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Qui a destra trovi l'elenco dei documenti di riferimento della rete Passaggi.

Riteniamo la loro lettura come momento imprescindibile per stabilire un terreno di raccordo e di confronto su un piano comune, quindi ne raccomandiamo caldamente la visione.

 

 

 

Documento fondativo del Liceo delle Scienze Sociali

 

L'indirizzo di Scienze Sociali: il profilo formativo e gli assi culturali

Roma 7/2/2000 

 

Il cammino percorso

L’indirizzo di Scienze sociali, sperimentato da 168 istituzioni scolastiche nell’anno scolastico 1998-1999 e autorizzato per il 1999-2000 in altre 56 scuole (compresi nove corsi serali), raccoglie e porta a maturazione un lavoro di ricerca culturale che dura da più di vent’anni. Dal 1974, infatti, utilizzando lo strumento del DPR 419, si introducevano nelle scuole della Direzione Classica – ma anche in alcune della Tecnica – curricoli che fondavano sulle scienze umane e sociali il loro nucleo caratterizzante e aprivano la via a forme di sperimentazione di percorsi culturali e formativi fortemente caratterizzati in senso sociale.

Il Decreto interministeriale del 10 Marzo 1997, che ha soppresso il corso di studi ordinario dell’Istituto e della scuola magistrale a partire dall’a.s. 1998-99, ha previsto pure, con l’art. 3, l’istituzione di “una nuova tipologia di istituto di istruzione secondaria di secondo grado”. Il Decreto ha così concluso una fase storica aprendo, al tempo stesso, nuove e promettenti prospettive di ricerca.

Pertanto, sia i significativi momenti di ricerca scientifica e didattica sia le modifiche ordinamentali hanno portato all’affermarsi della sperimentazione del nuovo indirizzo di Scienze sociali.

 

Il profilo formativo

Il profilo formativo dell’indirizzo delle Scienze sociali va collocato in uno scenario che pone al centro dell’attenzione la società complessa e le sue caratteristiche di globalizzazione e di comunicazione. In questo contesto la scelta delle Scienze sociali come pilastro portante di un percorso formativo colma lo iato che si era determinato tra l’assetto scolastico del nostro paese e quello di più mature esperienze europee. Il confronto internazionale, infatti, dimostra la produttività degli indirizzi di Scienze sociali nei curricoli delle scuole secondarie. Nell’attuale panorama culturale appare quindi necessario disegnare uno specifico indirizzo di studio centrato sulla conoscenza della pluralità delle culture, delle strutture e delle stratificazioni sociali, delle articolazioni normative ed economiche, dell'insieme delle dinamiche formative e della dimensione psicologica propria dei comportamenti individuali e collettivi.

La complessità e la pluralità delle culture impone, infatti, l’utilizzazione delle Scienze sociali nel loro ampio spettro. Queste, pur delineate dalla specificità dei rispettivi linguaggi, richiedono comunque di essere tra loro integrate per poter rispondere alla necessità di interpretazione di contesti problematici.

Il percorso formativo previsto dall’indirizzo di Scienze sociali si proietta verso la conoscenza del mondo contemporaneo ed è quindi fondato sugli strumenti e sui metodi per acquisire tale conoscenza. Al centro dell’apprendimento ci saranno gli esseri umani nel loro ambiente fisico, nel loro ambiente geopolitico e nella rete delle loro relazioni; gli esseri umani che vivono in società, si organizzano in strutture politico-istituzionali, creano forme di produzione economica.

Ne consegue che gli allievi dovranno impadronirsi degli strumenti concettuali e delle tecniche di analisi indispensabili per organizzare le loro conoscenze – sia quelle acquisite all’interno dell’istituzione scolastica, sia quelle elaborate nel contesto sociale di cui sono parte – nel quadro di una lettura critica del mondo contemporaneo. A questo fine concorrono le diverse Scienze sociali, ognuna contribuendo alla formazione di tale apparato metodologico e critico, con propri orientamenti e strumenti intorno a nuclei fondanti atti a consolidare le specificità e al tempo stesso le trasversalità disciplinari. In questo quadro, dare valore alla contemporaneità esige che si risalga alla “genealogia” degli avvenimenti e che si assumano i diversi contesti temporali in cui si collocano fenomeni ed eventi: esige pertanto che si esplori il passato, anche per filtrare il flusso delle informazioni che ci assalgono freneticamente per analizzarle, sceglierle, collegarle al fine di conferire loro senso e significato.
Le esperienze di osservazione e di interazione con la realtà locale svolgeranno un ruolo fondamentale per l’orientamento e per la crescita culturale nel suo complesso.

Pertanto, l’impianto concettuale di questo indirizzo richiede la conoscenza:

  • dei principi metodologici per analizzare i fenomeni della contemporaneità ricollegandoli sia alle loro specificità storiche e sociali sia agli orientamenti di una cultura globale che si va affermando indipendentemente da legami e condizionamenti territoriali;
  • dell’articolarsi delle differenze culturali sia nelle dinamiche degli incontri, delle opposizioni, delle convergenze, delle contaminazioni del passato e del presente, sia
  • nelle caratteristiche specifiche e peculiari di ogni cultura;
  • dell’interazione continua e problematica fra natura e cultura che oggi assume particolare rilievo di fronte agli sviluppi più avanzati del pensiero scientifico e delle sue applicazioni in campo tecnologico.

Il profilo dell’indirizzo consente al soggetto che esce da tale percorso di proseguire gli studi superiori o di inserirsi direttamente nel mondo del lavoro, sulla base di scelte motivate anche dalla specificità del profilo stesso. Questo è caratterizzato da una mappa di competenze così configurabile:

 

Lettura della società 

  • Saper riconoscere e analizzare aspetti della società utilizzando le diverse prospettive disciplinari
  • Saper ricostruire la dimensione storica dei fenomeni sociali per collocarli nei diversi contesti

 

Rapporto io-altri 

  • Saper interagire e collaborare con istituzioni, persone e gruppi anche di culture diverse
  • Saper inquadrare problemi di organizzazione sociale, di formazione e di gestione delle risorse umane
  • Saper affrontare la provvisorietà
  • Saper gestire il contrasto e la conflittualità
  • Saper progettare interventi nel territorio coerenti con le esperienze maturate

  

Gli assi culturali 

Dal profilo formativo qui delineato si ricavano alcuni assi culturali intorno ai quali deve essere organizzato il modo coerente e compatto il piano di studi: 

  • applicazione ai fenomeni sociali di un metodo scientifico che si differenzia in relazione alla specificità degli oggetti di studio;
  • utilizzazione di una prospettiva storica per lo studio della contemporaneità nelle sue diverse articolazioni;
  • consapevolezza delle differenze culturali nelle loro dinamiche di incontro, opposizione, divergenza e convergenza, nel quadro degli attuali processi di globalizzazione. 

A loro volta gli assi culturali si collocano all’interno di un comune orizzonte che è quello storico-antropologico, fortemente innervato da una accentuata dimensione scientifica nell'approccio ai problemi. Da ciò discende che i nuclei fondanti propri dell'indirizzo devono essere individuati tenendo presente l’evoluzione generale del pensiero scientifico e il suo impatto sulle trasformazioni della società, con particolare attenzione ai nuovi metodi della ricerca sociale. 

A partire dai tre assi sopra definiti si possono quindi identificare i seguenti punti di aggregazione dei saperi all’interno dei quali i nuclei fondanti dovranno essere individuati e interrelati:

  • culture, linguaggi, comunicazione;
  • ambiente, popolazione e risorse della terra;
  • conoscenza del territorio di riferimento nei suoi aspetti fisici e antropici;
  • individuo e interazione sociale;
  • processi economici di produzione e distribuzione;
  • processi politici e istituzioni giuridiche. 

L’indirizzo così delineato comporta una ristrutturazione innovativa della didattica, nei contenuti e nei metodi, in coerenza con il processo di attuazione dell’autonomia scolastica. 

Nel quadro del riordino dei cicli, il Gruppo di lavoro esprime meditatamente il parere che la collocazione più adeguata dell’indirizzo delle Scienze sociali è rappresentata dall’ambito scientifico. 

 

Il Gruppo di lavoro per l’indirizzo delle Scienze sociali

Roma, 7 Febbraio 2000 

Isp.ce Anna Sgherri, con l'incarico di coordinamento
Isp.ce Elena Bertonelli
lsp.ce Antonia Borrello
Isp. Luigi Clavarino
Preside Michele Tortorici
Preside Franca Sibilio – I.M."Margherita di Savoia" Napoli
Preside Aurora Del Monaco - I.M. Pozzuoli (NA)
Preside Roberto Di Masi - Scuola Magistrale Montessori – Roma
Prof.ssa Lucia Marchetti - L.G. "Ariosto" - Ferrara - Ordinario di Storia e Filosofia
Prof.ssa Clotilde Pontecorvo - Università "La Sapienza" Roma - Componente del Consiglio Italiano per le Scienza sociali
Prof. Alessandro Cavalli - Università di Pavia - Componente del Consiglio Italiano per le Scienze Sociali
Prof.ssa Elena Aga Rossi - Università de L'Aquila - Componente del Consiglio Italiano per le Scienze sociali
Prof. Mario Caciagli - Università di Firenze – Componente del Consiglio Italiano per le Scienze sociali
Prof.ssa Matilde Callari Galli - Università di Bologna - Ordinario di Antropologia Culturale
Prof.ssa Gabriella Cundari - Università di Napoli – Ordinario di Geografia Antropica
Prof. Franco Frabboni - Università di Bologna - Ordinario di Pedagogia.
 
 

Lo statuto di Passaggi

 

SOMMARIO

 


 

COSTITUZIONE 

Art. 1

  1. E' costituita una Associazione di Scuole in Rete (di seguito indicata anche come Rete) a carattere nazionale, che raggruppa Istituzioni Scolastiche autonome della Scuola Secondaria di secondo grado, denominata «PASSAGGI. LE SCIENZE SOCIALI IN CLASSE», con sede in Messina, presso ISTITUTO MAGISTRALE STATALE "EMILIO AINIS" (*), Via A. Freri.
  2. La sua attività si estende a tutto il territorio della Repubblica. 

 

DURATA

Art. 2

  1. La durata della associazione é illimitata. II suo scioglimento può essere deliberato solo da una seduta straordinaria dell'Assemblea generale degli Istituti aderenti - nella persona del legale rappresentante o di un suo delegato - che delibera a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. 

 

SCOPI

Art. 3

  1. L'Associazione di Scuole in Rete «Passaggi. Le scienze sociali in classe» ha lo scopo di promuovere i processi di innovazione del curricolo liceale di scienze umane e sociali con riferimento sia all'asse epistemologico-culturale, sia alle pratiche didattiche. In quanto tale può assumere iniziative e formulare proposte ai sensi dell'art. 11 del DPR 275/99.
  2. Sotto questo profilo essa si configura come un coordinamento di istituzioni scolastiche che intendono realizzare un'attività di ricerca teorica e di pratica didattica attraverso lo studio, il confronto, lo scambio e la produzione di materiali di lavoro.
  3. Per la realizzazione di tali attività, le istituzioni scolastiche aderenti si impegnano ad una partecipazione attiva e ad un protagonismo associativo.
  4. L'attività sarà anche rivolta alla costruzione di rapporti di collaborazione su progetti tra istituzioni scolastiche e contesti territoriali. In particolare si ricercheranno le coerenti forme di integrazione tra il percorso curriculare e le varie espressioni del mondo della produzione e del lavoro, dei servizi alla persona pubblici e privati, del volontariato.
  5. I risultati raggiunti saranno diffusi tra le istituzioni scolastiche che realizzano curricoli di scienze umane e sociali e saranno portati all'attenzione sia della ricerca accademica, sia delle istituzioni politico - amministrative.
  6. In particolare, ai sensi degli artt. 6 e 7 del DPR 275/99, l'Associazione esercita, in forma associativa le seguenti attività:
    1. la formazione e l'aggiornamento culturale e professionale di docenti che abbiano maturato esperienze significative di costruzione e gestione didattica del curricolo di scienze umane e sociali;
    2. la ricerca, la sperimentazione e l'innovazione metodologico-didattica;
    3. la documentazione, lo scambio e la diffusione delle esperienze didattiche prodotte dalle scuole in rete.
    4. la stipula di convenzioni con enti pubblici e privati per la gestione di corsi e seminari, e la fornitura di servizi nell'ambito dei propri scopi istituzionali;
    5. la redazione e l'edizione di libri e testi di ogni genere nonché di pubblicazioni periodiche e multimediali.
    6. la progettazione di percorsi di formazione e stage in ambito culturale e sociale in collaborazione con enti pubblici e privati anche tramite le risorse economiche europee, nazionali, regionali, provinciali, comunali e le Fondazioni.
  7. Per il raggiungimento di dette finalità l'Associazione potrà aderire a qualsiasi ente pubblico o privato, locale, nazionale o internazionale, nonché collaborare con essi e con organismi, movimenti o associazioni coi quali ritenga utile avere collegamenti. L' Associazione potrà inoltre ricevere contributi e sovvenzioni di qualsiasi natura da enti pubblici o privati, locali, nazionali o internazionali offendo la propria assistenza e consulenza in ognuno dei campi in cui svolge la propria attività.
  8. L'Associazione di Scuole in Rete «Passaggi. Le scienze sociali in classe» si propone come interlocutore di associazioni di categoria e di soggetti istituzionali a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.
  9. L'Associazione può inoltre compiere tutte le operazioni finanziarie, mobiliari e immobiliari, aventi pertinenza con gli scopi associativi.

Per il raggiungimento degli scopi, l' Associazione potrà usufruire di contributi erogati da enti pubblici e privati. Potrà, inoltre, stipulare delle convenzioni con enti pubblici e privati.

 

INIZIATIVE E MODALITA' ORGANIZZATIVE

Art. 4

  1. La Rete promuove ogni anno, per i propri aderenti, almeno un seminario di studio della durata minima di due giorni.
  2. L'individuazione del tema da trattare e delle modalità di svolgimento dell'iniziativa viene decisa prima della conclusione dell'appuntamento annuale del seminario precedente della Rete, in modo che ciascun istituto aderente, attraverso il docente che lo rappresenta, venga coinvolto nelle scelte culturali e organizzative.
  3. Uno degli istituti scolastici aderenti alla Rete é scelto, annualmente, come sede del seminario di studi e svolgerà il compito di organizzatore dell'evento. In particolare contatterà gli eventuali relatori e curerà in sede locale gli aspetti relativi alla logistica (accoglienza e prenotazione alberghiera, funzionalità della sede dei lavori). 

Art. 5

  1. Quando lo ritenga opportuno la Rete può organizzare seminari di presentazione, di confronto e di diffusione delle proprie esperienze culturali e didattiche, rivolte ad istituti scolastici interessati che ne facciano richiesta, anche se non fanno parte della Rete.
  2. Gli istituti scolastici aderenti alla Rete si impegnano a dotarsi degli strumenti necessari per la pubblicizzazione e diffusione delle esperienze didattiche realizzate con tutti i mezzi che riterranno più idonei.

 

PATRIMONIO

Art.6

  1. II patrimonio dell' associazione é costituito dalle quote sociali, dai beni acquistati con i contributi degli associati, dai contributi di enti pubblici e privati e di privati cittadini, da eventuali erogazioni, donazioni e lasciti, dal ricavato dell' organizzazione di manifestazioni, e da ogni altra entrata che concorra a incrementare l'attivo sociale.

 

SOCI

Art. 7

  1. II numero dei soci é illimitato
  2. Sono soci dell' Associazione di Scuole in Rete «Passaggi. Le scienze sociali in classe» le istituzioni scolastiche che condividendone le finalità, ne facciano richiesta ai sensi del comma seguente.
  3. L'istituzione scolastica che intende aderire alla Rete inoltra la richiesta formale alla scuola capofila, di cui al successivo art. 17, accompagnata da una sintetica documentazione della propria storia formativa e dalla delibera del Collegio dei Docenti, e ne fa menzione nel proprio Piano dell' offerta Formativa.
  4. Ogni nuova candidatura deve essere approvata a maggioranza dal Consiglio Direttivo di cui al successivo art. 16, salvo ratifica della maggioranza semplice degli istituti componenti la Rete, costituiti in Assemblea nel corso del seminario annuale.
  5. In particolare gli istituti scolastici che aderiscono alla Rete si rendono garanti:
    1. di favorire all'interno del proprio istituto scolastico le attività di ricerca, formazione e innovazione;
    2. di designare almeno un proprio docente a partecipare alle iniziative, in particolare finanziandone la presenza al seminario annuale; la designazione del docente viene fatta dal Dirigente Scolastico nell'ambito degli insegnanti più direttamente coinvolti nella gestione culturale e didattica dell'indirizzo di Scienze Sociali presente nell'istituzione scolastica;
    3. di individuare adeguate forme di riconoscimento economico dell'attività dei docenti che realizzano i progetti didattici concordati in sede di coordinamento;
    4. di finanziare con il contributo annuale le spese di organizzazione della Rete, nonché di gestione del sito web;
    5. di promuovere la diffusione, sul proprio territorio, della cultura associativa di rete attraverso il coinvolgimento degli istituti scolastici che realizzano analoghi modelli curriculari.

Art.8

  1. Ciascun socio può recedere dalla associazione (su delibera degli organi collegiali dell' Istituto) senza obbligo di motivazione, dandone comunicazione scritta al Consiglio Direttivo, entro il mese di maggio. II recesso sarà operativo per l'anno scolastico successivo.

Nessun diritto sul patrimonio sociale spetterà al socio recedente.

La qualità di associato si perde per dimissioni (recesso); o per morosità, sancita dal Consiglio Direttivo. 

 

ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE DI SCUOLE IN RETE

Art. 9

  1. Sono organi della Rete:
  • l'Assemblea generale dei soci;
  • il Consiglio Direttivo. 

 

ASSEMBLEA

Art. 10

  1. L'Assemblea generale dei Soci é composta da tutte le scuole aderenti alla Rete, nella persona del loro legale rappresentante pro-tempore, Dirigente Scolastico, e le sue deliberazioni, prese in conformità alla legge ed al presente statuto, obbligano tutti gli associati. Le eventuali impugnazioni devono essere proposte ai sensi e nei termini di legge.
  2. L'assemblea é ordinaria e straordinaria ai sensi di legge, e può essere convocata anche fuori della sede sociale. L' assemblea viene convocata in seduta ordinaria almeno una volta l'anno, entro quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio sociale per l'approvazione del bilancio, nonché ogni volta che il Consiglio Direttivo lo ritenga opportuno o lo richieda almeno un quinto delle scuole aderenti.
  3. Le convocazioni devono essere fatte a cura del Consiglio Direttivo da effettuarsi almeno quindici giorni prima, per iscritto, o anche per posta elettronica. In caso di urgenza la convocazione può essere effettuata mediante pubblicazione sul sito web, con anticipo di almeno quarantotto ore.
  4. E' possibile convocare ed effettuare l'Assemblea anche in videoconferenza o con altre modalità consentite dalle tecnologie telematiche. 

Art. 11

Hanno diritto di partecipare all' assemblea tutti gli associati che risultino iscritti nel libro soci almeno un mese prima di quello fissato per l'assemblea.

Art. 12

  1. L'assemblea é presieduta dal Presidente del Consiglio Direttivo o, in mancanza dal Vice Presidente, o, in mancanza di entrambi, da altra persona designata dall'assemblea.
  2. II Presidente dell'assemblea nomina un segretario anche non socio e sceglie, se del caso, due scrutatori tra i soci.
  3. Le deliberazioni dell'assemblea debbono risultare da verbale sottoscritto del Presidente e dal segretario o dal notaio e, eventualmente, dagli scrutatori. Le deliberazioni saranno pubblicate sul sito Web della rete in una apposita sezione protetta da password, in modo che le scuole aderenti possano prenderne conoscenza e darne diffusione tra i docenti.
  4. Nelle assemblee straordinarie e quando il Consiglio direttivo lo ritenga opportuno, il verbale é redatto da un notaio in funzione di segretario. 

Art. 13

L'assemblea ordinaria é validamente costituita in prima convocazione con la presenza della maggioranza dei soci e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In seconda convocazione é validamente costituita qualunque sia il numero dei soci presenti e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

Art. 14

  1. L'assemblea ordinaria:
    1. approva il bilancio consuntivo e preventivo;
    2. nomina il Consiglio Direttivo;
    3. stabilisce gli indirizzi generali dell'associazione ed approva il regolamento interno;
    4. delibera sugli altri oggetti attinenti alla gestione dell'associazione riservati alla sua competenza dall'atto costitutivo. 

Art.15

  1. L'assemblea straordinaria delibera sulle modificazioni dell'atto costitutivo e dello Statuto, sullo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del fondo comune e del patrimonio.
  2. Per le modifiche statutarie é necessario il voto favorevole della maggioranza dei due terzi dei componenti l'assemblea.

 

AMMINISTRAZIONE

Art. 16

  1. L' Associazione é amministrata da un Consiglio Direttivo composto da quattro membri nominati dall' assemblea nella sua seduta ordinaria con compiti specifici come dai successivi articoli. Dura in carica tre anni ed é rieleggibile.

Art. 17

  1. II Consiglio Direttivo é l'organo di direzione dell' Associazione delle Scuole in Rete ed ha la funzione di gestione della Rete in ogni suo aspetto secondo gli indirizzi delineati dall' Assemblea e di compimento degli atti di amministrazione ordinaria e straordinaria in relazione agli indirizzi ricevuti.
  2. II Consiglio Direttivo é composto dai rappresentanti di quattro istituzioni della Rete.
  3. Ciascun membro del Consiglio Direttivo svolgerà in particolare le funzioni qui appresso indicate:
  • uno svolgerà le funzioni di scuola capofila con compiti organizzativi e amministrativo-contabili;
  • uno svolgerà le funzioni di sede di raccordo scientifico-culturale con I' Università, gli Enti di Ricerca e le Associazioni Disciplinari;
  • uno svolgerà le funzioni di coordinamento scientifico-didattico;
  • uno svolgerá le funzioni di supporto e coordinamento generale.

Le funzioni saranno assegnate all' interno del Consiglio Direttivo dagli stessi Consiglieri.

II ruolo di Presidente é affidato al rappresentante pro-tempore della scuola capofila

II Consiglio può inoltre nominare un Vice Presidente che avrà le stesse funzioni del Presidente in caso di assenza o impedimento di quest' ultimo.

  1. II Consiglio Direttivo delibera sulle domande di ammissione alla Rete e stabilisce la quota associativa da effettuarsi all' atto dell'adesione e rinnovarsi annualmente.
  2. II Consiglio Direttivo delibera altresì sulla destinazione di utilizzo del Fondo Comune di cui al successivo art. 25.
  3. II Consiglio Direttivo cura i rapporti della Rete con il territorio e le istituzioni. In particolare esso si fa carico di esplorare tutte le possibilità di finanziamento per le attività della Rete, e di espletare tutti gli atti necessari per richiederli, delegando a ciò di volta in volta un suo componente o altro membro della Rete.

Art. 18

  1. II Consiglio Direttivo si riunisce anche fuori dalla sede sociale, e anche in videoconferenza tutte le volte che il Presidente lo ritenga necessario o quando ne sia fatta domanda da almeno due dei suoi membri.

Art. 19

  1. II Consiglio Direttivo viene convocato dal Presidente almeno tre giorni prima dell'adunanza. Nei casi di urgenza, la convocazione può essere fatta con telegramma o telefax o con mezzi telematici.
  2. Qualora siano presenti tutti i membri in carica, non sono richieste formalità di convocazione.

Art. 20

  1. Per la validità delle deliberazioni del Consiglio Direttivo é necessaria la presenza effettiva della maggioranza dei suoi membri in carica.

Art. 21

  1. II Consiglio Direttivo é investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell'associazione ed ha facoltà di compiere tutti gli atti che ritenga opportuni per il raggiungi mento degli scopi associativi, esclusi quegli atti che la legge e lo statuto riservano tassativamente all'assemblea.

Art. 22

  1. AI Presidente del Consiglio Direttivo spetta, con firma sociale libera, la rappresentanza legale dell'associazione di fronte ai terzi e in giudizio, con facoltà di promuovere azioni ed istanze giudiziarie e amministrative per ogni grado di giurisdizione ed anche per giudizi di revocazione e cassazione e di nominare all'uopo avvocati e procuratori alle liti.

Art. 23

  1. Tutte le cariche associative sono gratuite nonché gratuite sono tutte le prestazioni fornite dagli associati. Spetta agli associati il rimborso delle spese sostenute per ragione del loro ufficio.

Art. 24

  1. La gestione amministrativo-contabile della Rete é svolta dal Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi della scuola capo-fila, che aprirà un apposito capitolo nel bilancio dell' Istituzione scolastica. 

 

GESTIONE DEL BILANCIO

Art. 25

  1. Per far fronte alle spese di gestione i soci sono tenuti a versare un contributo annuale che sarà fissato dal Consiglio Direttivo.
  2. Le quote associative versate annualmente dalle scuole aderenti costituiscono un Fondo Comune, che può essere altresì incrementato dai proventi derivanti da pubblicazioni, da contributi o donazioni di terzi, e da altre entrate straordinarie.
  3. E' vietata la distribuzione, anche in modo indiretto, di utili, avanzi di gestione, fondi e riserve o capitale durante la vita dell'Associazione, essendo gli stessi destinati alla realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse.

L'adesione alla Rete non comporta obblighi di finanziamento o di esborsi ulteriori rispetto al versamento della quota annua associativa.

E' comunque facoltà delle scuole aderenti di effettuare versamenti ulteriori rispetto a quelli annuali.

Art. 26

  1. Gli esercizi sociali si chiudono il 31 dicembre di ogni anno. II Consiglio Direttivo provvederà a redigere il bilancio consuntivo per l'esercizio trascorso e preventivo per l'esercizio successivo nei termini previsti dallo Statuto corredandoli della relazione sull'andamento della gestione dell'associazione.

 

SCIOGLIMENTO E DEVOLUZIONE DEL PATRIMONIO

Art. 27

  1. L'assemblea degli associati che delibera lo scioglimento dell' associazione nomina uno o più liquidatori fissandone i poteri, e delibera altresì sulla devoluzione del patrimonio. 

Art. 28

  1. Per quanto non espressamente previsto nel presente statuto si fa riferimento alle norme dettate dal Codice Civile e dalle leggi speciali in materia.

 

(*) dal 16 luglio 2009 la scuola di riferimento della rete Passaggi è l'Istituto Manzoni di Suzzara (MN).

 

 

Documento dell'incontro di Roma, luglio 2009

La riforma degli ordinamenti e il liceo economico-sociale

Il ruolo di PASSAGGI e di SISUS

Roma, 16 Luglio 2009
 

DOCUMENTO CONCLUSIVO

 

L’ Associazione di scuole in rete “Passaggi. Le Scienze Sociali in classe” e l’ Associazione culturale e professionale “SISUS- Società Italiana Scienze Umane e Sociali” hanno indetto questa giornata di lavori per i referenti e i dirigenti della rete che rappresenta 40 Licei delle Scienze Sociali di tutta Italia, nonché per i soci di SISUS allo scopo di fare il punto in un momento particolarmente delicato per la scuola secondaria.

In questa fase di transizione le due Associazioni hanno avvertito la necessità di esprimere il proprio punto di vista e la propria posizione nella consapevolezza di aver giocato e di poter ancora giocare un ruolo importante nel fare scuola; le due Associazioni sentono anche la responsabilità di sostenere e accompagnare questo nuovo indirizzo liceale che dovrà rispondere alla domanda di una cultura forte e moderna, in grado di orientare i giovani nella conoscenza della realtà complessa e nella lettura del presente senza al contempo perdere lo spessore della tradizione culturale e della dimensione storica.

Pertanto l’assemblea si ritrova concorde unanimemente nell’ evidenziare i seguenti punti.

  • Grande soddisfazione per l’istituzione, all’interno del Liceo delle Scienze Umane, dell’ Opzione Economico-Sociale, nella quale dovranno essere “approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche”. Senza sterili trionfalismi, pensiamo che la Rete e l’ Associazione abbiano dato un notevole impulso ed un grande contributo a questa innovazione :
    • con il lungo e fecondo lavoro di ricerca e sperimentazione dei Licei delle Scienze Sociali, che hanno costruito un modello di scuola secondaria di buon livello, maturando esperienze innovative e riscuotendo unanimi consensi presso l’ utenza;
    • con la mobilitazione culturale, paziente e costante condotta per anni, in convegni locali e nazionali, attraverso documenti, contatti personali e istituzionali, prese di posizione sul sito web e sui media, ed infine con la raccolta di più di duemila firme che ha visto studenti, docenti di tutti i livelli di scuola ed universitari, genitori, operatori culturali, gente comune, uniti nella rivendicazione della necessità di non far morire questa positiva esperienza.
  • Perplessità per la riduzione dei quadri orari a 27 ore nel biennio, proprio la fascia in cui si devono consolidare abilità di base e acquisire le competenze di cittadinanza richieste per l’adempimento dell’ obbligo di istruzione. Tale riduzione, in una fase così delicata per la crescita culturale e umana degli adolescenti, limita fortemente l’azione didattica e ne mortifica possibilità e prospettive.
  • Preoccupazione per la realtà che si verrebbe a delineare nella revisione delle classi di concorso, così come definite nelle bozze circolanti, ed alcune in particolare (attuali A050 e A036), per cui docenti che si sono formati ed hanno maturato preziose esperienze nei Licei delle Scienze Sociali si troverebbero ad essere esclusi dal nuovo liceo, o relegati in ambiti molto ristretti. Suggeriamo a tal proposito di mantenere il meccanismo delle “classi di concorso atipiche”, largamente sperimentato dal 1991 in tutto il Progetto “Brocca”, lasciando alle scuole la discrezionalità e, di conseguenza, la possibilità di salvaguardare i docenti titolari e sfruttare al meglio le proprie risorse umane.
  • Disponibilità a mettere al servizio delle Istituzioni e della scuola le risorse, umane, materiali ed immateriali, accumulate in questi anni in termini di produzione didattica, creazione di modelli condivisi, esperienze di ricerca, di sperimentazione e di lavoro integrato, interdisciplinarità, e quant’altro, sia per la formazione dei docenti sia per una forma di assistenza alle scuole che potrebbe concretizzarsi, ad esempio, in attività di consulenza per la ridefinizione dei curricoli, o nella conduzione di coordinamenti regionali.

Il ruolo di “Passaggi” e di “SISUS”, inoltre, si esplicherà nel proseguire l’ opera di approfondimento, ricerca e sperimentazione con l’ impegno e la serietà che da sempre le ha contraddistinte. Le scuole e i docenti che fanno parte dell’una e dell’altra si riconoscono nella conferma di alcune linee portanti che dovranno essere i punti di forza anche del nuovo Liceo delle Scienze Umane, specialmente, ma non solo, nell’ Opzione Economico-Sociale:

  • il lavoro integrato del Consiglio di Classe per una concreta realizzazione dell’ interdisciplinarità e della didattica modulare;
  • la trasversalità dell’ asse socio-economico e storico-antropologico, perseguita
    attraverso l’ intero arco delle discipline;
  • lo stage formativo come parte integrante del lavoro del triennio, in grado di portare dentro la scuola la ricchezza sociale ed educativa dell’ extrascuola, per favorire lo sviluppo delle competenze sociali e civiche;
  • l’ interazione con l’ Università, che si concretizza in una azione collaborativa e integrata di studio, ricerca e approfondimento, nell’ottica di curricoli condivisi per una continuità verticale di metodologie, strumenti e macrotemi portanti.

Approvato all’ unanimità il 16 luglio 2009 nell’ Aula C3 della Facoltà di Sociologia dell’ Università “La Sapienza” di Roma a conclusione dei lavori del seminario.

 

Il nuovo quadro orario (2009)

nuovo quadro orario Liceo Scienze Umane ind. Economico-Sociale

 

Seminario del Direttivo Passaggi, Bologna 10/2009 (Il documento finale)

Rete PassaggiS.I.S.U.S.

 

Il liceo delle Scienze Umane
e l’opzione economico-sociale

Criticità e problemi aperti

 

Il Direttivo dell’Associazione di scuole in rete “Passaggi. Le Scienze Sociali in classe” (Paola Bruschi DS di Suzzara – Mantova - scuola capofila, Mara Salvi D.S. di Ferrara, Nicoletta Clemente D.S. Roma e Luigi Mantuano delegato dalla D.S. di Sezze – Latina) e alcune esponenti dell’ Associazione culturale e professionale “SISUS- Società Italiana Scienze Umane e Sociali” (Stefania Stefanini, Maria Teresa Santacroce, Lucia Marchetti, Anna Sgherri) si sono incontrati per fare il punto della situazione alla luce della prossima emanazione dei decreti attuativi di riforma del Liceo delle Scienze Umane.

 

I presenti concordano nel ritenere lo scenario caratterizzato da grande incertezza e provvisorietà politica ed amministrativa. La commissione istituita a livello Ministeriale per il Liceo delle Scienze Umane si è riunita due volte prima dell’estate e non è stata più convocata; ciononostante il ministro ha recentemente ribadito che la riforma andrà in vigore dal 2010.

Pur in un quadro di così grande incertezza il gruppo di lavoro di Passaggi e SISUS ritiene di dover proseguire le sue riflessioni sul Liceo delle Scienze Umane e offrire la sua collaborazione per elaborare ipotesi di possibili soluzioni ai problemi di natura epistemologica, didattica, organizzativa ancora aperti o che potrebbero presentarsi in seguito.

Nel corso della discussione vengono sottolineate alcune criticità:

  • il curricolo del biennio a 27 ore è particolarmente preoccupante proprio per la fascia d’età in cui si devono consolidare abilità di base e acquisire le competenze di cittadinanza richieste per l’adempimento dell’ obbligo di istruzione;
  • l’assenza delle discipline di indirizzo nel biennio del Liceo Scienze Umane rende impossibile il raccordo tra i saperi accentuandone la frammentazione, aggravata dalla soppressione delle compresenze. In sintesi manca l’asse culturale ;
  • nell’opzione Economico-sociale l’aggettivo ‘economico’ necessita di una definizione del proprio impianto concettuale e della chiave interpretativa  da collocarsi, a nostro avviso,  in una dimensione storico-sociale, come cioè economia politica. Occorre insomma mettere a fuoco che tipo di Economia e che tipo di Diritto.

L’opzione economico-sociale deve comunque essere pensata come articolazione di una matrice più generale, che è il liceo delle scienze umane: pertanto diventa fondamentale un chiarimento epistemologico sul rapporto e sulla differenza tra scienze umane e scienze sociali per poter giungere a un profilo unitario che contenga entrambe le opzioni;

  • i tagli di spesa incidono negativamente non solo sulla didattica e sull’offerta formativa, ma anche sui modelli organizzativi di fatto limitando in modo grave le possibilità di progettazione disciplinare e interdisciplinare;
  • l’assenza di risorse specifiche compromette fortemente le occasioni di formazione;
  • pesa su tutto una grave assenza di informazione su tempi e modalità della riforma imminente.

Accanto alle criticità sono da considerare problemi aperti:

  1. La connotazione epistemologica del Liceo delle scienze umane nelle sue due opzioni: secondo noi si dovrebbe lavorare sulle due matrici, l’una formativo-relazionale e l’altra storico – economico – antropologica.

L’oggetto comune di indagine – i modi della condizione umana – potrebbe essere studiato
da un lato nella dimensione umanistica e della formazione della persona, dall’altro contestualizzato nella contemporaneità in una prospettiva storico-economica, culturale-simbolica.

La Rete Passaggi da tanti anni ha investito tempo e risorse a riflettere sul profilo formativo ed è approdata ad un modello di scuola e di Licealità applicato e rielaborato attraverso seminari, convegni e pubblicazioni che, sinteticamente, potrebbe venir declinato su due piani:

un piano epistemologico che richiede:

  • un apprendimento come ricostruzione, approccio integrato ai saperi, modello conoscitivo della scienza come ricerca aperta; problem solving, assunzione della scoperta come cuore dell’impresa scientifica, della passione nel conoscere, della pratica del dubbio, dell’uso della ‘bellezza’ come modalità di un controllo mai definitivo della complessità;
  • introduzione del mutamento anche nel fare scuola;
  • conoscenza-comprensione dei contesti, delle differenze e dei loro significati;
  • attenzione alla dimensione teorica e storica dei problemi; insistenza sull’astrazione, distinta e opposta all’astrattezza;
  • interdisciplinarietà;
  • approccio sistemico-ecologico, cultura del processo;
  • integrazione profonda tra il pensare e il fare, fra il dentro e fuori la scuola, la classe, il Sé

un piano didattico che prevede:

  • didattica laboratoriale: costituzione di una comunità di interroganti che ricercano attraverso strumenti diversi: l’osservazione, i sensi, il corpo, lo spazio, gli interstizi, la parola, i simboli, la scrittura, le forme (per es. architettoniche), la manualità;
  • apprendimento cooperativo e lavoro di gruppo;
  • nuove tecnologie come strumento trasversale;
  • uso dell’errore: meta-riflessione, valutazione su prestazioni diversificate
  1. L’esperienza dello Stage formativo: come recuperarla coniugandola con quanto si dice nella legge sull’Alternanza scuola-lavoro. Infatti nel testo approvato si richiama la possibilità, a partire dal secondo biennio, di “svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie)”

Per le scuole della Rete lo STAGE formativo va considerato un elemento strutturale del curricolo e strategico del fare scuola. Raggiunge il suo culmine e il suo standard ottimale nel momento e nella misura in cui riesce a far confluire attorno a sé la progettazione di classe e i correlativi contributi disciplinari ad essa funzionali, nonché la valutazione del processo sia degli apprendimenti..

Lo stage si pone come mediazione tra saperi e territorio, come mediazione tra domanda di saperi ed offerta di pratiche organizzativo-decisionali: il territorio è l’offerta alla domanda di sapere. Il territorio, inteso come sistema eco-organizzato, non è una risorsa solo economica o un oggetto di consumo: per la scuola è una fondamentale risorsa epistemologica.

Per molti istituti della Rete lo stage è una pratica acquisita e divenuta parte integrante del curricolo. Occorre tuttavia che venga assunta dai Dipartimenti disciplinari e dai Consigli di classe come elemento strutturale e strategico che può migliorare in modo sensibile la proposta formativa e può agire da chiave di lettura per una revisione degli statuti disciplinari. Richiede una forte integrazione tra le diverse figure in campo: DS, DSGA e segreteria, docenti, genitori, studenti, è per tutti gli studenti e può essere svolto sia in alcuni settori accademici sia nel mondo del lavoro e nel sistema-territorio. Occorre tuttavia che risulti fortemente connesso con i nuclei fondanti del curricolo e che possa costituire un elemento da valutare anche all’esame di stato.

E’ evidente che un liceo così delineato richiede un cambiamento profondo nel modo di lavorare dei docenti, strutturazione del lavoro per team, articolazione del progetto di classe per percorsi integrati attorno ad alcuni, pochi, temi comuni; attenzione particolare alla relazione educativa e al clima di classe, buone capacità di relazione con l’esterno e conoscenza delle opportunità formative del territorio, vicino e lontano, o almeno, la capacità di individuare possibili intermediari. Un mutamento del genere coinvolge comunque anche – e soprattutto – l’immagine ordinaria che il docente ha della sua professione ed il ruolo che svolge all’interno dell’organizzazione scolastica declinata in autonomia.

In attesa di un chiarimento dell’orizzonte istituzionale verso cui stiamo ci stiamo muovendo è necessario trovare strade per mantenere il senso del fare-scuola nel solco fino ad ora tracciato grazie alla condivisione delle pratiche e alla convergenza dell’attenzione sulla didattica e sulla relazione educativa.

 

gestald
Una e la stessa
è la via all'in sù
e la via all'in giù.
(Eraclito, frammento 60)

 

Il programma

 

Programma

Giovedì 8 ottobre

  • Ore 11.00: ritrovo dei partecipanti presso la sala riunioni della Facoltà di Scienze della Formazione, via Filippo Re, 6 (traversa viale Irnerio) Bologna
  • Ore 11.15-13.45: sessione di lavoro dedicata alla definizione del profilo delle scienze Umane/opzione economico- sociale

partecipano
Paola Bruschi (D.S. I.I.S. "Manzoni” – Suzzara, Mantova), Mara Salvi (D.S. Liceo Classico “L. Ariosto” - Ferrara), Nicoletta Clemente (D.S. I.I.S. “G. Bruno” - Roma), Luigi Mantuano (I.I.S. “Pacifici e De Magistris- Sezze, Latina), Anna Sgherri (Ispettrice MIUR), Stefania Stefanini (I.I.S. Pieralli - Perugia), Lucia Marchetti (responsabile sito Passaggi), Maria Teresa Santacroce (I.I.S. "Fiore" Terlizzi - Bari).

  • Ore 14-15: break e spuntino presso il bar “Chichibo”, Via Matteotti
  • Ore 15-18: sessione pomeridiana di lavoro presso il Liceo Scientifico “Sabin”, Via Matteotti, 7

Venerdì 9 ottobre
Facoltà di Scienze della Formazione, Via Filippo Re, 6 - Bologna
Orario: da concordare
Coloro fra i partecipanti che si possono trattenere in questa giornata incontreranno Davide Zotti e Guido Marinuzzi  (docenti referenti dell’ I.S.S. “Carducci” di Trieste) per delineare le linee portanti del Convegno Nazionale di Trieste.

Nota: le spese del viaggio saranno a carico delle rete

Report del Seminario Nazionale sul Riordino dei Licei

 

Seminario Nazionale di approfondimento culturale sul Riordino dei Nuovi Licei
Liceo delle Scienze Umane
I.I.S. Aldini Valeriani/Sirani – Bologna – 19-20 Novembre 2009

 

Il Prof. Bruschi, ha illustrato la filosofia che sottende l’ipotesi (ormai praticamente certezza) di riordino (e non di riforma) dei nuovi Licei.
È stata subito postulata la necessità di una “asciugatura” dei quadri orario, rispetto a quelli ora vigenti in tutti i tipi di sperimentazione, in vista di una “maggiore sostenibilità del carico orario annuale obbligatorio”; è stato testualmente detto: “renderli più ‘umani’, potenziando le discipline principali”.

Sono stati poi illustrati gli altri elementi caratterizzanti il provvedimento, elementi che si riferiscono a tutti i Licei, quali la costituzione dei Dipartimenti e del Comitato Tecnico-Scientifico, la finalizzazione del primo biennio all’assolvimento dell’obbligo scolastico, la declinazione dei risultati di apprendimento in conoscenze, abilità e competenze, l’introduzione dell’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera nell’ultimo anno (CLIL), ma soprattutto gli spazi di autonomia con le quote di flessibilità aumentate fino al 30% nel secondo biennio, col 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno.

È stata ricordata anche la prospettiva di diffusione degli stages a tutti gli indirizzi, esperienza ben conosciuta e caratterizzante fino adesso il Liceo delle Scienze Sociali.

Presentati i quadri orari del liceo delle Scienze umane e dell’opzione economico-sociale, il Prof. Bruschi ha definito l’obiettivo del seminario nell’individuare eventuali nodi problematici e nel raccogliere suggerimenti e proposte in vista di modifiche al Regolamento che dovrà passare in seconda lettura ed essere emanato qualche giorno prima della pausa per le vacanze natalizie.

È iniziato quindi il dibattito che ha raccolto numerosi interventi, la maggior parte dei quali dedicati ad una rivisitazione dei quadri orari, in particolare di quello delle Scienze Umane, che appare al momento assolutamente poco caratterizzato in particolare al biennio. L’orientamento emerso, anche nei lavori di gruppo del giorno dopo, molti dei quali dedicati sempre ai quadri orario, è quello di eliminare la seconda lingua straniera (“meglio una sola lingua fatta bene, che due fatte male”) a favore del complesso delle discipline di indirizzo delle Scienze umane e del Diritto ed Economia.

Rilevante l’intervento del prof. Zamagni, docente di Economia Politica dell’Università di Bologna, che ha sostenuto la necessità di declinare l’Economia come ‘Economia Politica’, all’interno dell’insieme delle Scienze Sociali, e assolutamente non come ‘Economia Aziendale’.
In tal senso si deve dire però che il quadro orario dell’opzione economico-sociale, a differenza di quello delle Scienze Umane, è stato generalmente considerato un “gioiellino” da non toccare. Speriamo che si mantenga questo orientamento, anche se il prof. Bruschi in questa occasione, purtroppo, non è mai caduto nel lapsus di chiamarlo ‘socio – economico’, anzi qualche volta lo ha chiamato solo ‘economico’.
Altra modifica attuabile è apparsa quella relativa a lasciare l’opzione Musica/Arte in tutto il quinquennio, come già si fa adesso differenziando le sezioni

È seguito un ampio dibattito dal quale è emerso il comune sostegno al profilo dell’opzione e da nessuno è venuta una richiesta di modificare il quadro orario.

Della Rete Passaggi sono intervenuti Annamaria Di Falco (Turrisi Colonna Catania), Lucia Marchetti, Maria Luisa Quintabà (San Lazzaro di Savena-Bologna) e Franco Di Marco (Carducci di Trieste)

L’intervento di Anna Maria Di Falco, Dirigente del Liceo “G. Turrisi Colonna “ di Catania, scuola polo della rete Arethusa, con la funzione di coordinamento regionale dei Licei delle Scienze Sociali e Pedagogici della Sicilia, ha focalizzato l’attenzione sulla debolezza dell’identità del Liceo delle Scienze Umane in quanto il suo impianto risulta poco caratterizzato nelle materie di indirizzo e parcellizzato in discipline che, per l’esiguo numero di ore nel quinquennio, poco potrebbero incidere sulla formazione degli studenti. In particolare tre sono state le proposte:

  • prevedere nel curricolo delle Scienze Umane, al biennio, la psicologia
  • rendere quinquennale l’arte e la musica, lasciando alle famiglie l’opzione della scelta, come avviene attualmente nel curricolo del Liceo Socio psicopedagogico
  • potenziare l’ambito scientifico.

Nell’intervento, inoltre, ma anche nel lavoro di gruppo coordinato dall’Ispettore Vella, si è puntualizzato con forza la necessità della formazione in servizio dei docenti sia per una formazione europea degli studenti, sia per valorizzare gli aspetti nodali della riforma, quali la valorizzazione della quota dell’autonomia e il ruolo dei dipartimenti. A tal proposito si è detto della necessità di valorizzare il lavoro svolto dalle scuole e dalle Associazioni, in particolare dalla Rete Passaggi, per quanto attiene al Liceo delle Scienze Sociali, e di far tesoro delle sperimentazioni che hanno dato negli anni buoni risultati.

Infine l’intervento si è chiuso con una richiesta di chiarimenti (che, purtroppo, non sono stati dati) circa l’assegnazione degli organici, alle singole scuole o a reti di scuole, in riferimento alla gestione della quota dell’autonomia, e con una domanda provocatoria (anch’essa rimasta senza risposta) con la quale si è chiesto al prof. Bruschi di fornire una sua opinione sul fatto, da lui esplicitamente e senza riserve affermato, che gli studenti arrivano all’università non ancora in grado di scrivere correttamente.

Lucia Marchetti ha sottolineato la particolare storia che sta dietro alle vicende di questo indirizzo e la latitanza di un governo dei cambiamenti che ha favorito il fiorire di curvature. Questa assenza è stata tuttavia colmata da un notevole lavoro dei docenti e delle scuole che si sono fatte carico di arricchire il curricolo e di operare cambiamenti in linea con le più avanzate indicazioni educative che provenivano anche dall’Europa. Da tempo nelle nostre scuole ci sono i dipartimenti, si realizzano esperienze di CLIL, si fanno stage formativi che offrono a tutti gli studenti strumenti di lettura del territorio e competenze relazionali e progettuali. Ma il problema serio è la formazione dei docenti, se non si affronta questo nodo tutto resterà inalterato e peggiorerà. Per questo motivo, ma anche per realizzare lo spirito dell’autonomia, alcuni licei delle scienze sociali si sono costituiti in Rete, la Rete Passaggi che dal 2004 si occupa di costruire proposte curricolari condivise e di formare i docenti con un lavoro di sostegno reciproco e continuo. In questo senso parrebbe opportuno dare al biennio un taglio antropologico alle scienze umane e sociali, proprio per la valenza fondante e transdisciplinare di questa area culturale. In questo senso – interdisciplinare – va inteso anche l’insegnamento del diritto-economia, come sottolineato dal prof.Zamagni che ha parlato di un’integrazione fra queste discipline e la storia e filosofia. Conclude suggerendo per il liceo delle scienze umane un profilo orientato alle scienze della formazione e della comunicazione e all’opzione un profilo orientato allo studio della condizione umana nella società contemporanea.

Maria Luisa Quintabà, Dirigente dell’I.I.S. “Mattei” di San Lazzaro di Savena (BO), riferisce della funzione innovativa svolta dalle Scienze sociali nella direzione della interdisciplinarità tra le diverse discipline afferenti alle Scienze sociali, che è riuscita spesso a contagiare anche le altre materie dell’indirizzo. Inoltre il contributo delle Scienze sociali a lavorare per competenze è un valido sostegno alla didattica per competenze, richiesta dall’Europa; all’interno di questo percorso, lo stage, realizzato in tutti i licei delle Scienze sociali della rete Demetra, che vede insieme i licei della provincia di Bologna, già collegati anche con la rete nazionale Passaggi, è stato sempre utilizzato come strumento per aiutare a rinforzare una didattica che fa lavorare gli studenti “ per problemi” e non solo intesa come trasmissione frontale di contenuti, con il contributo dato da ogni materia interna alle Scienze sociali come “ punto di vista” della realtà. Di qui l’importanza innovativa dello stage nei Licei delle Scienze sociali che si contrappone al modello tradizionale di stage degli istituti professionali e tecnici, dove l’attività esterna alla scuola viene vista come tirocinio in funzione spesso professionalizzante. Lo stage dei Licei delle Scienze sociali vede il consiglio di classe come soggetto in cui più docenti, coordinati dai docenti di Scienze sociali, partecipano al progetto, ma per fare questo è necessario sviluppare una cultura della condivisione didattica e della cultura interdisciplinare. Si teme che la riduzione delle ore di scienze sociali riduca il valore e la ricchezza dell’insieme delle discipline afferenti alle Scienze sociali.

Infine Franco Di Marco, Dirigente del “Carducci” di Trieste, nel suo intervento, facendo ulteriore esplicito riferimento al lavoro della Rete Passaggi, ha ricordato a tutti i presenti il prossimo evento del Convegno Nazionale della Rete, a Trieste alla fine di Marzo 2010.
Riportiamo infine la sintesi dei lavori di un gruppo, di quelli che si sono tenuti nella giornata del 20. Da premettere che, al di là delle intenzioni originarie degli organizzatori, quasi tutti i presenti e quindi quasi tutti i gruppi, hanno voluto lavorare sulle ipotesi di quadro orario.

Il gruppo di cui si riferisce è quello di cui è stata coordinatrice Stefania Stefanini.

 

 


Gruppo 6 bis

Coordina Stefania Stefanini


 

Vengono sottolineati i punti di criticità del documento in prima lettura:

  1. Assenza della disciplina di indirizzo nel Liceo delle Scienze Umane;
  2. Necessità di definire l’aggettivo “economico” nell’opzione economico-sociale, in modo che sia coerente con il profilo in uscita: occorre mettere a fuoco che tipo di economia e che tipo di diritto.

La discussione si impernia su quale è il pilastro culturale che deve caratterizzare il liceo delle scienze umane da cui deve discendere l’opzione:
Coordinate essenziali sono:

L’UOMO nella sua dimensione individuale e collettiva, nelle sue configurazione culturali, le trasformazioni geografiche, economiche e sociali in senso diacronico e sincronico ed in relazione ai diversi campi della scienza.
Il campo d’indagine dell’OPZIONE ECONOMICO-SOCIALE è la condizione UMANA NELLA CONTEMPORANEITA’, CARATTERIZZATA DALLE TRASFORMAZIONI CHE INFLUENZANO I MODELLI DI VITA PERSONALE E SOCIALE con attenzione ai modelli comunicativi. Di conseguenza l’obiettivo formativo è riflettere sulla complessità della società contemporanea.
Pertanto gli ambiti di studio sono:

  1. la persona in sé
  2. il suo relazionarsi agli altri
  3. il suo organizzarsi in gruppi e sistemi economico-sociali

quanto sopra per cogliere la relazione tra diritto, economia, mutamento sociale e culturale e dei comportamenti individuali e di gruppo.
La comprensione dell’ambiente sociale come prodotto umano solleva questioni meta-disciplinari che si possono affrontare solo attraverso una visione interdisciplinare. Anche l’economia misurandosi con i problemi della mondializzazione si è aperta ai temi del rapporto fra etica ed economia, tra economia e socialità, reddito/crescita e qualità della vita anche in termini di percezione del benessere individuale e sociale.

L’economia si confronta con la psicologia, la sociologia e l’antropologia, sulle teorie del comportamento, sul ruolo delle motivazioni intrinseche, sui conflitti di identità, mostrando un rinnovato interesse per i fenomeni sociali e riflettendo sugli aspetti controversi della teoria della scelta razionale.

Nell’ottica della dimensione umana si innesta lo studio del diritto inteso come relazione tra individuo e società ed individuo e stato.

Nel quadro orario proposto dalla prima lettura dell’OPZIONE ECONOMICO-SOCIALE si ritrova un adeguato equilibrio fra le discipline coerente con la matrice culturale sopra individuata.

Altro punto di confronto è stato la riflessione sull’ASSE DELLE DISCIPLINE CHE CONVERGONO NELLE SCIENZE SOCIALI:

  1. ANTROPOLOGIA
  2. SOCIOLOGIA
  3. PSICOLOGIA CULTURALE,
  4. PSICOLOGIA SOCIALE

Che si occupano dello studio dell’uomo e della società utilizzando metodiche di ricerca uguali nell’obiettivo, ma diverse nei metodi.
LA PROPOSTA APPARE COERENTE CON LA RICCHEZZA E COMPLESSITA’ DELLE DISCIPLINE.

Si passa a riflettere sugli spazi di autonomia da utilizzare da parte del Collegio dei Docenti in modo coerente con il quadro culturale delineato.

I nuovi strumenti dell’autonomia sono strumenti adeguati anche perché previsti nella definizione dell’organico (diritto).

La quota dell’autonomia (20% o 30%) esalta e valorizza la responsabilità professionale e progettuale degli operatori e coniuga la risposta ai bisogni educativi con le richieste del territorio. Permette, inoltre, la valorizzazione delle risorse professionali interne all’Istituzione Scolastica nel rispetto dei pilastri culturali tali da garantire gli esiti richiesti dall’esame di Stato.

A cura di Elio Parisi, Dirigente dell’I.M. “Ainis” di Messina