A scuola di Altra Economia

 

 

La finalità del nostro liceo è quella di formare cittadini capaci di “utilizzare e pensare criticamente i principi economici, e di riconoscere gli elementi fondamentali perché ci sia giustizia sociale”.
Questo è lo scopo che, secondo la filosofa Marta Nussbaum, dovrebbe perseguire la scuola: offrire saperi che permettano anche di capire e valutare le scelte della nostra società.

Nel corso di questi anni la nostra scuola ha collaborato con diverse realtà del territorio, per aprire la mente degli adolescenti al futuro, alle diverse opportunità, alle scelte possibili, alle conoscenze e alla consapevolezza di dover crescere come individui e come comunità.

Nel mondo in cui viviamo, accostare lo studio dell’economia allo studio della società è difficile e, a volte, rischioso: nel binomio economia-società prevale sempre di più il ruolo privilegiato dell’economia come scienza che guida il sistema sociale.

La globalizzazione ha rinforzato le spinte verso un utilitarismo sempre più sfrenato, per favorire la crescita dei profitti e, solo successivamente, ci si è posti il problema degli effetti procurati da queste spinte che, credendo di poter abbattere qualsiasi ostacolo, hanno prodotto cambiamenti funzionali all’espansione di un capitalismo inarrestabile.

Già nel 1901 il filosofo e sociologo Simmel riuscì a prevedere le tristi sorti che si sono avverate nella società moderna e post- moderna: la mercificazione si è estesa anche ai rapporti interpersonali, caratterizzati dalla quantità (e utilità) degli scambi piuttosto che dalla qualità dell’interazione.

Il valore di una persona viene misurato dalla sua efficienza, dallo status sociale e dalla capacità produttiva. Siamo utili in funzione del prodotto finale del nostro lavoro o degli scambi di merce a cui possiamo accedere.

Ma il benessere non coincide con la felicità poiché “La potenzialità degli esseri umani - di condurre una vita buona, di essere contenti e felici, di essere liberi – sono molto maggiori di quanto riusciamo concretamente a realizzare” (Amartya Sen)

Qual è allora quella forma di sviluppo che può conciliare società ed economia?
Secondo quanto leggiamo, nell’enciclica Populorum Progressio di papa Paolo VI, uno sviluppo per essere integrale deve essere di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, per un passaggio da condizioni meno umane a più umane.

L’anno scorso anno, abbiamo avuto l’opportunità di vivere un’esperienza di alternanza scuola/lavoro confrontandoci con un’ impresa dedita non solo al profitto, ma alla scommessa di fare economia in modo etico, e favorire lo sviluppo del nostro territorio e della sua popolazione.

Queste sono le caratteristiche dell’impegno assunto dalla Fondazione di Comunità di Messina, nata nel 2010 con sede a Forte Petrazza, per promuovere e valorizzare le libertà individuali, soprattutto dei più fragili; proporre un’ economia sociale e solidale libera da qualsiasi forma di criminalità ed illegalità e valorizzare le potenzialità dei talenti locali.

Al nostro primo incontro, il presidente della FdC, il professore Gaetano Giunta, ci ha ricordato che l’economia è la scienza delle scelte, ma bisogna chiedersi quali siano i suoi obiettivi, perché le scelte che si compiono spesso fanno riferimento a un’idea di uomo inteso come una macchina razionale che tende a massimizzare il proprio utile cercando un equilibrio tra egoismi. Altra è l’idea di uomo che sorregge il tipo di economia proposta dal premio Nobel Amartya Sen per cui i meccanismi economici devono permettere a ciascuno di esprimere la propria libertà, e capacità di essere e di agire.

Il modello di sviluppo proposto dalla Fondazione è certo più complesso di quello dell’imprenditoria classica perché si è scelto di lavorare dentro i contesti sociali, tenendo conto di individui con diverse abilità, costruendo progetti di welfare personalizzati per includere tutti e dare a tutti opportunità di sviluppo.

La FdC segue la logica del cluster cioè far crescere una realtà collegando le diversità presenti al suo interno.
Ecco dei progetti promossi dalla FDC che abbiamo potuto osservare durante lo stage:
Luce è libertà, Primi spassi, Gruppo d’Acquisto Solidale (G.A.S.), Festival Horcynus Orca.

Il primo progetto “Luce è libertà”, mira alla promozione delle libertà umane cioè:
il diritto al lavoro, l’autonomia dell’individuo e l’integrazione sociale di 56 persone internate nell’ Ospedale Psichiatrico Giudiziario (O.P.G.) di Barcellona Pozzo di Gotto; così da creare un modello di welfare comunitario, cioè volto al benessere di tutti.
Alcuni ex internati fanno parte della cooperativa sociale “Fuori Onda”, per un reinserimento socio-lavorativo, mentre la ASTU ne impegna altri in una falegnameria.

Primi Spassi” è un progetto nato nel 2012 ispirato a studi ed esperienze sul potenziale dei bambini appena nati, mirando al loro sviluppo cognitivo e sociale, ai loro diritti e alla loro salute, soprattutto in alcune zone di Messina che non offrono un ambiente adatto per la loro crescita.

Il Gruppo di Acquisto Solidale è un mezzo per promuovere un’ economia civile, favorendo un rapporto tra produttore e consumatore e per sostenere un’ imprenditoria locale nel rispetto dell’ambiente valorizzando i prodotti locali e di stagione.

La FDC promuove anche eventi culturali, l’anno scorso dal 2 all’ 8 agosto si è svolta la dodicesima edizione dell’ Horcynus Festival a Capo Peloro con il tema: “Mediterraneo in costituzione” a cui abbiamo partecipato attivamente comprendendo come sia possibile far dialogare le culture in modo fecondo.

Questa esperienza non è stata solo un arricchimento del nostro curriculum scolastico ma ci ha fatto crescere e ha fatto crescere nuove speranze per il nostro futuro; speranze che prima non vedevamo, aprendoci una strada per comprendere e valorizzare il nostro territorio, spesso tanto disprezzato.
Molti di noi avevano l’intenzione di andare via da Messina per cercare lavoro o per continuare gli studi, ma la FDC ci ha dato i motivi e la forza per rimanere.

Troppo spesso sentiamo dire che il futuro dipende dai giovani, ma non possiamo essere lasciati senza punti di riferimento. Se noi dobbiamo cambiare il futuro, abbiamo bisogno di sapere di poter contare sul sostegno di chi scommette ancora sull’uomo.

Intervento di Elisa Morgante, studentessa v SEZ. c opzione Economico-sociale Liceo Emilio Ainis, Messina,
al Convegno “L’apparente felicità dell’uomo solitario” organizzato dall’Associazione Wind of change
al Salone delle Bandiere Comune di Messina.

 

Non vivere
come un inquilino

o come un villeggiante
nella natura.

Vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre .

Credi al grano
alla terra, al mare ,
ma prima di tutto credi all'uomo.

Ama la nube, la macchina, il libro
ma prima di tutto ama l'uomo.

Senti la tristezza
del ramo che secca,
del pianeta che si spegne,
della bestia che è inferma,
ma prima di tutto la tristezza dell'uomo.

Che tutti i beni terrestri
ti diano a piene mani la gioia,
che l'ombra e la luce
ti diano a piene mani la gioia,
ma prima di tutto che l'uomo
ti dia a piene mani la gioia.

di Nazim Hikmet

 

 

 

 

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