L’albero di Clotilde

 SISUS desidera rendere omaggio a Clotilde Pontecorvo con un segno di vita e di legame con la terra, un albero, l’albero di Clotilde - che sia un olivo. un pino, una quercia, un agrume o un ficus, non importa -  che possa vivere e crescere in particolare nelle scuole che hanno potuto godere del suo sostegno e realizzato parte del suo pensiero, ma anche in luoghi in cui l’associazione ha avuto un rapporto significativo con lei sui temi della scuola, dell’apprendimento, della centralità dello studente, della relazione educativa, e, perchè no?, anche, al di fuori di tutto questo, dove c'è una comunità educante che voglia ricordare la Sua grande lezione. 

Perché proprio questa scelta?

Per tutto quello che la metafora dell’albero può richiamare, e che ben si addice a tutto quanto Clotilde ha significato per noi.

L’albero, creatura viva che non solo cresce e vegeta rigogliosa, ma crea un ecosistema, produce linfa e vita, si staglia come punto di appoggio e di riferimento...

L’albero, in controluce, può essere la fatica di crescere, l’aiuto dell’educare, la fecondità del pensiero, la generosità dell’ascolto...

Il pensiero di Clotilde ha sostenuto fin dagli Anni 70/80 gli insegnanti che cercavano di mettere in atto le teorie curricolari e in particolare coloro che nella sperimentazione della secondaria introducevano pratiche innovative. Ha così contribuito ad allargare il concetto di “sostegno” estendendolo a tutta la popolazione studentesca in difficoltà, evitando la punizione delle bocciature e l’umiliazione dell’abbandono scolastico. Non solo: il sostegno ha riguardato, metodologicamente gli stessi docenti, alle prese con i decisivi processi di apprendimento degli studenti attraverso la lettura, la scrittura, la discussione, veicoli dello scambio e del radicamento culturale.

Alcuni di noi hanno collaborato con lei fin dagli Anni ’90 nella rivista Sensate esperienze e l’hanno avuta come relatrice in convegni fino all’anno di chiusura della rivista, il 2003. Parallelamente il suo pensiero era tenuto come riferimento fin dal ’77 – anno di pubblicazione del testo uscito da Einaudi, Scienze sociali e riforma della scuola secondaria - per nuovo indirizzo di studi che nasceva all’interno della sperimentazione, il liceo di scienze umane e sociali. Per questo indirizzo Clotilde si è impegnata attivamente sia a livello delle singole scuole, sia nei convegni della Rete Passaggi sia a livello centrale per la definizione di un documento nazionale di riferimento per i licei delle scienze sociali.

Quando la Rete si è trasformata in Associazione SISUS Clotilde ha accettato volentieri di essere la nostra presidente onoraria e ha continuato a stare in ascolto delle nostre idee, a dare loro valore fino alla pubblicazione di testi collettanei.

In tutte queste relazioni Clotilde ha rappresentato la possibilità di confronto autorevole, di legittimazione di un pensare e fare nella scuola, ma anche spinta a crescere. E soprattutto misura e rispetto, amicizia e accoglienza, ingredienti senza i quali è difficile crescere, ma anche fare il mestiere di insegnante.