Odissea per uomini liberi

 

 

Si avvia a conclusione il progetto di stage ideato per i detenuti della Casa Circondariale di Lodi, coordinato da Giacomo Camuri e portato avanti insieme a docenti e studenti del Liceo "Maffeo Vegio". Sullo stesso tema è stata realizzata una performance di teatro e di scrittura nel Centro Sacro Cuore – Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro. 

 

 

Scuola: 

Percorsi di viaggio, percorsi di vita: sulle tracce di Ulisse

 

Una mattina di novembre, nascosto tra le pagine di un'Odissea, Ulisse ha varcato l'imboccatura della Casa Circondariale di Lodi. Pronti ad imbarcarsi per una navigazione tra le incognite di molte storie di vita un nutrito gruppo di aspiranti viaggiatori. Nello scenario di una città il carcere è simile ad un'isola, inaccessibile allo sguardo come "l'altissima rocca di Lamo", l'isola dei Lestrigoni avvistata da Ulisse nel decimo libro dell'Odissea. Anche là l'entrata era stretta, cinta da una parte e dall'altra da "roccia inaccessibile".

Ancora prima che Omero componesse, all'incirca 2800 anni fa, l'Odissea, Ulisse era già per mare nei racconti dei cantori itineranti che di isola in isola e lungo le coste dell'Egeo, dello Ionio e del Tirreno si muovevano narrando le storie della guerra di Troia. Ulisse in realtà non ha mai smesso di navigare. Approdato all'isola amata, ad Itaca rocciosa, la memoria e l'immaginazione delle generazioni successive lo hanno di continuo sospinto sulle rotte disegnate dai venti: altri mari, altre isole, altri incontri, tragici e stupefacenti, gli sono venuti innanzi, moltiplicando il fascino di un'avventura complessa e intrigante come lo è la natura della mente umana.

Dagli inizi di novembre alla terza settimana di febbraio, al giovedì mattina, un equipaggio formato da quindici detenuti, dodici studenti e tre insegnanti, ha viaggiato al seguito di Ulisse sulle rotte travagliate del suo ritorno in patria, raccontate nei quattro libri dell'Odissea (dal nono al dodicesimo libro) in cui Omero mette in scena alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, per voce dello stesso astuto e infaticabile signore di Itaca, la storia di un'esperienza inaudita di viaggi ai confini del mondo visibile e nei territori del magico e dell'oltremondano.

Dopo un primo momento di presentazione degli episodi, via via esaminati, con la lettura ad alta voce di alcuni frammenti tratti dei libri dell'Odissea presi in considerazione, un momento preparato e gestito dalle studentesse e dagli studenti con proiezione di mappe e di immagini selezionate dal repertorio del teatro e della storia dell'arte, l'equipaggio distribuito attorno a tre tavoli ha proseguito il lavoro di lettura, interpretazione e commento delle situazioni salienti presenti nei brani proposti, discutendo in un dialogo a più voci i problemi che le parole e i comportamenti messi in campo da Ulisse, dai compagni e dagli interlocutori magici continuano a porre ai lettori dell'Odissea.

Approdando là dove Omero ha fatto sbarcare Ulisse, il viaggio ha toccato temi fondamentali dell'esistenza, quali la violenza, l'oblio, la ferinità, la curiosità, l'istinto, la morte, la seduzione, la distruzione, la nostalgia, l'ospitalità, il ritorno ai luoghi dell'appartenenza. Così nel tempo denso degli incontri si è fatto strada anche qui quel parlar di Ulisse che apre al gioco, di cui Omero è stato abilissimo maestro, del parlare di sé. Sul canovaccio di isole e di naufragi, di venti e di correnti marine altri fili si sono aggiunti: storie di arrivi su gommoni, memorie di luoghi lasciati e mai più rivisitati, immagini di dimore ben salde nel cuore, vita di lavoro in mare, percorsi di vita infranti, saldezza e fedeltà di sentimenti familiari, desideri e volontà di giungere a nuovi approdi.

In continuità con precedenti esperienze di incontro e di scrittura creativa, il progetto mira alla realizzazione di due eventi teatrali, prodotti l'uno dai detenuti presso la Casa Circondariale e l'altro dalle studentesse e dagli studenti in attività scolastica. La preparazione dei due eventi sarà l'occasione per la redazione di una piccola Odissea Tascabile con frammenti dell'opera omerica e testi di ispirazione autobiografica. Il progetto si inquadra nell'ormai lunga collaborazione tra Casa Circondariale e Liceo Statale Maffeo Vegio di Lodi, in particolare è parte delle attività di stage, o altrimenti dette attività di alternanza scuola/lavoro, entrate di diritto nella formazione scolastica degli Istituti superiori. Partecipano al progetto 9 studentesse e 3 studenti della classe 5M del Liceo delle Scienze Umane guidati dalle docenti Maddalena Astorri (Scienze Umane) e Alessandra Peviani (Letteratura Italiana) con il coordinamento di Giacomo Camuri, filosofo, fondatore con Giannetta Musitelli del Laboratorio degli Archetipi e ideatore di percorsi di formazione culturale per la Casa Circondariale.

Partecipano alla realizzazione teatrale del progetto, sul versante del Liceo, Elisa Zanolla, storica collaboratrice della Rassegna di Teatro delle Scuole di Lodi, e sul versante della Casa Circondariale Micaela Sapienza, esperta di teatro e di danza, e l'attore Ferruccio Filipazzi, che agli inizi di febbraio ha tenuto ai detenuti e agli studenti una lezione/spettacolo sulla teatralità del linguaggio omerico, leggendo brani dall'incontro di Ulissse con il Ciclope e, al suo ritorno ad Itaca, con il vecchio cane Argo.

 

Scuola: 

Una zattera, un approdo

Performance di teatro e di scrittura dalle pagine dell'Odissea

Centro Sacro Cuore – Fatebenefratelli

San Colombano al Lambro, 5 Aprile 2016 – ore 10,30 Sala Convegni

L'Odissea: in apparenza un'unica grande storia, in realtà un mosaico di storie intrecciate nella memoria di cantori itineranti. Il cieco Omero era uno di questi, forse il capo o il maestro di una confraternita di cantori, esperti nell'arte della parola, ricercatori e interpreti di racconti tramandati provenienti da uno scenario frammentato di isole, di coste e di entroterre.

Dall'enciclopedica raccolta di racconti memorizzati, rivisitati come fa il sogno per accostamenti, sovrapposizioni, elisioni, ibridazioni, ha preso vita un mondo composito di paesaggi tutt'altro che uniformi, abitati da popolazioni che si affacciano con la diversità delle loro abitudini su mari le cui acque si confondono in una più vasta estensione. Sulla mappa di un Mediterraneo, nel contempo reale e immaginario, il canto evocatore di imprese di uomini e di dei ha tracciato i percorsi di un'esplorazione del comportamento umano che mai più così organica si è compiuta tra antichità ed età moderna. Suo esito la messa in luce della complessa funzionalità della mente, nelle sue disposizioni morali, conoscitive ed emozionali.

Non c'è pagina dell'Odissea da cui non emerga qualche aspetto del desiderio, della volontà, del sentire umano. Fortuna e contemporaneità del poema omerico si annidano in questo incessante scrutare nel gioco delle intenzioni, nelle oscillazioni dei sentimenti, nel riverbero dei ricordi, nelle lacerazioni passionali: da un libro all'altro non si attenua il fascio di luce gettato tra gli episodi per scandagliare i segreti, arcani meandri dell'anima. Un'anima mutevole, irrequieta, astuta, che non si vuol fare irrigidire, in cammino verso una meta: la meta del riconoscimento, del ricongiungimento con la propria identità. Itaca è questo: la terra simbolica, il luogo delle radici e dell'unità. Un luogo ben fisso nella mente, vicinissimo ma tuttavia lontano perché di continuo va riconquistato.

La vita così si presenta nell'Odissea: un vicino allontanarsi e un lontano approssimarsi. Nulla di più vero della problematicità, se non dello squilibrio che innerva l'esistenza. Condizione che non sempre gli uomini e le donne riescono a gestire nel corso delle loro esperienze. Da qui l'idea di poter far incrociare l'Odissea con altre odissee, di far scaturire dalla prima parole e immagini per la pur breve scrittura liberatoria delle seconde. Così nel vasto mare della narrazione omerica la scelta di lettura per il laboratorio con i degenti del Centro è caduta sul racconto, contenuto nel libro quinto e nel libro sesto, del vero inizio del ritorno di Ulisse verso Itaca, quando ormai solo, persi tutti i compagni, dopo sette anni vissuti nel nascondimento dell'antro della ninfa Calipso, per intercessione di Atena e per volontà di Zeus, l'eroe riprende la via del mare su una zattera da lui stesso costruita: via soggetta ad un tragico naufragio per vendetta del dio del mare, quel Poseidone, padre del Ciclope accecato dall'intrepido Ulisse, che ormai nel mezzo di una tempesta denudato di tutto e in balia della forza del mare riesce miracolosamente a salvarsi sulla costa dell'isola dei Feaci. Nausicaa e le ancelle lo scopriranno, nascosto tra le foglie, e prendendosene cura gli apriranno una volta per tutte la strada del riconoscimento e del definitivo ritorno.

Nell'arco di cinque mesi, tra novembre e marzo, al giovedì pomeriggio, nello spazio luminoso della biblioteca del Centro, si è andato a compiere il viaggio di Ulisse dall'invisibilità di un'isola sottratta allo sguardo di ogni navigante all'approdo sofferto e al tempo stesso accogliente tra un gruppo di giovani donne colme di attenzione e di umanità. Nel gioco dei passi e nello scambio degli sguardi ispirati dall'ascolto di Omero, nel provare a reinventare le azioni narrate, altre storie si sono aggiunte al gran canovaccio dell'Odissea. La personalità poliedrica di Ulisse ha preso il volto e la storia dei protagonisti in scena. Il suo patire e la sua meta sono simbolicamente divenuti parte dell'esperienza reale dei partecipanti che, di volta in volta immersi nelle atmosfere del racconto e sommersi nei naufragi virtuali delle prove di teatro, hanno trovato la chiave d'accesso agli anfratti nascosti delle loro memorie e da lì con carta e penna sono risaliti alla visibilità di una comunicazione che ha generato pagine di storie condivise e con esse un senso forte di comunità: la comunità del progetto teatro. Ricordi di infanzie ferite, affetti ritrovati nelle immagini di giornate vissute in contesti di relazioni serene, paesaggi marini, memorabili vacanze, un racconto di nascita, esperienze lavorative di accudimento accompagnano i passaggi del racconto epico.

Parte del più ampio progetto Odissee promosso dal Laboratorio degli Archetipi per la XXIX edizione della Rassegna di Teatro delle Scuole, cui partecipano ormai da anni gli utenti del CDD Il Melograno e del CSE/SFA Il Girasole del Centro Sacro Cuore, il laboratorio di teatro e di scrittura è stato ideato da Giacomo Camuri, filosofo, con la conduzione artistica di Micaela Sapienza, atttrice e docente di teatro danza. Con le educatrici del Centro, Patrizia Arrigoni e Emanuela Scandelli hanno partecipato Annamaria, Emanuela, Ettorina, Lucia, Renata, Franco, Gianluca, Giusepppe, Marco, Umberto e un altro Umberto. All'Associazione Malati Mentali di San Colombano al Lambro va il merito di aver sostenuto la realizzazione di quest'ultima appendice al poema omerico.

 

ODISSEE - Il Teatro, la Storia, la Scuola

ODISSEE.    Il Teatro, la Storia, la Scuola

Giacomo Camuri responsabile cooordinamento scientifico Teatro Scuola

Quattrocento anni sono appena trascorsi dalla morte di William Shakespeare. In lui l'antico seme gettato nella terra dell'immaginazione dai primi tragediografi greci è diventato un robusto e frondoso albero, la cui ombra si è proiettata nel tempo a venire. Quella prima rivoluzione della parola poetica, che ad Atene, in occasione delle feste in onore di Dioniso, si era avviata a esplorare l'universo degli intreccci interpersonali, dei moti profondi e ambigui dell'anima, degli accadimenti che segnano i comportamenti dei singoli e dei gruppi, si rinnova e si amplifica nell'opera del drammaturgo inglese così radicalmente orientata alla trasposizione nei linguaggi della rappresentazione scenica di vicende storicamente accadute ma ugualmente operanti negli anfratti inconsci di un presente che prefigura scenari di possibilità future.

Se il Teatro dopo la tragedia greca e dopo l'invenzione del dramma shakespiriano non può essere avulso dalla storicità delle vite dei singoli e dei popoli, anche e soprattutto il Teatro praticato nella Scuola come laboratorio di esperienza formativa deve avere nella conoscenza e nella coscienza della Storia il suo focus privilegiato. Da questo imprescindibile nesso di Storia e Teatro deriva lo sguardo sull'oggi che ha orientato il lavoro delle scuole e dei gruppi che hanno aderito al progetto Odissee. Attraverso il destino di Ulisse l'Odissea, l'opera che con l'Iliade ha inaugurato la storia della letteratura greca e di conseguenza la storia delle letterature occidentali, mette in scena l'umana avventura con gli inevitabili scacchi, con le infinite aspirazioni, con le fragilità e le faticose risalite. Da qui la traslazione del titolo dell'opera omerica ad un campo più vasto di significati che si raccolgono attorno all'esistenza in quanto tale, così da qualificarne il senso contenuto in quel “ex-sistere” che esprime la tonalità di un vivere, che dalla nascita, e forse ancor prima della nascita, è chiamato a progettarsi in un continuo rapporto con limiti, ostacoli e opportunità.

E' difficile pensare all'esistenza di un uomo o di una donna nel corso delle sue diverse stagioni senza piccole o grandi avventure che talvolta si possono anche chiamare disavventure. Vi sono odissee interiori ed odissee dettate da avvenimenti esterni. Vi sono odissee che riguardano singole vite, ma vi sono anche odissee che travolgono o sconvolgono la vita di molti individui, di intere comunità. Vi sono odissee che hanno lasciato nella storia segni profondi, incancellabili, che hanno mutato o possono ancora mutare le vicende dei popoli. Apportando cambiamenti nelle abitudini, negli stili di vita, le odissee possono tuttavia divenire fonti di grandi novità sul piano delle conoscenze e della cultura.

Dalla Scuola dell'Infanzia alla Primaria, dalla Scuola media alla Scuola superiore, dai tre centri del Fatebenfratelli di San Colombano al Lambro alla Casa Circondariale di Lodi sino all'UniTre il racconto di Omero e la parola Odissea sono stati declinati in molti modi. Si sono cercate odissee tra i canti dell'Odissea, nei racconti della Bibbia, nelle leggende d'Oriente, nelle storie di mare, nella narrativa contemporanea, tra dipinti e tradizioni musicali, nella ricostruzione di mappe immaginarie, nelle storie vere, che raccontano delle difficoltà dell'andare a scuola (se le scuole sono lontane o se i sistemi totalitari impediscono l'istruzione), delle difficoltà di trovare lavoro, della necessità di migrare o di fuggire alla guerra. Si è data alla fine voce alle odissee di chi disabile o di chi uscito da malattie invalidanti o da comunità o da carceri cerca la via di inclusioni che paiono talvolta irraggiungibili.

Rivedi l'intero percorso dei progetti

 

 

Apparizioni per una Odissea

Giovedì 21 luglio alle ore 10 nel passeggio della Casa Circondariale di Lodi si è concluso con una performance teatrale il percorso di laboratorio iniziato, ad opera dell'infaticabile Giacomo Camuri, alla fine di febbraio sulle rotte di Ulisse.

Infine sabato 23 Luglio 2016, alle ore 21.30 è stata allestita una grande Odissea in piazza della Vittoria per Lodi al Sole al termine di un anno in cui non solo le scuole di Lodi hanno lavorato sul poema di Omero e sulle vicende della storia contemporanea in occasione della XXIX Rassegna di Teatro delle Scuole, ma anche alcuni detenuti della Casa Circondariale di Lodi, i pazienti del Centro di Riabilitazione Psichiatrica e i giovani diversamente abili dello SFA e del CDD del Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro. Un'Odissea di Apparizioni con giochi di fuoco e sorprendenti apparizioni.

In allegato i comunicati stampa con tutte le informazioni sugli eventi