Il Comitato "Salviamo il Les"

Vari organi di stampa, tra cui La Gazzetta del Sud che qui accludiamo, hanno pubblicato l'ennesimo appello a difesa del Les.

Il documento ribadisce il NO al Liceo del Made in Italy emerso in questi giorni anche da gran parte delle scuole italiane che avrebbero potuto chiederne l'attivazione - tra cui i due Licei di Messina  "Emilio Ainis" e "Felice Bisazza" - ma che dicono ancora una volta un No forte e chiaro alla proposta governativa

Il Comitato "Salviamo il Les", nato lo scorso mese di giugno, e che registra già migliaia di adesioni in tutta Italia, pubblica sui suoi canali social un appello a docenti, dirigenti e genitori, e si rivolge inoltre al ministro Urso affinchè non venga cancellata un'esperienza pluridecennale che tanti consensi ha raccolto e va raccogliendo. 

Mentre ci associamo naturalmente a questo appello e plaudiamo alla visibilità che sta ottenendo in questi giorni, facciamo a margine alcune osservazioni.

E' necessario fare assoluta chiarezza in merito ai due indirizzi:

  1. non è vero - come purtroppo superficialmente si dice da giornalisti male informati -  che il Made in Italy sia una "copia" del Les (ci chiediamo, in tal caso, perchè tanto rumore per nulla?). Il Les è nato da una sperimentazione consolidata e convalidata da un decennio di percorso in ascesa, mentre il MiI è una proposta estemporanea, di cui ben poco si conosce (solo i quadri orari del primo biennio), senza un profilo ben definito nè tanto meno un curricolo coerente:
  2. la cancellazione delle Scienze umane operata dal Made in Italy arreca un vulnus gravissimo alla formazione degli studenti, facendo venir meno proprio le discipline fondamentali per la lettura della contemporaneità - prerequisito peraltro indispensabile ad una scuola che voglia collocarsi nel mondo globalizzato;
  3. sembra problematica la convivenza dei due percorsi nell'ordine Liceale; come fatto osservare ripetutamente e da più parti, la collocazione del MiI nell'istruzione Tecnica sarebbe più consona agli obiettivi che in esso si perseguono e servirebbe a fare chiarezza nell'opinione pubblica, che in questo momento è più che mai - e ben a ragione - disorientata.