, l’aumento numerico fa si che, quando diviene necessario, un gruppo si distacchi dalla propria comunità e si spinga più lontano alla ricerca di nuovi territori. [...] La lingua è il parametro che individua un gruppo umano, una “tribù” in antropologia. Nel linguaggio corrente parliamo di popolazioni, ciascuna contraddistinta dalla facilità di comunicazione fra i suoi membri: il fatto di parlare la stessa lingua favorisce la comunicazione all’interno del gruppo, mentre la comunicazione con altri gruppi, anche vicini, rimane difficoltosa o impossibile. [...J La convinzione di una superiorità del proprio gruppo ingenera forme di razzismo. [.. .1 Questo secolo, o forse dovremmo dire questo millennio, porta un’onda di migrazioni che è destinata a mutare la composizione etnica del mondo. In realtà è come se diverse civiltà umane, dopo avere avuto 60.000 anni di sviluppo indipendente, ora tornassero a confluire, rimescolandosi e scambiando idee, tecnologie, stili di vita, lingue e, naturalmente, geni.»

F. CAVALLI - SFORZA, Sempre in viaggio e mai arrivati. Cosmopolitismo, in Il Sole 24 Ore, 3 aprile 2011

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e focalizzi la sua attenzione sui seguenti punti:

  • cause degli spostamenti in tappe significative della storia dell’uomo;
  • fattori distintivi nelle integrazioni tra popolazioni di diversa ernia;
  • opportunità e disadattamento derivanti dai flussi migratori;
  • idea di cosmopolitismo e confronto con culture e società altre.

 

III


«Si può affermare che la concezione liberale è essenzialmente competitiva, in quanto volta a mettere gli individui nella condizione massimale di autorealizzazione, perché da questo deriva un bene per tutta la società. Essa crede nella competizione e nel conflitto, perché soltanto essi possono selezionare delle aristocrazie naturali e spontanee, delle élites aperte, capaci di impedire la mediocrità di un conformismo di massa, governato amministrativamente da una routine burocratica (Tocqueville, J. S. Mill, Weber, Croce). E opportuno ricordare che, per il pensiero liberale, la teoria delle élites corrisponde a un fatto (ed è quindi empiricamente falsificabile) e non è una ideologia, mentre cade in pericolose forme di mistificazione ideologica proprio chi la nega. Rilevato il fatto, per il liberale si tratta, appunto, di massimizzare la partecipazione attraverso strutture che consentano la circolazione e la competizione fra una pluralità di élites

N. MATTEUCCI, Liberalismo, in AA.VV., Dizionario di Politica, dir. N. Bobbio / N. Matteucci, Torino, 1976

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e risponda, in particolare, alle seguenti questioni:

  • in che senso e in quali ambiti la competizione è utile alla collettività?
  • come possono conciliarsi in una società bene strutturata solidarietà e competizione?
  • in che senso si può parlare, in riferimento alle moderne società occidentali, di una pluralità di élites?
  • come si formano le élites nelle moderne società occidentali?

 

IV


«Nel suo aspetto sociale la rivoluzione della modernità può essere riassunta in una sola parola: la parola “cittadino”. La formazione e la diffusione della maschera caratteristica del cittadino contrassegna una svolta storica che probabilmente non ha uguali. Questa trasformazione non è avvenuta dappertutto attraverso scosse rivoluzionarie; ed è possibile che le società più felici siano quelle in cui il cittadino si sostituito progressivamente e impercettibilmente al suddito. Inoltre, il fenomeno del cittadino non si può dire moderno sotto tutti gli aspetti. La sua preistoria e la sua storia remota ci riportano, attraverso la teoria cristiana, fmo alla Stoa, per i cui membri, in maggioranza greci immigrati, l’uguaglianza di diritti non ifi soltanto un problema filosofico. [...J La maschera caratteriale del cittadino dà innanzitutto ai suoi portatori il diritto alla partecipazione. I diritti civili sono possibilità di partecipazione. Quest’affermazione non va fraintesa. Oggi sappiamo infatti che ad esempio il massimo dell’ attivizzazione politica di tutti i cittadini non coincide con l’optimum, che più che essere un sintomo di rapporti democratici stabili è un sintomo di crisi. Per partecipazione non intendiamo neppure l’organizzazione forzata di ogni singolo per i fini delle pretese totali dello stato. Per questo parliamo di possibilità di partecipazione. [...]
Il carattere rivoluzionario del ruolo del cittadino consiste infatti proprio nel non poter essere esclusivo per sua natura. Cittadinanza significa in linea di principio cittadinanza per tutti. Significa che nessuno deve collocarsi nella società in modo tale da poter danneggiare il suo vicino in una misura che rappresenta una negazione della cittadinanza di quest’ultimo.»

R.DAHREND0RF, Sociologia della Germania contemporanea, Il saggiatore, 1965

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e focalizzi la sua attenzione sui seguenti punti:

  • passaggio dalla condizione di suddito a quella di cittadino;
  • definizione della nozione di cittadino;
  • nozione di libertà ed eguaglianza in democrazia;
  • nozione di partecipazione in democrazia.

 

Durata massima della prova: 6 ore.
E' consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

a.s. 2009/2010

 

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE
Indirizzi: SCIENZE SOCIALI - PEDAGOGICO - PSICO SOCIALE - PEDAGOGICO SOCIALE
Tema di: SCIENZE SOCIALI

 

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi fra quelli proposti:

 

I


“Nella natura umana noi troviamo tre cause principali di lotta: la competizione, la diffidenza, la gloria. La prima fa combattere gli uomini per guadagno, la seconda per la salvezza, la terza per la reputazione; la prima usa la violenza per impadronirsi di altri uomini, donne, fanciulli ed armenti, la seconda per difenderli, la terza fa uso di inezie, come una parola, un sorriso, un’ opinione differente e qualunque altro segno di disprezzo. [...]
Durante il tempo in cui gli uomini vivono senza un potere comune, che li tenga in soggezione, essi si trovano in quella condizione che è chiamata guerra, e tale guerra è di ogni uomo contro ogni altro uomo; essa non consiste solo in battaglie o in atti di combattimento ma in un periodo di tempo in cui la volontà di contendere in battaglia è abbastanza nota. [...]
Ogni altro tempo è pace. [...]
Tutte le conseguenze di un periodo di guerra, in cui ogni uomo è nemico di un altro, sono perciò anche le conseguenze del tempo in cui gli uomini vivono senza altra sicurezza se non quella che dà loro la propria forza o la propria sagacia. In tale condizione non vi ha luogo industrie, poiché il frutto di esse sarebbe incerto; e per conseguenza non vi è agricoltura né navigazione; [...) e, quel che è peggio di tutto, domina un continuo timore e il pericolo di una morte violenta; e la vita dell’uomo è solitaria, povera, lurida, brutale e corta. [...]
Le passioni che dispongono gli, uomini alla pace sono il timore della morte, il desiderio
quelle cose che sono necessarie alla vita e la speranza di ottenerle mediante la loro industria. E la ragione suggerisce convenienti argomenti per la pace, nella quale gli uomini possono essere spinti ad accordarsi.»

T. HOBBES, Leviatano, trad. ital. in L. Bonanate, Diritto naturale e relazioni tra gli Stati, Torino 1976

 

Il candidato rifletta sull’argomento del brano sopra riportato e fornisca la sua risposta alle seguenti questioni:

  • quali differenze esistono fra l’esistenza degli uomini nello Stato e l’esistenza, immaginabile dalla nostra mente, degli uomini in assenza dello Stato?
  • a quali percorsi logici e storici può essere attribuita la nascita dello Stato?
  • quali sono i vantaggi, e quali le corrispondenti limitazioni, che derivano agli uomini
  • vivere nello Stato?
  • quali sono le finzioni elementari dello Stato?
  • quali ulteriori funzioni vengono attribuite allo Stato nella odierna società occidentale?

 

 

II


«Il Grande Fratello è un gioco a eliminazione. Eliminare gli altri senza farsi eliminare (vale a dire, eliminare altri prima che tocchi a te) è la chiave del successo: All’inizio del gioco tutti i contendenti sono uguali. Il tuo passato non conta, non ha lasciato traccia, non ha compromesso le tue chances, ma non ti ha neanche dato alcun vantaggio iniziale. Ciascuna partita è, nel vero senso della parola, un nuovo inizio. Qualunque dote tu possa avere e qualsiasi capacità inespressa si nasconda dentro dite in attesa di prorompere, va liberata e sfruttata qui e subito, altrimenti non conta nulla. Tuffi i partecipanti al gioco sono dei perfetti estranei tra loro, e dunque è a partire da questo momento che devi sfruttare tutte le tue doti per farti degli amici e influenzare le persone (solo per poi abbandonarle rapidamente una volta che amicizia e influenza hanno ottenuto il loro scopo). Tutti gli altri sanno bene quanto te che alla fine una sola persona (o una coppia, come nel francese Loft Story) resterà sul campo di battaglia e intascherà il bottino. E dunque tutti sanno benissimo che qualsiasi alleanza eventualmente contratta è solo «fino a ulteriore notifica» e non sopravvivrà al venir meno del suo scopo. [...] Questo è il motivo per cui milioni di persone restano incantate dinanzi al dipanarsi della saga. E inutile tuttavia chiedere per chi suona la campana. Suona per loro - per ciascuno di loro. I contendenti del Grande Fratello [...] rinarrano all’infinito la storia dei loro spettatori. [...] Dicono ai loro spettatori cosa pensare, e come pensarlo. Naturalmente, la storia giunge agli spettatori già preconfezionata, con tanto di recitazione, per quanto più difficile da cogliere ed estrapolare nelle immagini rispetto ai testi scritti, letti o ascoltati. Inoltre, anche se l’elemento recitativo fosse stato notato e debitamente scremato dallo svolgimento dei fatti, ben difficilmente avrebbe generato dubbi o dissenso.»

Z. Bauman, La società sotto assedio, Bari - Roma 2003

 

Il candidato, dopo aver sintetizzato il punto di vista dell’autore del brano proposto, esprima le sue considerazioni sui seguenti temi:

  • “realtà” e “finzione” nei programmi proposti dalla televisione;
  • meccanismi di identificazione proposti da taluni programmi televisivi;
  • tipo di condizionamento sociale indotto dalla visione di un programma come “il grande fratello”.

 

 

III


«Come è avvenuta la colonizzazione delle nostre anime? Mi sembra che la colonizzazione delle anime prenda tre forme principali: l’educazione, la manipolazione mediatica, il consumo quotidiano (il modo di vita concreto).

L ‘educazione.
L’educazione (quella che Aristotele chiamava paideia) è ciò che permette al bambino di diventare adulto, cittadino, persona; è ciò che fornisce gli strumenti per affermare la propria personalità e resistere ai tentativi di colonizzazione mentale. Nelle società moderne, l’educazione passa essenzialmente per l’istituzione scolastica La critica che Ivan lllich muove alla scuola mi sembra ancora di grande attualità: “la maggioranza delle persone a scuola impara non solo ad accettare il proprio destino ma anche il servilismo.” [...] E mondo che lasciamo in eredità ai nostri figli e attraverso il quale vengono “costruiti” è rovinato da violenze, guerre, competizione economica spietata, in pratica è un mondo profondamente “sconquassato”, come la maggior parte di noi. Come si possono allora “costruire” figli sani e “normali”? [...] Come possono convivere l’etica della guerra economica ad oltranza e l’etica della solidarietà, della gratuità del dono, sulle quali si dovrebbe costruire un mondo di fratellanza? [...J Come educhiamo i nostri figli e “costruiamo” i protagonisti di domani?

La manipolazione mediatica
Se come affermava Platone, anche i muri delle città educano i cittadini, a cosa possono educare i muri delle nostre città e delle nostre periferie? Mi pare che possano semplicemente educare a essere consumatori e utenti frustrati nella migliore delle ipotesi, o “piccoli selvaggi” ribelli nella peggiore. Un’urbanizzazione, il più delle volte brutta e senz’anima, non contribuiranno a costruire personalità forti e indipendenti capaci di resistere alla manipolazione mediatica.

La quotidianità come consumo
La crescita, attraverso il consumismo, è diventata nel contempo un terribile virus e una droga.»

S. Latouche, La scommessa della decrescita, Milano 2010 (2.a ed.)

 

Il candidato, esprima le sue ragioni di consenso o di dissenso sui temi sopra accennati e
focalizzi la sua attenzione sui termini dell’attuale dibattito sociale:

  • quali sono i pregi e i limiti di una società fondata sulla “crescita” economica?
  • quali sono i valori e gli stili di vita per costruire lo sviluppo “sostenibile” della società?
  • attraverso quali strumenti la scuola può arginare “la colonizzazione delle anime” alla quale fa riferimento il contenuto del brano sopra riportato?

 

 

IV


 

«La mobilità sociale è definita come un movimento qualsiasi nell’interno del sistema di stratificazione. Spesso nella letteratura sociologica lo stesso fenomeno si indica semplicemente col termine “mobilità”. Sono necessari tuttavia altri chiarimenti concettuali, e si deve distinguere fra mobilità sociale e mobilità territoriale. La mobilità territoriale si riferisce semplicemente ai movimenti delle persone attraverso lo spazio fisico e non comporta di per sé particolari relazioni con la mobilità sociale. [..j Molto spesso la mobilità sociale richiede anche degli spostamenti territoriali. [...] Un’ulteriore distinzione viene fatta tra mobilità generazionale e mobilità occupazionale (indicate talvolta anche come mobilità intergenerazionale e mobilità intra-generazionale). Per mobilità occupazionale si intendono i cambiamenti che intervengono nella vita adulta di una persona. La mobilità generazionale (o inter-generazionale), d’altro canto, si riferisce alle posizione sociali che vengono rispettivamente raggiunte nel corso di due generazioni successive. [...] Infine, si fa distinzione anche fra mobilità individuale e mobilità di gruppo.»

P.L. BERGER— B. BERGER, Sociologia, la dimensione sociale della vita quotidiana, Bologna 1987

 

Il candidato discuta il problema della mobilità e, in particolare, focalizzi l’attenzione su:

  • tipi di mobilità e relativa esemplificazione;
  • fattori che influenzano la mobilità;
  • effetti che la mobilità può avere sulla stabilità sociale, sui conflitti di classe, sui sistemi politici;
  • situazione italiana e assetto sociale in relazione ai fattori connessi alla mobilità sociale e territoriale.

 

a.s. 2008/2009

anno scolastico 2008/2009

 

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE Indirizzo: SCIENZE SOCIALI

 

Tema di: SCIENZE SOCIALI


 

 

Il candidato è tenuto a svolgere a sua scelta due terni tra quelli proposti:

I
«Per parlare delle relazioni che si stabiliscono tra popoli o tra società dobbiamo cominciare affrontando una difficile questione: è possibile applicare gli stessi criteri per giudicare atti che appartengono o culture differenti? Spesso si ha l’impressione di non riuscire a evitare un eccesso senza subito cadere in un alto. Chi crede nei giudizi assoluti, e dunque transculturali, rischia di considerare come valori universali quelli ai quali è abituato, di praticare un ingenuo etnocentrismo e un cieco dogmatismo, convinto di conoscere una volta per tutte ciò che è vero e ciò che è giusto. Rischia di diventare molto pericoloso il giorno in cui decide che il mondo intero deve godere dei vantaggi che caratterizzano la sua società. (...) Tuttavia, chi crede che tutti i giudizi siano relativi — a una cultura, a un luogo, a un momento della storia — è a sua volta minacciato, anche se dal pericolo opposto. Se ogni giudizio di valore è sottoposto alle circostanze, non si finisce per accettare ogni cosa, purché accada a casa degli altri? Ammettere, per esempio, che il sacrificio umano non è necessariamente da condannare, perché alcune società lo praticano; o la tortura, o la schiavitù. Decidere che un popolo e maturo per la libertà e un altro no, per poi lasciare tutti al proprio destino, compresi sé stessi — perché i miei valori non sono necessariamente migliori di quelli altrui. A forza di sistematizzarsi, questo relativismo finisce nel nichilismo e se ciascuno, per principio uguale a chiunque altro, sceglie arbitrariamente i valori in cui credere, l’unità della specie è nuovamente negata, anche se in modo diverso, perché gli uomini non hanno più un mondo spirituale in comune. Scilla e Cariddi del giudizio transculturale, dogmatismo e nichilismo talvolta appaiono inevitabili. Tuttavia, siamo quotidianamente chiamati a prendere posizione di fronte a gesti e atteggiamenti caratteristici di differenti culture e ci piacerebbe superare questa alternativa. Vorremmo riconoscere l’infinita diversità delle società umane, disponendo però di una scala di valori unica e affidabile. capace di orientarci. Ma come fare?»

T. T0DOROV. La paura del barbari, trad. ital. E. Lana, Milano 2009

 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e si soffermi in particolare, sulle seguenti questioni:

  • Che cos’è l’etnocentrismo?
  • Che cosa si intende per relativismo culturale?
  • Come si porrebbe superare l’alternativa fra etnocentrismo e relativismo culturale?

II
«E' ormai sui clienti previsti, sul loro numero e sulla loro disponibilità di denaro - che si decide (quantunque più spesso in modo automatico che intenzionale) il destino delle creazioni culturali. La linea che divide i prodotti culturali “di successo” (che s’impongono perciò all’attenzione pubblica) da quelli fallimentari (ossia incapaci di farsi strada sino alla notorietà) viene tracciata dalle vendite, dagli indici di gradimento e dai ricavi al botteghino (in base a un’altra spiritosa definizione di Daniel J. Boorstin, un best seller è un libro che ha venduto bene «semplicemente perché si vendeva bene»). Ma i teorici e i critici dell’arte contemporanea non sono riusciti a stabilire alcuna correlazione Ira i meriti di una creazione culturale e il suo livello di celebrità. Se correlazione si trova, è piuttosto tra la celebrità e il potere del marchio. Il logo che eleva l’incipiente objet d’art all'oscurità alle luci della ribalta»

Z. BAUMAN, Vita liquida, 4 ed. Roma-Bari 2009

Alla luce del testo sopra riportato, il candidato svolga le proprie argomentazioni in relazione ai seguenti quesiti:

  • Il "prodotto culturale" nella società contemporanea;
  • Le indagini di mercato e i prodotti culturali di successo;
  • Ruolo della pubblicità per costruire il successo di un “prodotto” culturale di successo.

III
«Un muro Fatto di codici incomprensibili, di nascondigli virtuali. di incontri pericolosi. di linguaggi ermetici. Una zona franca dove può accadere di tutto e dove gli adulti, anche volendo, non sanno come e dove entrare, pur possedendo magari password e chiavi di ingresso. Genitori che guardano sgomenti il computer dei figli, figli che aggirano con destrezza ogni forma di parental control. Internet afferma un nutrito gruppo di esperti inglesi, è diventata la nuova barriera tra generazioni, la tecnologia sembra aver triplicato le distanze anagrafiche e la divisione tra chi sa e chi non è diventata, d’un tratto, abissale.»

M. N. De Luca. Internet, sms e troppa TV. Un muro del silenzio divide i padri dai figli, in «la Repubblica», 21 gennaio 2009

Il candidato, prendendo spunto dal testo proposto, analizzi il tema generale del rapporto genitori-figli nella società contemporanea, illustri l’importanza del computer nella formazione delle nuove generazioni ed esprima il proprio parere circa il valore educativo delle tecnologie multimediali.

IV
«Milioni di persone accalcate negli slum. Lo slum è il luogo comune della miseria, dove si concentra ogni pericolo ed esclusione. Visto che sorge nei posti fetidi delle città, è esposto al peggior inquinamento. E alle frane, agli allagamenti. La densità è altissima, come la violenza e la criminalità. Poi ci sono gli incendi, spesso dolosi. Come si fa a capire la povertà del mondo di oggi? Basta pensare al sifone del gabinetto (quello all’occidentale, non il semplice buco nel terreno che va per la maggiore nel resto del pianeta): chi sta in alto respira aria pulita e guarda verso il cielo. Chi sta nella strettoia centrale si industria a galleggiare sulla schiuma. Ma chi sta sotto la curva del sifone, per quanti sforzi faccia, non ha modo di risalire. In altre parole: i poveri sono sempre più poveri. E ciò accade tanto nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo, quanto nelle nostre città. Dalla giungla al giardino di casa nostra, il mondo è disseminato di trappole che si chiamano assenza: di cibo, acqua, casa, patria, diritti, istruzione, salute. (...) Ci prepariamo ad assistere alla nascita di una nuova specie? Homo nihil, il povero più povero, sarà il prossimo anello dell'evoluzione umana?»

A Salza, Niente, Come si vive quando manca tutto, Antropologia della povertà. Milano 2009

Il candidato commenti il passo sopra riportato, tratto da un libro scritto da un antropologo che ha analizzato la miseria estrema delle megalopoli di Africa e Asia. Risponda, inoltre, alle domande:

  • si registrano analoghe situazioni di precarietà e di miseria nelle nostre città occidentali?
  • Fino a che punto è condivisibile la prospettiva che l’homo nihil diventi l’ultimo anello della catena sociale?
  • Sarà possibile “Un mondo senza povertà”. come sostiene Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006?

 

 

Durata massima della prova: 6 ore.
E' consentito soltanto l'uso del dizionario di italiano.

Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse tre ore dalla dettatura del tema.

 

Commenti

 

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

anno scolastico 2008/2009

CORSO SPERIMENTALE Indirizzo: SCIENZE SOCIALI

commenti al tema di SCIENZE SOCIALI


 

 

I titoli della seconda prova scritta mi sembrano buoni. Mi piace particolarmente il primo lo trovo "specifico" per il nostro indirizzo. Il secondo mi pare abbastanza difficile e difficile da scrivere senza adeguate conoscenze. Il terzo mi pare riprenda in parte quello della prima prova scritta. Anche il quarto è consono al nostro indirizzo, ovviamente richiede una conoscenza appropriata dei concetti quali precarietà/miseria, megalopoli, il significato antropologico di slum.

Credo che bisognerebbe (non so come...) definire a livello di programmi ministeriali gli argomenti da affrontare almeno nel triennio. Altrimenti i ragazzi si ritrovano con delle tracce delle quali nono conoscono l'argomento perchè lo hanno trattato in terza o in quarta e c'è il rischio che il contenuto risulti essere banale senza un contenuto vero e proprio. Inoltre i temi della seconda prova non sono "temi liberi" ma compiti precisi dove il candidato deve esporre determinati saperi. Sono comunque dell'idea che due temi da svolgere sono troppi, perchè non tre titoli oppure due e svolgere un solo tema. Sviluppare due argomenti è secondo me difficile e la concentrazione diminuisce quando il candidato deve scrivere il secondo.
Tanti saluti

Sara, Gorizia

 


 

 

Sono commissaria esterna in due classi di un Liceo delle Scienze Sociali di Barga (LU), una ad indirizzo ambientale e una sportivo: dalla lettura dei documenti del 15 maggio noto subito che le compresenze non sono relazionate e lo stage, presente in una sola classe, non è collegato al colloquio orale d’esame. Quindi l’apertura della busta ministeriale seconda prova, la vivo in diretta, leggo velocemente le proposte dato che poi dovrò introdurle, devo dire che l’impressione è stata subito positiva e in qualche modo anche da parte degli studenti.

Finalmente è presente l’approccio antropologico, a mio parere, in tutte le quattro prove, perché si deve definire il concetto di cultura e al suo interno quelli di negoziazione, di dialogo, di condivisione, non eliminare le differenze, ma saperle e volerle riconoscere.

Nella seconda traccia Bauman richiama al prodotto culturale, i limiti delle indagini di mercato, il ruolo reale e statico della pubblicità.

La terza traccia, forse quella più a rischio di banalità, pone invece il serio problema della responsabilità adulta nella società occidentale, della famiglia d’origine e di quella sociale e virtuale, dei diversi stili cognitivi anche in relazione alle tecnologie multimediali, delle intelligenze multiple, della creazione del pensiero critico.

La quarta affronta il tema della povertà e della miseria, da Marx a Majid Rahenema i nostri studenti non dovrebbero mancare di autori di riferimento, è l’idea forte di Yunus che un mondo senza povertà può esistere.

Non dobbiamo accettare senza reazioni la creazione di virtuali villaggi planetari che distruggendo villaggi reali decretano la fine di linguaggi e culture identitarie, contribuire a far diventare nessuno un povero, che deve diventare uno sradicato, un disperso al quale poi forse noi concediamo un documento con cui certifichiamo che il suo reddito è al di sotto della soglia di povertà.

Ovviamente sono stata molto breve, ma per chi fosse interessato, potremmo fare una successiva riflessione post correzione, se ne avremo voglia, tempo e forza, buon lavoro a tutti,

Enza Colatutto (Liceo S.S. Barga, LU)

 

 

a.s. 2007/2008

anno scolastico 2007/2008

 

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE

Indirizzo: SCIENZE SOCIALI

 

Tema di: SCIENZE SOCIALI


 

 

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:

 

I

Le società industrializzate presentano tassi diversi di mobilità intragenerazionale e intergenerazionale, cioè possibilità di cambiare posizione sociale durante la vita lavorativa o di avere una posizione sociale diversa da quella del padre. Industrializzazione e terziarizzazione creano nuove posizioni sociali e, quindi, mobilità, talora anche in misura consistente. L’istruzione è il principale “merito” che in una società sviluppata è atto a consentire una mobilità sociale, dalla classe inferiore verso la classe media impiegatizia o la classe superiore”.

S. SCAMUZZI, Le disuguaglianze sociali, in “Manuale di Sociologia”, Torino, UTET, 1994

 

Rifletti sul contenuto del brano sopra riportato e rispondi alle seguenti domande:

  • Quali elementi influenzano il destino sociale delle persone?
  • Qual è il ruolo del merito fra tali fattori?
  • Quale posto occupa l’istruzione in una organizzazione sociale di tipo meritocratico?

 

II

“La vita familiare deve avere la capacità di rinnovamento proprio in base agli avvenimenti che coinvolgono i singoli cambiando la dinamica del gruppo nel suo insieme. Quanto più la famiglia è un sistema, tanto più facilmente circoleranno le informazioni e le emozioni. In questa logica esistono singole autonomie, ma correlate dentro il gruppo. La totale libertà è solitudine e abbandono. Persino il conflitto adolescenziale con la tendenza al distacco è un processo dentro la famiglia: dentro, non contro.

Più del rapporto padre-figlio o madre-figlia, è bene valutare la relazione complessa tra tutti i membri del gruppo”.

V. ANDREOLI, Giovani. Sfida, rivolta, speranze, futuro, Milano, Rizzoli, 2004

 

Rispondi ai seguenti quesiti:

  • Il rapporto tra genitori e figli è difficile soprattutto in età adolescenziale: quali cause individua l’autore?
  • I problemi di ciascun membro della famiglia sono problemi dell’intero gruppo: in che senso?
  • La centralità del gruppo-famiglia consente approcci con discipline diverse. Quali?
  • Oggi si parla di terapia del gruppo familiare, a cui accenna anche l’autore. Per quali ragioni?

 

III

“La devianza può essere definita come la trasgressione, socialmente percepita, di regole, di norme in vigore in un determinato sistema sociale: è un comportamento che rimette in discussione sia le norme sociali che la coesione o l’unità del sistema. Tuttavia, tali norme subiscono modificazioni seguendo i mutamenti storici e sono giudicate diversamente a seconda dei sotto-gruppi che fanno parte di questo sistema”.

W. DOlSE — J.C. DESCHAMPS — G. MUGNY, Psicologia sociale, Bologna, Zanichelli, 1980

 

Discuti le seguenti questioni:

  • Definizione di un “sistema sociale” dal punto di vista dello psicologo e del sociologo.
  • Definizione dei concetti di norme sociali, regole, leggi.
  • Cosa si intende per “modelli sociali dominanti”.
  • L’emarginazione, l’aggressività, la devianza e la delinquenza: possibili cause, differenze ed effetti.

 

IV

“Una sana educazione si basa su diversi presupposti. Il più importante è una sana costituzione psichica degli educatori, che si esprime nel loro comportamento. I bambini imparano soprattutto dall’esempio delle persone a loro più vicine. Perciò nel loro ambiente di vita essi hanno bisogno di esempi sufficientemente buoni per quel che concerne le conoscenze e le abilità, gli atteggiamenti e le virtù che essi debbono acquisire. I bambini sono desiderosi di imparare, ed hanno bisogno di gratificazioni. Perciò si dedicano con tutte le forze a soddisfare le aspettative in loro riposte. Ma questo vale solamente se i loro interlocutori adulti sono coerenti, e se le loro richieste vengono mantenute nella stessa forma in modo stabile. Una sana educazione si ha specialmente quando nel comune ambiente di vita esiste una buona moralità, alla quale si conformino sia gli adulti che gli adolescenti. Fanno parte della buona moralità anche gli ideali validi per tutti i membri della comunità: i modelli comunemente accettati dall’uomo buono e dalla buona condotta di vita. Essi influiscono sul modo di sentire delle singole persone e lo rafforzano. Nello stesso tempo costituiscono i fini comuni per l’educazione dei giovani.

Non esistono mezzi universali. Ma come educatori non dobbiamo lasciarci intimorire dal gran numero di fattori che contribuiscono al formarsi della personalità”.

W. BREZINKA, L’educazione in una società disorientata, Armando 1995

 

Alla luce del brano proposto discuti i seguenti problemi:

  • L’educazione quale presupposto fondamentale della trasmissione dei valori propri di una qualsiasi società.
  • Il ruolo esercitato dall’educatore nella formazione della personalità.
  • Le cause principali della crisi dell’educazione nella società contemporanea.

 

 

Durata massima della prova: 6 ore.

È consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

a.s. 2006/2007

anno scolastico 2006/2007

ESAME DI STATO Dl ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE Indirizzo: SCIENZE SOCIALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI


 

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:

1
L’analisi dei rapporti clientelari costituisce da tempo oggetto d’indagine da parte degli antropologi, che li hanno studiati soprattutto a livello di piccole comunità rurali, dove vige lo “scambio sociale” basato sul principio secondo il quale una persona rende un favore a un’altra senza alcun contratto, ma in piena libertà e spontaneità a carattere discrezionale. Caratteristica dello “scambio sociale” è di generare vincoli di amicizia e di fedeltà personale. Secondo studi specifici ciò si manifesta in società primitive, in società contadine e dove lo Stato ha dato prova d’impotenza e/o arbitrarietà nel suo operare.

Riflettendo sul brano riportato, il candidato argomenti sulle seguenti questioni:

  1. Definizione di clientelismo secondo i canoni dell’antropologia e della sociologia.
  2. In che cosa consiste lo “scambio sociale” e cosa determina.
  3. Ruolo dei vincoli di amicizia e di parentela
  4. Con quali caratteristiche si manifesta il clientelismo.
  5. Quale rapporto viene a configurarsi tra potere e scambio.

 

2
“Quando consideriamo la cultura (o l’ideologia) di un gruppo, ci occupiamo principalmente del fatto che i gruppi hanno valori, convinzioni, norme. Il punto focale è l’omogeneità dei membri: noi sottolineiamo quel che essi hanno in comune. I valori di un gruppo sono le guide generali del comportamento di gruppo, perché sono i valori quelli che esprimono ciò che i membri considerano come buono, ideale e desiderabile. I valori si esprimono nelle convinzioni dei membri del gruppo. Le convinzioni sono più specifiche dei valori”.

David HARGREAVES, Psicologia sociale nella scuola. Torino, SEI, 1976

 

Si svolgano le seguenti questioni:

  1. La nozione di “gruppo” nelle scienze sociali.
  2. La formazione del gruppo in una comunità e problematiche connesse.
  3. I valori, secondo l’autore, sono i caratteri distintivi di un gruppo che li condivide.
  4. In che senso l’autore ritiene “le convinzioni più specifiche dei valori”.
  5. La presenza di un gruppo fortemente omogeneo talora può portare a situazioni conflittuali?

 

3
Il Libro Bianco della Commissione Europea, Insegnare e apprendere. Verso la società conoscitiva, Bruxelles 1995, descrive le principali componenti dei cambiamenti che caratterizzano le dinamiche sociali contemporanee e ne individua tre principali fattori:

  1. La nascita della società dell’informazione.
  2. Lo sviluppo della società scientifica e tecnica
  3. La globalizzazione dell’economia

Alla luce del tuo percorso di studi analizza tali dinamiche di innovazione e individua le ripercussioni sulla riflessione propria delle scienze sociali.

 

4
“La motivazione è l’elemento propulsivo di ogni comportamento umano; essa predispone l’organismo ad attivare i processi attentivi [dell’attenzione], aumentando la probabilità di risposta ad un particolare gruppo di stimoli piuttosto che ad altri. Senza la motivazione di chi impara non è possibile insegnare nulla a nessuno; perciò il migliore insegnante non sarà chi riesce ad insegnare molte cose ad alcuni bambini, bensì chi riesce a suscitare in tutti quanti il desiderio di impararle”.

Jacqueline NICKEL, L’ educazione formativa, Livorno, 1983

Si svolgano le seguenti questioni:

  1. Il termine “motivazione” in campo pedagogico.
  2. I “processi attentivi” e la problematica inerente alla diminuzione dell’attenzione scolare
  3. Si individui quale rapporto viene a costituirsi in motivazione e apprendimento.
  4. Come l’osservazione dei bisogni può guidare l’insegnamento individualizzato.
  5. In che modo la motivazione può evitare l’insuccesso e la dispersione scolastica

 

 

 

Durata massima della prova: 6 ore.

E’ consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.

Non è consentito lasciare l’istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema

 

 

a.s. 2005/2006

anno scolastico 2005/2006

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE

Indirizzi: SCIENZE SOCIALI, PEDAGOGICO- SOCIALE, PSICO-SOCIALE, PEDAGOGICO

 

Tema di SCIENZE SOCIALI


 

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti.

 

I °

Talcott Parsone…ha distinto le società in “ tradizionale” e “moderne”; e Howard Becker ha parlato di società “sacrali” (impermeabili al mutamento socio-culturale) e di società “secolari” (di forte mobilità socio-culturale). Possiamo anche dire con Max Weber, che la modernità, prima e unica società di questo tipo, nasce dal duplice processo di razionalizzazione strumentale e di disincanto del mondo. La modernità nasce da tre rivoluzioni: quella galileiana della scienza meccanicistica…, quella industriale della produttività incessante e quella politica degli Stati nazionali e della democrazia”  G.Morra, Moderno e post-moderno in AA.VV., Sociologia, Milano, Jaca Book 1997

Esponi le tue riflessioni sull’argomento oggetto del brano sopra riportato e soffermati, in particolare, sulle seguenti questioni:

  • Quali sono i caratteri della società moderna che la differenziano dalle società che l’hanno preceduta e dalle società tuttora esistenti in cui la vita si svolge sotto il segno della tradizione?
  • Come si è svolto il processo di modernizzazione e da quali fattori è stato determinato?
  • Quali elementi di positività caratterizzano la modernità?
  • Quali rischi o elementi di negatività sono presenti nella modernità?

 

II°

Oggi l’opinione pubblica, e non solo il mondo degli specialisti, guarda con sempre maggiore attenzione alle tematiche relative alla salute, alla medicina, all’assistenza dei malati e delle persone non auto-sufficienti.

L’antropologia ha cominciato ad indagare questa realtà, anche in rapporto alla diffusa sensibilità prima citata. Con riferimento al tuo percorso di studi cerca di delineare i possibili rapporti che potrebbero essere oggi più utilmente e concretamente sviluppati tra antropologia e medicina, per meglio esplorare, per esempio, i collegamenti tra salute ed uguaglianza, oppure l’esperienza del dolore, o, ancora i processi terapeutici e le strategie di cura, per contribuire ad elevare non solo la quantità, ma anche la qualità di vita delle persone.

 

III°

Nella realtà contemporanea assume rilevante importanza la dimensione della comunicazione attraverso la quale le persone devono continuamente interpretare i significati simbolici, espressivi e relazionali che investono le componenti affettive ed emozionali della vita quotidiana.

Alla luce del tuo percorso di studi discuti su come tale dimensione comunicativa caratterizza l’esistenza umana e come i media ed Internet, a tuo giudizio, possano incidere sulla personalità dei singoli e dei gruppi sociali

 

IV°

Lo sviluppo dell’intelligenza è legato nel bambino allo sviluppo della sua personalità totale. Per parlare della sua personalità noi non possiamo ignorare le sue condizioni di esistenza. Esse variano con l’età. Con l’età variano i rapporti del bambino con il suo ambiente. D’età in età l’ambiente del bambino muta. L’ambiente è strettamente, necessariamente, inevitabilmente solidale con l’essere vivente. L’essere vivente s’adatta a un certo ambiente secondo i suoi bisogni e secondo i mezzi di cui dispone per soddisfarli” H. Vallon, Psicologia ed educazione del bambino, La Nuova Italia, Firenze 1975

Sulla base del testo citato discuti il rapporto esistente:

  • tra uomo e ambiente;
  • intelligenza e socializzazione
  • evoluzione della personalità e trasformazioni ambientali.

 


Durata massima della prova: 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano

Non è consentito lasciare l’istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura

 

a.s. 2004/2005

anno scolastico 2004/2005

 

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE CORSO SPERIMENTALE

Indirizzo SCIENZE SOCIALI

 

Tema di SCIENZE SOCIALI


 

Il candidato è tenuto a svolgere, a scelta, due temi tra quelli proposti.

 

La fiducia, intesa nel senso più ampio di fare affidamento sulle aspettative proprie, è una situazione elementare della vita sociale. Chi ha fiducia deve tenere sotto controllo la propria disponibilità e correre rischi. Deve rendersi conto, non fosse altro che per sentirsi rassicurati, che egli non si fida in modo incondizionato, ma entro certi limiti e in proporzione a specifiche aspettative razionali. Le aspettative sociali sono decisive per l’attribuzione o meno delle azioni alla personalità” N. Luhmann, La fiducia, Bologna, il Mulino 2002

Commenta il brano riportato sopra chiarendo i seguenti punti: 1. quali meccanismi psicologici intervengono nell’accordare fiducia agli altri; 2. cosa intende l’autore per ‘disponibilità a correre rischi’; 3. quale importanza ha la fiducia nei rapporti sociali; 4. quali sono le tipologie dei rapporti fondati sulla fiducia.

 

 

II°

La validità del metodo dell’osservazione diretta permise alla ricerca antropologica di ottenere in pochi decenni una serie di ricchi e brillanti risultati. Le rigide regole, che imponevano una precisa e ristretta delimitazione spaziale e demografica nel campo di indagine, il soggiorno sul luogo, per lungo tempo, da parte del ricercatore, la conoscenza personale dei membri della società oggetto di ricerca e della loro lingua, nonché l’accurata applicazione di tecniche di rilevazione, affidate esclusivamente al ricercatore stesso, venivano a costituire la migliore garanzia della validità del lavoro compiuto”. A.Marazzi, L’uso delle fonti orali per una etnologia della memoria in “Il politico”, XLII, n.3, 1977

Commenta il brano riportato sopra chiarendo i seguenti punti: 1. ambiti di indagine della antropologia; 2. l’osservazione diretta come metodo privilegiato dell’antropologia; 3. la prospettiva storica come strumento delle indagini sulle origini dell’uomo: 4. la validità o meno del metodo induttivo in antropologia.

 

III°

Riferendosi all’impegno di alcuni studiosi a ricercare elementi della cultura antica di un popolo, è stato detto che “ogni elaborazione del patrimonio nazionale arricchisce l’intera Europa” A.M. Thiesse, La creazione delle identità nazionali, Bologna, il Mulino 2001

Alla luce dell’affermazione sopra riportata sviluppa due dei quattro argomenti proposti: 1. quali discipline studiano le culture popolari antiche e con quali metodologie; 2. cosa si intende per patrimonio nazionale di un popolo; 3. quali sono le principali culture, etnie, religioni presenti nella tua regione; 4. quale patrimonio di una comunità locale può ritenersi di valore nazionale.

 

IV°

"L’ansia è una condizione emotiva molto diffusa sia nei bambini che negli adolescenti. Si tratta di un’esperienza universale, riscontrabile in varie culture che, nella maggior parte dei casi, ha un carattere transitorio. La semplice presenza di uno stato di apprensione o di timore non è certo segno di psicopatologia, anzi spesso è un elemento del normale controllo emotivo del bambino. Allo scopo di distinguere quando uno stato di apprensione costituisce una normale reazione di adattamento e quando invece costituisce una condizione disfunzionale, può essere utile una distinzione tra i concetti di ansia, paura, fobia”. Ph. Kendall-M. Di Pietro, Terapia scolastica dell’ansia, Trento, Centro studi Erikson, 1995

Si definiscano: 1. il concetto di ansia e le sue caratteristiche; 2. il concetto di paura e le sue caratteristiche; 3. il concetto di fobia e le sue caratteristiche; 4. quali interventi di sostegno sono possibili da parte della famiglia e della scuola.

 


Durata massima della prova: 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano

Non è consentito lasciare l’istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

a.s. 2003/2004

anno scolastico 2003/2004

 

Sessione ordinaria 2004 - Seconda prova scritta

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

 

CORSO SPERIMENTALE – Indirizzo di “SCIENZE SOCIALI”

 

Tema di SCIENZE SOCIALI


 

Il candidato svolga, a sua scelta, due dei quattro argomenti proposti.

 

“La violenza sull’infanzia si avvia a essere, in quest’ultimo scorcio di secolo, uno dei sintomi ( e dei più drammatici, oltre che dei più significativi) della profonda crisi epocale che stiamo vivendo. Crisi di certezze e di identità collettiva, ma anche di regole e di norme di comportamento. Anche i bambini ( in una società che pur enfatizza, a livello ideologico, le cure verso di loro e che per i loro – reali o supposti – bisogni manifesta un’attenzione talvolta ossessiva) vengono raggiunti da quest’onda di conflitti e di violenza, di anomia collettiva e di egocentrismo diffuso. In questo clima antropico, nutrito di tensioni e carico di aggressività, i bambini, proprio perché più deboli e indifesi, sono un po’ vittime quasi predestinate. E le violenze che l’infanzia subisce sono molte e continuate”

F.Cambi-S. Ulivieri, Infanzia e violenza. Forme, terapie, interpretazioni, La Nuova Italia, Firenze, 1990

 

Il candidato, seguendo le linee del tema proposto nel passo

  1. discuta l’argomento della violenza sui minori nelle linee generali;
  2. individui le responsabilità della famiglia e della società;
  3. rilevi il conflitto di origine sociale tra bambini superprotetti nella nostra società e bambini abbandonati alla sopraffazione del più forte.

 

II°

“Non basta cioè riconoscere come scientificamente accertata l’enorme importanza che nel quadro motivante il disadattamento minorile ha ad esempio la vita famigliare, quando sia carente sul piano dei bisogni affettivi dei figli, o l’influsso negativo di certi mezzi moderni d’informazione, o lo scadere dei costumi morali e religiosi di una società, ecc.; né basta sapere quale è il significato profondo di certi comportamenti irregolari dei minori o quali siano i conflitti nevrotici più frequenti in essi: ma è necessario nel contempo chiedersi come si possa ovviare alle nefaste influenze di quei fattori generali e come si debba impostare il trattamento rieducativi dei minori che già siano apparsi disturbati, affinché sia possibile ottenere il massimo nei confronti del loro recupero psico-sociale”.

P. Bertolini, Delinquenza e disadattamento minorile, Laterza, Bari, 1964

 

Il candidato, nell’affrontare il tema del disadattamento minorile

  • discuta le cause sociali di tale fenomeno;
  • illustri il ruolo della scuola nel processo di reintegrazione sociale dell’alunno disadattato;
  • individui altri soggetti sociali a cui possa essere affidato il compito di reinserimento, e ne illustri le modalità di collaborazione con le istituzioni scolastiche.

 

III°

“Ciò significa soltanto che ci si è resi conto che non è più neppure immaginabile ritenere l’esperienza televisiva senza o con scarso significato educativo, quando sappiamo che l’ingresso dell’apparecchio televisivo nella stragrande maggioranza delle case di oggi ha comportato una profonda trasformazione dei tempi e delle modalità delle relazioni interpersonali all’interno della famiglia; quando il tempo della fruizione televisiva dei nostri bambini e dei nostri adolescenti è andata via via aumentando fino a raggiungere una media giornaliera che supera le due ore e mezza ( con punte davvero inquietanti di cinque e persino sei ore al giorno); quando sappiamo che la fruizione televisiva è l’attività più frequente svolta nel tempo infantile – soprattutto di quella autunnale ed invernale – indipendentemente dalle tradizionali differenziazioni di sesso, ceto socio-culturale e persino di luogo di residenza; e quando, ancora, si deve ammettere che i ragazzi ricevono la maggior parte delle informazioni utilizzate nella loro quotidianità proprio dalla TV e dagli altri media, spesso ad essa collegati come la radio, i fumetti, la pubblicità stradale, ecc., anziché dalla scuola e persino dalla realtà familiare”

AA.VV., I figli della TV (a cura di Piero Bertolini e Milena Manini), Introduzione, La Nuova Italia, Firenze 1988

 

Il candidato illustri il tema proposto nel passo citato, ed in particolare:

  1. analizzi il ruolo della TV nel processo di educazione dei bambini;
  2. discuta le conseguenze dell’uso eccessivo di programmi televisivi sui bambini teledipendenti;
  3. rilevi i cambiamenti intervenuti nella famiglia in seguito all’introduzione dell’apparecchio televisivo

 

IV°

“L’influenza degli altri adolescenti sull’individuo è più forte e costruttiva di quella esercitata da qualsiasi persona adulta. La media degli adolescenti è in grado di comprendere, accettare, assimilare gli insegnamenti dei propri coetanei più facilmente di quelli che possono venirgli elargiti da individui appartenenti ad un mondo maggiormente estraneo, dal punto di vista psicologico. I suoi rapporti con il gruppo dei compagni, per quanto confusi possano essere, hanno un contenuto meno emotivo di quelli con individui più anziani”

J.M.Josselyn, L’adolescente e il suo mondo, Giunti-Barbera, Firenze

 

Il candidato sviluppi le seguenti questioni:

  1. 1. gli ambiti di studio e di interesse della psicologia sociale
  2. 2. Gli strumenti della psicologia sociale nello studiare gli atteggiamenti e i comportamenti dei ‘gruppi’
  3. 3. il rapporto tra genitori e figli adolescenti, spesso di tipo conflittuale
  4. 4. L’influenza del gruppo sulla psicologia dell’adolescente.

 

 

Commenti

anno scolastico 2003/2004

commenti alla seconda prova pervenuti al nostro sito


 

Cara Lucia Marchetti,

siamo alcune colleghe di Padova ("Fusinato" e "Duca d'Aosta"); all'apertura della seconda prova siamo impallidite perchè le tracce erano sostanzialmente di pedagogia e vertevano peraltro su argomenti simili: quel tragico bambino e quella "palla" di televisione!

Che fine hanno fatto le tematiche concordate ai tanti incontri dove ci siamo spremuti le meningi ormai colpite da Alzheimer?

Più seriamente: quale coerenza c'è tra gli assi culturali dell'indirizzo e le prove di quest'anno?

Dobbiamo mandare al Ministero ogni anno i programmi per ricordare loro cosa facciamo? Temiamo fortemente che il Ministero non sappia o non voglia sapere/riconoscere il lavoro di anni di faticosa programmazione.

Gli altri colleghi cosa pensano? Ci siamo perse qualche informazione?

Ci hai detto (o forse abbiamo capito male?) che la pedagogia, o meglio le scienze dell'educazione, tagliano trasversalmente le scienze sociali, intese come lo studio della società contemporanea e della sua complessità: come interpretare le tracce proposte quest'anno? Il liceo della scienze sociali è stato assimilato all'indirizzo psico-socio-pedagogico???? Vorremmo saperlo.

Grazie per l'attenzione.

 

Gabriella Peracchi, Stefania Stefanini (Duca d'Aosta)

Cristina Bortolami (Marchesi-Fusinato)

roverd@tin.it stefaninistefania@libero.it salizzatobortolami@libero.it


 

I temi della prova di Scienze sociali mi hanno gettato nello sconforto. Non so se in primo luogo sottolineare la non congruità con l’impostazione dell’indirizzo e con i programmi svolti in quinta o la banalità e superficialità delle tracce assegnate a partire da passi molto datati, sia in senso cronologico (vedi data di pubblicazione) sia riguardo ai riferimenti culturali (moralistici?).

Una mia alunna mi ha detto che le è sembrato che tutto il lavoro svolto nell’anno scolastico fosse sprecato quando si è vista chiamata a fare un esercizio retorico, che non supponeva specifiche conoscenze e competenze. Si ha la sgradevole impressione che qualcuno non stia ai patti.

Vorrei inoltre segnalare che mi sembra una grave carenza che le consegne non indichino la tipologia testuale alla quale il candidato si deve attenere, incoraggiando così la stesura del vecchio tema, quasi scomparso nell’insegnamento dell’Italiano dopo una lunga e condivisa riflessione didattica. L’attenzione a forme, modelli, prodotti della comunicazione non sarebbe inopportuna in sede di esame conclusivo di un corso di studi incentrato sulla società contemporanea.

Simonetta Corradini

Istituto "Laura Bassi" Bologna

30.6.04


 

A prescindere

 

Qualche breve nota sulle proposte del ministero per la seconda prova scritta del Liceo delle scienze sociali.

***

Sembra che chi ha redatto i titoli non fosse a conoscenza dei programmi che in questi anni sono stati realizzati dai licei delle scienze sociali e, soprattutto, che non abbia tenuto conto per nulla dell’asse culturale storico-antropologico di questo nuovo indirizzo. Perché quest’anno non sono stati richiesti alle scuole i programmi svolti? Perché non sono stati interpellati i docenti che avevano offerto la loro collaborazione anche durante l’ultimo seminario di Fiuggi?

La linea che sorregge le proposte di quest’anno fa ritornare l’indirizzo a forme di riflessione che potevano essere coerenti con un liceo psicopedagogico, ma non certo con un liceo delle scienze sociali che ha nella contemporaneità il suo oggetto e nella complessità una chiave di lettura fondamentale. Dalle formulazioni dei titoli si ricava piuttosto l’immagine di un ‘Liceo delle banalità’, dal profilo basso, non viene richiesto quasi nulla di circostanziato, nessun riferimento ad Autori, a Scuole, a Teorie, a Modelli. Si invita lo studente a muoversi nel circuito vischioso di un esercizio di retorica scolastica che del sapere ha solo la parvenza e che si nutre, nel migliore dei casi, di un pizzico di buon senso.

L’invito a muoversi sui livelli più bassi della riflessione è contenuto nel modo stesso con cui le tracce sono formulate: le operazioni richieste sono sostanzialmente avulse dai testi di riferimento (le tracce possono essere svolte “a prescindere” da quei testi). In almeno due casi, i brani proposti appartengono ad una riflessione più complessa, entro la quale acquistavano senso e della quale si è ignorato il peso: un altro “a prescindere”, un esempio di come non si trattano le citazioni. In queste condizioni lo studente non può che rifugiarsi in una genericità comunque condivisibile, “a prescindere”, perché vuota.

Almeno tre tracce su quattro datano tra gli Anni Sessanta e gli Anni Ottanta su questioni che negli ultimi tempi sono soggette a repentina evoluzione. Sull’infanzia e l’adolescenza le citazioni si muovono in un ristretto ambito di problematiche riconducibili a labili temi di psicologia evolutiva e psicologia sociale che facilmente scivolano verso toni moralistici e filantropici; quanto alla TV, proprio in occasione del cinquantenario della televisione italiana, non un riferimento all’incidenza del mezzo sulle strategie della comunicazione di massa, sui mutamenti dei costumi, della moda, della lingua, del consenso e sui cambiamenti tra tecnica e società che stanno modificando l’identità stessa dello strumento.

Peccato che il ministero prosegua nel suo cammino della riforma “a prescindere”, a prescindere dal patrimonio scientifico e culturale accumulato nel campo dei saperi (Darwin insegna) e dalle esperienze e riflessioni realizzate e documentate dalle scuole in questi vent’anni.

A forza di prescindere dalla realtà si può rischiare di venirne sopraffatti e, soprattutto, che i nostri studenti debbano crescere a prescindere.

 

Giugno 2004

 

Massimo Ariati Istituto ‘Ariosto’ Ferrara
Alba Barbieri Istituto ‘Bertacchi’ Lecco
Paola Benedetti Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Luca Bergamaschi Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
M.Teresa Bernabeo Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Maurizio Bertoli Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Leonello Bettin Istituto ‘Ariosto’ Ferrara
Ferdinando Bevilacqua Istituto ‘Sigonio’ Modena
Piero Bonvicini Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Carla Borciani Istituto ‘L.Ariosto’ Ferrara
Maurizia Camurani Istituto ‘Sigonio’ Modena
Giacomo Camuri Istituto ‘M.Vegio’ Lodi
Paola Canepa Istituto ‘Bertacchi’ Lecco
Paolo Cinque Istituto ‘G.Bruno’ Roma
Josette Clemenza Istituto ‘Ainis’ Messina
Donatella Cornaggia Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Raffaella Corti Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Mario Cucchi Istituto ‘Gregorio da Catino’ Poggio Mirteto (Rieti)
Carla Erba Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Nuccia Farina Istituto ‘Almanza’ Pantelleria (Tp)
Daniela Ferrario Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Francesca Fusina Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Antonio Lionello Istituto ‘Bocchi’ Adria (Rovigo)
Luigi Mantuano Istituto ‘De Magistris’ Sezze (Latina)
Lucia Marchetti Istituto‘Ariosto’ Ferrara
Angela Molinari Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Gualberto Orlandi Istituto ‘Sigonio’ Modena
Lia Parenti Istituto ‘Machiavelli-Paladini’ Lucca
Adriana Pieretti Istituto ‘Machiavelli-Paladini Lucca
Antonio Ronco Istituto ‘Machiavelli-Paladini Lucca
Vittoria Perego Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Adriana Schiantarelli Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Stefania Stefanini Istituto ‘Pieralli’ Perugia
Giulio Tortello Istituto ‘Pertini’ Genova
Giovanni Valsecchi Istituto ‘ Bertacchi’ Lecco
Giovanni Versace Istituto ‘Bertacchi’ Lecco
Emilia Vianello Istituto ‘Bertacchi’ Lecco
Rosa Porcu Istituto 'Roncalli' Manfredonia
Peracchi Gabriella Liceo delle Scienze Sociali "Duca d'Aosta" Padova
Antonella Giardina, Istituto "Mazzini" Vittoria (RG)
Giovanna Ingenito Istituzione Statale Margherita di Savoia - Napoli
Nicola della Casa Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Laura Andreani Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Leonarda Martignoni Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Donatella Truzzi Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Patrizio Guandalini Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Roberta Sironi Istituto Manzoni Suzzara (MN)
Elisabetta Clemente Liceo delle Scienze sociali "G. Mazzini" La Spezia
Rossella Danieli Liceo delle Scienze sociali "G. Marini" La Spezia
Daria Pulz Liceo delle Scienze sociali Verrès Aosta
Daniela Baldan Liceo delle Scienze sociali Verrès Aosta
Mihaela Pirih Istituto Trubar Gregorcic Gorizia
Simonetta Corradini Istituto "Laura Bassi" Bologna
Stefano Sissa, Liceo delle scienze sociali "Laura Bassi" di Bologna
Beatrice Pramaggiore Istituto "Amoretti" Imperia
Stefania Stefanini Liceo delle Scienze Sociali Duca d'Aosta Padova
Beatrice Pramaggiore Istituto Amoretti di Imperia
Laura Ornano Licei "Stefanini" di Mestre
Doriana Tronchin Licei "Stefanini" di Mestre
Matilde Macaione Istituto " Ainis" Messina
Lucia Brigliadori Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno, Bologna
Rosalba Bobbio Liceo "De Cosmi " Palermo
Claudia Bacchilega Liceo classico "Dante Alighieri" Istututo Magistrale "Margherita di Savoia" Ravenna
Marzia Vacchelli Liceo delle scienze sociali "Vincenzo Capirola"di Ghedi(Bs)
Antonio Miotto Liceo delle Scienze Sociali " Duca d'Aosta" Padova
Alenka Rebula, Liceo delle Scienze sociali A.M Slomsek con lingua d' insegnamento slovena, Trieste
Francesca Moretto Istituto "Gambara" Brescia
Marco Borghesi Istituto "Gambara" Brescia
Aldo Tropepi Istituto "Gambara" Brescia
Angelo Crescimbeni Istituto "Gambara" Brescia
Francesco Bussacchetti Istituto "Gambara" Brescia
Claudio Bianchi Istituto "Gambara" Brescia
Miriam Fragalà Istituto "Gambara" Brescia
Giuseppina Greco Istituto "Gambara" Brescia
Rosa Di Dino Istituto "Gambara" Brescia
Pino Marchetti Istituto "Gambara" Brescia
Marco Traversari Istituto "Gambara" Brescia
Maurizio Marchini Istituto "Gambara" Brescia
Rocco Maulucci Istituto "Gambara" Brescia
Sergio Pasquandrea Istituto "Pieralli" Perugia
Pietro Boccia, Liceo "Leonardo da Vinci" di Vairano P. Scalo (CE)
Danila Baldo - Istituto "M. Vegio" - Lodi
Roberta Mozzi Liceo "Sofonisba Anguissola" Cremona
Vincenzo Cascino Liceo "S. Anguissola" Cremona
Luisa Rivetti Istituto Veronica Gambara Brescia
Stefania Fabris, Istituto ‘Pertini’ Genova
Vincenzo Pileggi Liceo delle Scienze T. Campanella Lamezia Terme (CZ)
Antonella La Rocca
Coordinatrice del Liceo delle Scienze Sociali
"IIS Cristoforo Marzoli", di Palazzolo Sull'Oglio, Brescia
Giovanni Fioravanti, Liceo "L. Ariosto" , Ferrara
Giuliana Amarandi, Liceo delle Scienze Sociali "Carducci", Ferrara
Carolina Manfredini,Istituto d' Istruzione Superiore" Vincenzo Capirola" , Liceo Scientifico e delle Scienze Sociali di Ghedi, ( BS)
Vittorio Fioresi, docente, Cento (FE)

 

 

 


 

 

 

 

Sottoscrivo la lettera sulla seconda prova con queste precisazioni:

  • non concordo sul riferimento al liceo psico pedagogico laddove si dice che i titoli proponevano forme di riflessione coerenti con quell'indirizzo.

Le tracce proposte infatti, se per le tematiche potevano dirsi all'incirca coerenti,non lo erano però per il metodo. Anche nel liceo psicopedagogico lo sforzo è sempre stato quello di perseguire scientificità e rigore al contrario dei titoli proposti che sprofondavano nella banalità e nella superficialità.

  • concordo con la collega Simonetta Corradini per quanto riguarda la necessità che le consegne indichino la tipologia testuale alla quale il candidato si deve attenere.

Ultima osservazione riguarda la richiesta di svolgimento di due delle tracce proposte contrariamente a quanto avviene per lo scritto di italiano ad esempio. Ritengo ingiustificata ed immotivata tale richiesta che dimostra una chiara svalutazione delle discipline interessate come i titoli di quest'anno confermano.

Lo svolgimento di una traccia da una prospettiva pluridisciplinare che coinvolge sociologia, antropologia e psicologia credo possa ben considerarsi lavoro adeguato ad un esame di maturità.

Grazie per l'attenzione, continuerò a seguirvi

4 luglio 2004

Lucia Brigliadori Liceo Leonardo da Vinci

Casalecchio di Reno, Bologna


 

 

Sono un'insegnante del Liceo "S.Pertini" di Genova, collega, da molti anni, di Giulio Tortello per il quale ho grande stima, al di là dell'amicizia.

Condivido le motivazioni di "A prescindere" che desidero sottoscrivere, e condivido anche le considerazioni di Lucia Brigliadori del Liceo Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno, Bologna, che, evidentemente, come me insegna da anni nell'indirizzo socio-psico-pedagogico Brocca, e non può far altro che constatare la perdita di quei riferimenti scientifici che abbiamo perseguito a fianco dei colleghi del Liceo delle Scienze Sociali.

 

Stefania Fabris, 6 settembre 2004

 

a.s. 2002/2003

anno scolastico 2002/2003 

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE 

CORSO SPERIMENTALE – Progetto “SCIENZE SOCIALI” 

Tema di SCIENZE SOCIALI


 

Il candidato svolga, a sua scelta, due dei quattro argomenti proposti. 

 

I° 

La mobilità sociale

…Le società industrializzate presentano tassi diversi di mobilità intragenerazionale e intergenerazionale, cioè possibilità di cambiare posizione sociale durante la vita lavorativa o di avere una posizione sociale diversa da quella del padre, poiché industrializzazione e terziarizzazione creano nuove posizioni sociali e quindi mobilità, talora anche in misura consistente. L’istruzione è il principale “merito” che in una società sviluppata è atto a consentire una mobilità sociale…

AA.VV. Manuale di sociologia, dir.Luciano Gallino, Torino 1994

Alla luce del brano sopra riportato:

› illustra il concetto di mobilità sociale;

› spiega le differenze fra società a mobilità sociale elevata e società a mobilità sociale bassa;

› illustra l'evoluzione storica del fenomeno della mobilità sociale nel nostro paese nell’età contemporanea;

› individua i fattori più significativi di mobilità sociale nella società contemporanea. 

 

 

II° 

“Il giornalismo, per un verso è industria, per l’altro servizio pubblico; in un certo senso è cultura, cioè ricerca per quanto possibile disinteressata della verità, dall’altro è ‘cultura socializzata’ e quindi politica e quindi calcolo, ricerca finalizzata. Dividere con un taglio netto questi diversi piani è impossibile, risolverli in una sintesi soddisfacente è molto più arduo di quanto ritengano i moralisti o coloro che, per comodità o vocazione, hanno scelto una volta per tutte di attestarsi sulla dimensione dell’industria, della cultura socializzata, della politica”

Enzo Forcella, Prefazione a A.Del Boca, Giornali in crisi, Torino, Ed. AEDA, 1968

Riflettendo sull’affermazione citata e basandoti sulle tue conoscenze, chiarisce:

  1. il ruolo della stampa nella società;
  2. se è possibile una obiettività assoluta o sono inevitabili i condizionamenti;
  3. cosa intende l’autore per “cultura socializzata” e per “industria culturale”. 

 

III° 

Il sentimento di precarietà prevale nei giovani – generazione di “frontiera”, soggetta ad una fase di ingente cambiamento – che paiono sempre più vivere in una prospettiva di breve termine, che nei casi estremi si concretizza nel muoversi giorno per giorno, limitando la naturale tendenza a progettare…Alla cultura della provvisorietà fa da corollario la tendenza alla variabilità continua, alla reversibilità delle scelte, che diventa, in un certo senso, mito della società contemporanea”.

G.Lazzarini, Le generazioni tra competizione e complementarietà in Risorse e generazioni a cura di G.Lazzarini e A.Cugno, Milano, Angeli 1973

Illustra il passo proposto alla luce delle tue conoscenze ed esperienze soffermandoti su:

  1. i fattori di natura sociale che concorrono a determinare il “sentimento di precarietà”;
  2. le motivazioni di natura psicologica che possono limitare la “naturale tendenza a progettare”
  3. i motivi per cui la reversibilità delle scelte può diventare “un mito” per i giovani d’oggi;
  4. le conseguenze sociali che sentimento della precarietà e aspirazione alla reversibilità delle scelte possono determinare, ad esempio, nella famiglia e nel lavoro. 

 

IV° 

“Signor B- Dobbiamo favorire la conservazione delle culture, ed evitare la loro distruzione. Contemporaneamente però, dobbiamo far sì che le culture si evolvano per spinte interne. Ciò che va salvato è la diversità, la ricchezza e la varietà delle esperienze umane.

Signor A – Dobbiamo però aggiungere che il sentimento della diversità non deve essere fonte di nazionalismi o regionalismi. La soluzione del problema è complessa!

Signor B – Tuttavia essa passa anche attraverso la consapevolezza che la ricchezza dell’umanità è nella sua diversità e complessità. Tutte le culture, le lingue, i dialetti, i generi di vita, gli esperimenti politici e sociali sono una potenziale fonte di novità. Con la diffusione delle informazioni, non sappiamo dove nascerà il Galileo del futuro, né se egli troverà spunto da una cultura che ha germi vitali sopiti sotto la cenere”

G. Mezzetti, Il sistema mondo, La Nuova Italia, Firenze 1985

Ispirandoti al dialogo immaginario del brano e basandoti sulle tue conoscenze es esperienze, illustra, anche attraverso esempi:

  • il concetto di diversità dal punto di vista antropologico e sociale: aspetti positivi e eventuali limiti;
  • le possibili contraddizioni globalità/localismo, esigenza di conservare le diversità/rischio di frenare l’evoluzione moderna delle varie culture e situazioni sociali;
  • il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nello sviluppo e nelle soluzioni del problema. 

 


Durata massima della prova: 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del vocabolario della lingua italiana.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

Commenti

anno scolastico 2002/2003

commenti alla seconda prova pervenuti al sito manzoniweb.it


 

Tracce poco spregiudicate, identiche nella forma agli argomenti del pedagogico, suggeriscono un’immagine della contemporaneità un po’ datata. 

Non voglio sparare sul pianista e unirmi a coloro che passano al microscopio le tracce d’esame, alla ricerca di peli nell’uovo. Ci mancherebbe altro. Anzi, sento un moto di umana comprensione per chi si è sobbarcato il compito di stendere le tracce della II prova. Portare a sintesi l’effervescenza immaginifica dei programmi e delle esperienze del Liceo delle Scienze Sociali non deve essere stato facile. E provo anche un po’ di gratitudine, visto che tutti gli argomenti usciti dalla busta n° 2 sono stati affrontati dagli studenti del corso dove ho lavorato con esiti, a giudizio della commissione, nel complesso confortanti; segno che le tematiche proposte erano, se non altro, accessibili.

Detto ciò, occorre comunque riflettere sul materiale offerto dal Ministero. Infatti, c’è da scommettere che i testi inviati da Roma saranno letti con cura speciale da chi lavora in un indirizzo in cui le indicazioni ministeriali sui programmi sono assenti. Ed è a partire da queste tracce che si rimodelleranno i programmi e i modi di lavorare del liceo.

Dunque, a botta calda, ecco una prima annotazione: le tracce replicano il modello del socio–psico–pedagogico. Gli argomenti proposti sono diversi nel contenuto, ma uguali nella forma. Per salvaguardare l’originalità dell’indirizzo sarebbe stato auspicabile, a mio parere, un novero di scelte più ampio, affiancando agli argomenti proposti temi specifici, corredati con materiali originali. Ad esempio: definire e commentare un quadro psico-sociale a partire da una tabella statistica da leggere e interpretare, oppure, con riferimento allo stage formativo, formulare una semplice ipotesi di inchiesta da completare con i metodi di ricerca più adatti, o ancora riflettere sui linguaggi multimediali con materiali tratti dai “nuovi” media. Un segno di originalità e di discontinuità avrebbe aggiunto un po’ di pepe ad un indirizzo che rischia di modellarsi sullo psicopedagogico e di configurarsi come una sua versione semplificata e avrebbe altresì fornito indicazioni di carattere metodologico per il futuro.

Poi vorrei soffermarmi sulle date e sulle fonti utilizzate: la contemporaneità ci ha regalato una fiammante formula uno lanciata a tutta velocità, cosicché pochi anni possono corrisponde a cambiamenti sostanziali nella definizione della situazione. 

  • Il primo dei quattro argomenti “la mobilità” è tratto da un testo scritto nei primi anni ’90, che offre dunque un quadro ampiamente superato. Anche il riferimento enfatico di Gallino al merito dell’istruzione lascia più d’una perplessità, si veda a tale proposito il censimento della popolazione, 1991 alla voce “Titolo di studio dei figli per status socio-economico dei genitori” e “Titolo di studio di genitori e figli di due generazioni a confronto”. 
  • Il secondo, sul ruolo della stampa, è un tema dal sapore storico. Oggi, la stampa, più che arrovellarsi sul tema dell’obiettività dell’informazione, è afflitta da una crisi acuta di identità che si traduce nel calo delle vendite; è assediata dai blog di internet, dalle news sui cellulari, dalla tv on demand e dalla seconda giovinezza della radio. Non a caso le nostre scuole sono oggetto di grande attenzione da parte dei quotidiani che, con una strategia di abitudine all’uso, tentano di colmare la distanza che li separa dalle nuove generazioni. 
  • Il tema della precarietà è, a mio parere, apprezzabile per il taglio pluridisciplinare dei quesiti che pone. Tuttavia il testo che fornisce lo spunto per la riflessione è stato steso nei primi anni ’70, dell’epoca aleggia l’odore stantio di termini mai entrati nel vocabolario di nessuna delle scienze sociali, a cui si somma il punto c) dei quesiti, che ha dato da pensare per trovare un’interpretazione plausibile: “I motivi per cui la reversibilità delle scelte può diventare “un mito” per i giovani di oggi” 
  • Nel dialogo proposto nel quarto argomento, tratto da un manuale di geografia per il biennio, due interlocutori sottolineano entrambi l’aspetto problematico del contatto con la diversità ed esaltano la ricchezza delle opportunità che questa offre. Qui si propongono quesiti a maglie larghe che lasciano un buon margine alla libera interpretazione dei candidati. 

Chiudo queste righe invitando i colleghi ad una riflessione che vada al di là dei contenuti e affronti problemi di metodo che ritengo centrali. Il diplomato del Liceo delle Scienze Sociali, a mio modo di vedere, dovrebbe essere in grado di leggere la contemporaneità a partire dalla capacità di decodificarne i documenti nella pluralità dei linguaggi e dei codici con cui essa si manifesta. 

Giulio Tortello

(pubblicato l'8 settembre 2003)

 


 

ISTITUTO MAGISTRALE STATALE “C. ALVARO”  LICEO DELLE SCIENZE SOCIALI - P A L M I (RC) 

Riflessioni e sintesi sulla seconda prova scritta della classe V sez. C

Prof. Baldessarro Maria Teresa

Anno scolastico 2002/2003

 

Le tracce della seconda prova scritta (scienze sociali) sono state coerenti alla programmazione effettuata nel corso dell’anno scolastico.

Per tale motivo le allieve, nonostante un primo momento di perplessità dovuto al timore per l’incognita delle tracce, dopo un’attenta lettura dei quattro quesiti oggetto d’esame, si sono subito rassicurate e messe nelle condizioni psicologiche di svolgere il compito.

Le allieve, infatti, hanno lavorato costantemente con senso di responsabilità, maturità ed autonomia, limitandosi a richiedere l’intervento dei docenti solo per eventuali chiarimenti riguardanti alcune interpretazioni delle tracce.

La scelta dei quesiti è stata distribuita in modo equilibrato poiché gli argomenti, in particolare due di essi, sono stati ampiamente sviluppati nel corso dell’anno scolastico ed approfonditi ulteriormente nelle ore di compresenza.

Alla fine della prova le allieve sono apparse soddisfatte e compiaciute del proprio lavoro, poiché in esso si è concretizzato l’obiettivo di tutto il percorso didattico intrapreso nel triennio. 

 

Percorso didattico

Sulla spinta delle richieste e curiosità avanzate dagli allievi nel corso del 4° anno scolastico ho deciso di fornire un’esposizione chiara ed esauriente dei concetti fondamentali della teoria psicoanalitica, dando un’impronta di carattere professionale (psichiatria, psicologo, assistente sociale, cultore di scienze sociali) come compete al loro corso di studi.

Dopo un’introduzione dei concetti fondamentali della psicoanalisi, siamo passati al funzionamento mentale sia normale che patologico, orientandoci verso una prospettiva antropologica.

Ciò si è concretizzato nella lettura e riflessione di alcuni articoli della rivista” Storia e medicina popolare” frutto di un convegno multidisciplinare di “Psichiatria, magia e medicina popolare” tenutosi nel 1991.

In tale prospettiva è apparso chiaro l’intreccio tra psichiatria e antropologia con particolare riferimento a quelli che sono i riti e le credenze popolari del nostro territorio.

Per definire ed approfondire tale aspetto abbiamo dedicato alcune ore alla lettura, commento e riflessione del testo “Sud e magia” di Ernesto De Martino.

A questo punto è stato automatico passare alla trattazione dell’antropologia come scienze dell’uomo.

Abbiamo considerato il rapporto uomo-ambiente fisico e di come quest’ultimo in modo considerevole influenzi non solo le culture ma anche le diverse razze.

Dopo avere analizzato l’equivoco storico “razze diverse-capacità intellettuali diverse, sul quale si è innescato tutto il complesso dei pregiudizi razziali fino ad arrivare alla punta estrema che è stato l’antisemitismo, abbiamo voluto soffermarci su un importante interrogativo: esistono i presupposti per un gran dialogo?

In un mondo sempre più globalizzato, dove il fenomeno dell’immigrazione vede in aumento, in modo irreversibile, il contatto tra diverse culture ha senso parlare di tradizioni, usi e costumi locali?

In quale modo può avvenire l’integrazione tra le diverse culture senza correre il rischio di dover perdere quello che c’è di positivo e originale in ognuna di esse?

E’ giusto che gli stati occidentali intervengano a proposito di situazioni derivanti da fattori culturali ma che nel concreto ledono i principali diritti umani? ( vedi il caso di Amina, l’infibulazione, ecc...)

Tutti questi sono stati gli interrogativi messi in campo durante il percorso didattico, per i quali si è lasciata libertà di interpretazione agli allievi.

Tali tematiche sono state ulteriormente approfondite nelle ore di compresenza con filosofia dove si è data maggiore attenzione all’aspetto psicologico riguardante l’accettazione delle diverse etnie.

Dopo avere esaminato i rapporti tra individuo e gruppo presso le società primarie ci siamo soffermati sul processo di socializzazione per individuare i meccanismi di trasmissione del patrimonio culturale.

Sulla scia della corrente di pensiero del Positivismo abbiamo chiarito il senso della sociologia come disciplina scientifica con un approccio teorico e pratico al normale procedimento di ricerca nell’indagine sociologica ed ai principali metodi di rilevazione.

Abbiamo infine affrontato lo “stato del benessere” o ”welfare state” nelle sue origini, nel suo sviluppo e nella sua crisi che ha visto la nascita del terzo settore.

Ambito nel quale è stato inserito il progetto “Diogene, alla scoperta dell’altro” che nel quinto anno ha affrontato la condizione dell’anziano e del portatore di handicap.

Nelle tesine individuali presentate all’esame gli allievi si sono orientati in modo abbastanza eterogeneo, come dimostrano gli argomenti affrontati:

1. La sociologia come disciplina scientifica.

2. La ricerca sociale con simulazione di interviste.

3. Freud e lo sviluppo psicosessuale con un riferimento specifico all’omosessualità.

4. L’angoscia come reazione alla perdita di certezze.

5. La sottomissione: aspetto psicologico e sociologico. 

 

COLLOQUIO ORALE

Titoli dei percorsi, materie coinvolte e relative tematiche. 

BAGALA’ ILARIA
IL NEOREALISMO

Italiano: Moravia, Gadda e Calvino

Scienze Sociali: Neorealismo nel cinema

Filosofia: Scuola di Francoforte

Storia: La seconda guerra mondiale e ricostruzione

Francese: Le théâtre de l’absurde,E. Ionesco

Inglese :Absurd and Anger, Samuel Beckett

 

BASILE LAURA
DECADENTISMO (lavoro multimediale)

Italiano : D’Annunzio

Scienze Sociali : Freud e la psicoanalisi

Filosofia: Crisi del positivismo, Nietzsche

Storia: I guerra mondiale, Fascismo, Nazismo, II guerra mondiale

Francese: Baudelaire

Inglese: Oscar Wilde

 

CARBONE DANIELA, PALMIERI MARIA TERESA
L’ OMOSESSUALITA’

Italiano: Sandro Penna (Le nere scale della mia taverna, Mi nasconda la notte e il dolce vento); P.P. Pasolini (Amado mio, Atti impuri)

Scienze sociali: L’ omosessualità nell’ adolescenza, Freud e l’ omosessualità

Filosofia: Le teorie freudiane

Storia: Il razzismo nei regimi totalitari, Fascismo e Nazismo al potere

Francese: L’ individualisme de Andre Gide

Inglese: The personality of Oscar Wilde

Diritto: leggi e contraddizioni 

 

COGLIANDRO FRANCESCA
CRISI E ANGOSCIA ESISTENZIALE DELL’ UOMO NEI PRIMI ANNI DEL ‘900

Italiano: Moravia, Pirandello

Scienze sociali: Sigmund Freud e la psicoanalisi

Filosofia: Nietzchie, Schoopenaur

Storia: Nazismo

Francese: Eugene Ionesco, Baudelaire

Inglese : The Modern Age (1890-1930)

Storia dell’ arte : “L’ urlo” di Munch 

 

DEBORAH ELENA IANNINO

IL PRIMO NOVECENTO E LA CRISI DELLE CERTEZZE

Italiano : I Futuristi e D’Annunzio (l’ ideale del super uomo)

Scienze sociali : L’ angoscia come reazione alla perdita di certezze

Filosofia: Nietzchie

Storia: La prima Guerra Mondiale cause- effetti

Francese : Baudelaire (lo spleen - angoscia)

Inglese : The Modern Age

Matematica : Le funzioni (definizioni) 

 

LONGO VALENTINA
CONFLITTI E CONFLITTUALITA’

Italiano : Kafka e Svevo

Scienze sociali : Freud e le tre fasi : Orale- Anale- Fallica

Filosofia : Sartre

Storia : I e II Guerra Mondiale

Francese : Camus

Inglese : Joyce 

 

LOPREVITE DANIELA
SOCIETA’, CULTURA E POLITICA NELL’ ETA’ DEL REALISMO

Italiano : Verismo- la rivoluzione stilistica e tematica di G.Verga- Rosso Malpelo

Scienze sociali : Precursore della sociologia : A. Comte – la sociologia come disciplina scientifica

Filosofia : l’ età del positivismo e la filosofia di A. Comte

Storia : L’ Imperialismo e le politiche coloniali a cavallo tra i due secoli

Francese : Le Naturalisme et son maitre : E. Zola sa vie et ses œuvres

Inglese : C. Dickens : life and works – Coketown 

 

MUJA’ CARMELA
VIAGGIO

Italiano: Il viaggio nella letteratura da Omero a internet ,viaggio senza speranza : “Se questo è un uomo” Primo Levi

Scienze sociali: viaggio di speranza : l’immigrazione

Filosofia : viaggio demistificatore (Nietzsche)

Storia : i viaggi nel dopoguerra

Francese : il viaggio spirituale (Baudelaire)

Inglese : il viaggio di Ulisse (Joyce)

Progetto triennale “Diogene” : il viaggio come scoperta dell’ altro e di noi stessi 

 

PAGANO ROSA

LA GUERRA

Italiano : Ermetismo- Ungaretti- Montale- Quasimodo

Scienze sociali : La guerra come psicoterapia di gruppo- guerra e pace tra animali

Filosofia : Nietzsche e Sartre

Storia : I e II Guerra Mondiale

Francese : Exsistentilisme- Albert Camus

Inglese : The Second World War and the war writers 

 

RIGANATI VALENTINA

IL FEMMINISMO E LE SUE CONQUISTE (lavoro multimediale)

Scienze sociali: Introduzione.Le differenze, le mutilazioni sessuali, il caso Amina

Italiano: La donna in Gadda e Moravia

Filosofia: Anna Haredt e le filosofe di Diotima

La donna nella storia italiana e americana

Inglese :women’s Liberation Movement in England – Emily Bronte

Francese : le nouveau roman et Marguerite Duras 

 

SERRAO ANTONELLA

1968

Introduzione : la società del benessere- le rivoluzioni studentesche

Italiano : l’ intellettuale degli anni ’60, il Menabò - Paolo Volponi

Scienze sociali : intervista ai sessantottini – la ricerca sociale

Filosofia : la scuola di Francoforte Marcuse

Storia : il 68 in Italia

Francese : Le nouveau roman Margherite Duras

Inglese : Contemporary literature 

 

SCULLI ANNA
DECADENTISMO

Italiano : Svevo (la figura dell’ inetto), D’Annunzio (la figura del superuomo)

Scienze sociali : sottomissione aspetto sociologico e psicologico

Filosofia : Nietzsche

Storia : Hitler

Francese : Boudelaire

Inglese : decadentismo 

 

VACCARI PASQUALINA
LA SECONDA META’ DELL’800

Italiano : Verga e il Verismo

Scienze sociali : la sociologia

Filosofia : Comte e il Positivismo

Storia : i problemi dell’Italia tra il 1860-1880

Francese : Emile Zola

Inglese : C.Dickens.

 

(pubblicato il 1 settembre 2003)

 


 

Scrivo per raccontarvi i miei esami.

Si, proprio i miei e non quelli della mia quinta del Liceo delle scienze sociali di Messina.
La mattina del 19 Giugno infatti, ero io sotto esame e (consentitemi il coinvolgimento) tutti noi che in questi cinque anni di sperimentazione abbiamo cercato di tradurre in un curricolo coerente:

  • le indicazioni didattiche che ci provenivano dal gruppo di lavoro nazionale;
  • le diverse esperienze vissute in questi anni di formazione;
  • le riflessioni personali che scaturivano dalle nuove letture;
  • la ricchezza proveniente dai confronti con colleghi di diverse parti d'Italia
  • e tutto l'entusiasmo e la fatica che abbiamo riversato in questo nuovo indirizzo, nato con passo incerto sulle ceneri del Magistrale ma cresciuto "in sapienza e intelligenza" abbastanza in fretta.

La serenità o il panico con cui i nostri alunni/e avrebbero affrontato la seconda prova ci avrebbero detto se le carte giocate erano quelle giuste o se avevamo bluffato. Non a caso parlo di carte, perché la sensazione provata mentre la preside "spizzicava" la busta con i quesiti di scienze sociali era proprio quella di chi si aspetta l'ultima carta di cuori per completare il prezioso colore che tiene già in mano. Devo dire che il mio sorriso è stato per i ragazzi il miglior "in bocca al lupo" che potessero ricevere. I quesiti, infatti, erano adeguati e pertinenti all'indirizzo, tutti ponevano argomenti affrontati e metabolizzati dalla classe, inoltre anche la presentazione delle tracce non lasciava spazio a fraintendimenti: la prova è di scienze sociali e non di pedagogia, non scimmiotta il vecchio magistrale o altri indirizzi (psico-pedagogico Brocca o pedagogico) ma rispetta pienamente il lavoro svolto in questi anni.

La seconda sorpresa positiva ( dopo quella ministeriale) mi è giunta dagli alunni/e, non posso parlare dei compiti (che mi appresto a correggere) ma della sensazione di sereno impegno con cui i ragazzi/e hanno imbracciato la penna e cominciato a scrivere; da alcune indicazioni ho percepito che tutte le tracce (salvo la terza) hanno riscosso successo e sono state affrontate utilizzando diverse prospettive delle scienze sociali. Il primo quesito per esempio, che riguardava la "mobilità sociale" poteva essere svolto servendosi soltanto del sapere sociologico, invece alcuni hanno introdotto anche riflessioni di tipo antropologico suggerendo confronti con culture non occidentali; il quesito sul giornalismo (ben formulato perché poneva l'accento sugli aspetti meno banali del fenomeno) ha consentito di mettere a frutto i risultati di un progetto triennale della nostra scuola che ha spaziato su diversi aspetti : dalla sociologia della comunicazione all'economia aziendale , dall'uso significativo del linguaggio giornalistico alla riflessione sul metalinguaggio dei media, dai condizionamenti culturali all'analisi critica della società .; il quarto quesito proponendo il tema della diversità culturale (proposto anche questo senza concessioni a discorsi superficiali sul razzismo e sulla società multietnica) ha permesso a tutti gli alunni (anche i meno dotati) di affrontare la prova "muovendosi" entro acque tranquille e note.

Il terzo quesito (bellissimo!) sulla reversibilità delle scelte non ha ricevuto uguale attenzione dai miei ragazzi che (giustamente) hanno preferito non rischiare di cadere in una argomentazione troppo personale e priva di sufficienti riferimenti scientifici.
La seconda prova è andata, adesso... appuntamento agli orali!
Buon lavoro a tutti

Josette Clemenza (Istituto AINIS Messina)

(giugno 2003)

 


 

Mi sembra che i nostri studenti abbiano affrontato in maniera
serena la seconda prova. Anche quelli che fanno più fatica hanno
riconosciuto che avevano gli elementi necessari per affrontare i quesiti
proposti, segno che la direzione in cui ci siamo mossi era buona.
Personalmente ritengo che le tracce nella loro forma generale siano
congruenti all'indirizzo delle scienze sociali, anche se mi hanno lasciato
un po' perplesso le fonti, evidentemente molto datate, soprattutto quella
relativa alla cultura giovanile -1973 siamo nel periodo del riflusso!!

ignorando le fonti IARD, ...mah!..

Antonio Lionello

(giugno 2003)

 

 

a.s. 2001/2002

anno scolastico 2001/2002

 

Esami di Stato - Sessione 2002: Seconda prova scritta

Corso sperimentale ‘Proteo’ - Indirizzo Sociale

Tema di Pedagogia


 

Il candidato svolga a sua scelta due tra i quesiti proposti

 

Io vedo nel genere umano due specie di diseguaglianza, la prima che chiamo naturale o fisica, e l’altra che si può chiamare…morale e politica…Questa consiste nei diversi privilegi di cui alcuni godono a scapito di altri, come l’essere più ricchi, più onorati, più potenti”.
J.J.Rousseau, Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini, Firenze 1973

Il candidato, partendo dal passo proposto e alla luce delle sue conoscenze ed esperienze, illustri:

  1. le radici delle due diseguaglianze;
  2. il ruolo dell’educazione rispetto alle diseguaglianze;
  3. le ipotesi di superamento degli effetti sociali della disuguaglianza naturale e fisica.

 

II°

Negli artt. 1 e 2 della “Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo” del 10 Dicembre 1948, si afferma che:

  • ogni individuo ha diritto all’istruzione;
  • l’educazione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle sue libertà fondamentali.

Il candidato, riflettendo su tali affermazioni e alla luce delle sue conoscenze ed esperienze, illustri:

  1. la differenza tra istruzione ed educazione;
  2. il rapporto tra diritti e doveri nell’educazione;
  3. il valore dell’educazione alla libertà.

 

III°

I bambini e le famiglie hanno il diritto di essere difesi dalla irresponsabilità degli attuali programmatori delle radiotelevisioni pubbliche e private” (Cooperativa “Casa delle arti e del gioco”, aa.vv. 1977)

Il candidato, alla luce delle sue conoscenze ed esperienze, illustri:

  1. il ruolo della televisione nell’educazione del cittadino italiano;
  2. le responsabilità degli educatori rispetto alla fruizione dei programmi;
  3. le diverse aspettative della scuola e della famiglia rispetto ai programmi televisivi.

 

IV°

Sono le condizioni di vita e di messaggi che provengono dagli addetti e dai media – e che poi vengono filtrati e trasmessi anche attraverso i coetanei – ad influire sui bambini, e della cultura, e quindi la scuola, il grande strumento di lotta contro il razzismo”.

A.Oliviero Ferraris, Il razzismo tra i bambini in “Insegnare”, 1994

Il candidato alla luce delle sue conoscenze ed esperienze, illustri:

  1. il ruolo della scuola rispetto alla lotta al razzismo;
  2. il rapporto tra il messaggio “verticale” e quello “orizzontale” dei coetanei;
  3. le strategie culturali di prevenzione al razzismo.

 


Durata massima della prova: 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del vocabolario della lingua italiana

Non è consentito la sciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

 

 

a.s. 2000/2001

anno scolastico 2000/2001

 

Sessione ordinaria 2001 seconda prova scritta

Esame di stato di istituto magistrale

Indirizzo sociale Corso sperimentale

Quesiti di PEDAGOGIA


 

Il candidato svolga a sua scelta due tra i quesiti proposti

 

Mentre multiculturale descrive una mescolanza pluralistica di culture e di gruppi all’interno dei paesi europei, interculturale sta a significare il processo attivo di comunicazione e di interazione fra quelle culture per l’arricchimento reciproco di entrambe” (dalla definizione del Consiglio d’Europa del 1984). Il candidato, alla luce degli studi compiuti, illustri le fasi del processo di integrazione e le diverse modalità di intendere il percorso formativo.

 

II°

Con riferimento al percorso di studi compiuto, il candidato illustri l’esperienza dello stage come momento formativo in cui si coniugano conoscenza e azione, sapere e fare.

 

III°

I mutamenti demografici alle soglie del XXI secolo e la questione della terza età. Il candidato, alla luce delle sue conoscenze, illustri i principi di una pedagogia del corso della vita.

 

IV°

“La scuola è l’unica sede in cui si presentano in forma ordinata e relativamente completa le istituzioni dei vari saperi, diversamente da quanto accade per le informazioni più o meno occasionali che vengono fornite da altre sedi” (documento della commissione dei Saggi 1998). Il candidato, alla luce delle sue conoscenze, illustri il ruolo specifico della scuola come una delle tante agenzie di informazione ed il rapporto, o la differenza, tra la scuola e le altre agenzie.

 

 


Durata massima della prova 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del vocabolario della lingua italiana

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema

a.s. 1998/1999

 

Sessione ordinaria 1999 seconda prova scritta

Esame di stato di istituto magistrale

Indirizzo sociale Corso sperimentale

Quesiti di PEDAGOGIA


 

Il candidato svolga a sua scelta due tra i quesiti proposti

 

I° 

Jean Dominique Bauby, colpito da una grave malattia, poteva controllare solo l’occhio sinistro e, sbattendo la palpebra, secondo un preciso codice interpretato da amici, ha scritto il libro “Lo scafandro e la farfalla”.
Il candidato, partendo da questo caso, alla luce delle sue conoscenze e/o esperienze, illustri:

  1. la necessità, per comunicare con i disabili, di trovare sempre nuovi codici
  2. il contributo delle scienze sociali per ‘allargare l’universo comunicativo’
  3. il rapporto tra linguaggi e comunicazione 

 

II° 

Hans Georg Gadamer afferma che l’avvento della televisione segna la fine dell’esperienza del dialogo, la catena a cui l’uomo moderno è legato dalla testa ai piedi. Il candidato, prendendo spunto dal brano citato, alla luce delle sue conoscenze e/o esperienze, illustri

  1. la televisione come attore della funzione narrante prima esercitata dagli adulti
  2. la televisione come ostacolo al gioco all’aperto
  3. la televisione come attore della seconda oralità 

 

III° 

Nel Rapporto 1997 sulla condizione dell’infanzia in Italia, si mette in rilievo il divario tra conoscenze enciclopediche e scarsità di esperienze del bambino d’oggi, definito “con la testa di Einstein ed il corpo di un pulcino”. Ciò è dovuto alla “paura del traffico, dell’inquinamento, dei pedofili, alla paura della paura”, per cui i bambini sono sempre sorvegliati dagli adulti.
Il candidato, con riferimento anche agli studi compiuti illustri

  1. le terapie da adottare per liberare i grandi, gli adulti dalla paura
  2. la differenza tra paura di…e paura della paura
  3. un’ipotesi di intervento pedagogico che restituisca al bambino le sue reali dimensioni 

 

IV°

La mano è il mezzo che ha reso possibile all’umana intelligenza di esprimersi ed alla civiltà di proseguire nella sua opera. Senza la mano il valore intrinseco ed il carattere delle funzioni dell’umanità intelligente sarebbero stati annichiliti. La mano è l’organo dell’espressione ed anche nel mondo dell’immaginazione ha avuto virtualmente il primo posto” (Katz)
Il candidato, alla luce delle sue conoscenze di studio, illustri

  1. il valore dell’immaginazione nella formazione del pensiero
  2. il rapporto tra manualità e razionalità
  3. la possibilità di costruire protesi in sostituzione della mano 

 


Durata massima della prova 6 ore

E’ consentito soltanto l’uso del vocabolario della lingua italiana

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema