La complessità

Lezioni sulla complessità a cura di Stefania Stefanini e Francesco Colaianni docenti di scienze sociali e filosofia presso Istituto A. Pieralli - Perugia

sommario: la complessità | sperimentazione didattica | sistemi e modelli
 

 

La complessità

 

 
significato
origine
paradigmi
Attribuzione>
realtà-  elementi- fenomeni- contesti- esperienze- produzioni – teorie
 
La complessità come critica e relativizzazione dei modelli meccanicistici e riduttivistici della scienze moderna
 
 
Paradigma strutturale
da Marx a Freud, da  a De Saussure a Levi-Strauss generalmente afferma che  la realtà, naturale o storico-culturale,  o suoi segmenti si  comprende e si spiega non a partire  dalle rappresentazioni  fenomeniche o dai vissuti soggettivi, ma da sistemi di  regole  e di schemi latenti e evidenti (strutture) che regolano l’organizzazione, la stabilità e la stessa trasformazione del sistema.
 
Paradigma sistemico-cibernetico da Bertalanffy in poi -  afferma il primato      metodologico del globale sul particolare, dove ogni sezione della realtà è considerata un sistema di interdipendenze fra sottoparti. La nozione di sistema correlata a quella di feed-back, causalità circolare, omeostasi
Paradigma ecologico, Bateson, Morin, Piaget, -   l’opzione di fondo è radicalmente relazionale. Le relazioni sono frutto sia dell’autoregolazione che della coordinazione con altri sistemi autoregolati, come la natura e la società, con cui  interagire e coevolvere in complessità
Paradigma gnoseologico, Bocchi, Cerruti, Varala -  la filosofia della complessità diventa una proposta teorica alternativa a forme di pensiero metafisico.
 
Distinzione/opposizione
Semplicità/ Complessità Elementi/ struttura
Particolarità/totalità
Meccanicità/organicità  aggregazione/integrazione
Composizione/organizzazione
Ecc.
Il modello classico (cosmo, logos, organizzazione del sapere, relazioni tra cause efficienti e finali)> statico
Il modello moderno>
( la crisi dei fondamenti della fisica – struttura e sovrastruttura (Marx-Darwin, Freud, Nietzsche) – l’analisi strutturale nelle scienze umane e sociali-  teoria dei sistemi – il modello della comunicazione  ecc.)> dinamico
Valore >
Metodologico
(la complessità dipende dalla prospettiva di indagine e dall’esperienza indagata) ontico ( ogni forma di realtà è relativamente complessa, nell’esperienza scientifica non sono dati in assoluto elementi semplici, ma sistemi di regole che ne determinano la natura e i processi di trasformazione.
La complessità dunque paradossalmente è per sua natura complessa, nel senso che richiama il suo concetto una idea generale che si coniuga in diversi contesti sia teorici che esperienziali> 
 
La complessità come concetto che considera /riconosce /individua / rileva la presenza in fenomeni o eventi(naturali o socio-culturali) di principi, di processi, di elementi che interagiscono tra di loro (in forme diverse), determinandone la stabilità e i criteri di trasformazione per cui il tutto (inteso come sistema ) regola e condiziona con diverse modalità i sottosistemi)> 
 
 
Alcune vie per comprendere l’ interdipendenza  
“E’ possibile individuare leggi matematiche e
modelli significativi del mondo umano”
M. Buchanan – Nexus
   
Sistema 
 
La relazione  sistema / complessità si evidenzia nello stesso concetto di sistema, in particolare quello  elaborato da Von Berthalanffly (Teoria generale dei sistemi) 
 
Complesso di parti in relazione reciproca. Il comportamento di ciascuna elemento risulta nelle sue caratteristiche dipendente dal legame e viceversa.
I principi costitutivi del sistema non sono spiegabili a partire dalle caratteristiche delle parti isolate.
Le caratteristiche del sistema risultano, confrontate con quelle degli elementi costitutivi, nuove ed originali, nel senso che non sono riferibile alla loro somma.
L'elemento isolato per essere conosciuto deve essere considerato nelle sue interazioni con l'intero sistema.
Le variazioni che si introducono (per effetto esterno o per evoluzione interna) in una parte del sistema vanno ad incidere sia sul funzionamento dell'intero sistema che sul comportamento delle altre componenti.
II sistema tende a stabilire principi gerarchici che vanno da quelli più semplici ed elementari a quelli più complessi e strutturati
I sistemi possono essere :
chiusi > non comunicano con l'esterno e quindi non richiedono una    comprensione a partire dai sistemi con cui interagiscono. Si potrebbe forse dire che un sistema chiuso non va a formare sistemi più complessi
aperti > istituiscono scambi con l'esterno (organismi).  
 
Il sistema in realtà non è altro che una trasformazione dell’esperienza in un modello
 
 
 
Modello
 
In inglese il termine model ( = modello) viene impiegato almeno in tre accessioni diverse: come sostantivo indica un modello o rappresentazione idealizzata; come aggettivo ha il significato di esemplare; inoltre il verbo to model ( modellare ) significa anche” presentare, dare dimostrazione”.
In campo scientifico, il termine “modello” ha, in certa misura, tutti e tre i significati. I creatori di modelli scientifici riproducono in forma idealizzata la realtà al fine di dimostrare certe sue proprietà.
 
E’ la complessità della realtà che rende necessari i modelli.
 
La complessità di un sistema è soprattutto la proprietà della  rappresentazione scientifica di tale sistema cioè del MODELLO DEL SISTEMA.
 
E’ sempre l’osservatore del sistema a costruire un modello, quindi la proprietà di un sistema è costituita dall’osservatore che costruisce il modello e dal modello stesso.( Le Moine, Von Foester, , Varala )
 
 
 
 

 

IL SISTEMA DEL MODELLO

 

Retroazione, Causalità Circolare, Autoregolazione
 
 Con Norbert Wiener gli schemi a retroazione diventano modelli interpretativi di vario tipo sia dei sistemi naturali che artificiali, vengono proposti anche in campi meno formalizzati, quali quelli della psicologia, della sociologia, della scienza politica, ecc.
Si può ricordare il modello proposto da Lanchester nel suo saggio “ La matematica della guerra”- 1956 - che ricorda quello dei sistemi predatore-preda, con la differenza che le potenze militari sono contemporaneamente preda e predatrici.
Nel campo della psicologia sociale possiamo trovare molti esempi di influenza reciproca di  sottoinsiemi: nella dinamica di certi atteggiamenti mentali, nella motivazione ( ad esempio la teoria socio-cognitiva di Bandura si basa sull’influenza che l’autoregolazione ha sulla motivazione ) ecc.
Sellini Palazzolo ( 1988) reinterpreta lo studio della famiglia in senso sistemico : i membri sono considerati come gli elementi di un circuito di interazione dove ogni membro influenza gli altri ma è anche influenzato dagli altri .
Il principio dell’omeostasi permette a Piaget  di collegare il problema dell’adattamento biologico al problema del pensiero: i fattori normativi del pensiero corrispondono alle regolazioni e alle necessità di equilibrio che si osservano sul piano biologico.
 
 
 
Esemplificazioni didattiche
 
Le CARTE GEOGRAFICHE sono un chiaro esempio di modello dove l’osservatore  dà forma alla realtà (la proiezione di Mercatore e quella di Peters presentano differenti costruzioni  della terra)
Altri modelli significativi per gli studenti> 
  • modello AGIL di Parsons per l’organizzazione funzionale dei sistemi sociali
  • modello di Von Thunen  per l’assetto territoriale della produzione agricola
  • modello di Christaller per le località centrali  spiega la distribuzione geografica delle città come centri di offerta di beni e servizi alla popolazione del territorio circostante
  • modelli computazionali : modello TOTE  per la  risoluzione dei problemi,  modello bottom- up e top-down delle scienze cognitive applicato, per esempio, alla percezione 

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tuttavia il modello non evidenzia una componente intrinseca del sistema e quindi della complessità, che sono le:
 
 
Reti
 
Rete: la parola deriva dalla voce indoeuropea ere che significa “separato, che ha intervalli”. L’equivalente termine inglese net e tedesco netz derivano invece da nodo. Curiosamente  per la via germanica una rete è fatta di nodi, mentre per la via latina è fatta di vuoti, di maglie” (dictionnaire critique) .Visto contemporaneamente da due prospettive diverse  il concetto di rete supera la separazione vuoto / pieno! Rete significa CONNESSIONE.
 
La teoria delle reti è l’espediente che la fisica ha escogitato per spiegarci l’ordine complesso delle cose. Sociologi, cognitivisti e studiosi di scienze politiche e umane stanno costruendo nuovi modelli che descrivono il mondo  come un insieme di sistemi governati dalle stesse relazioni.
 
Il famoso esperimento di Milgram 1967 ( quanti passaggi da persona a persona farebbe una lettera partita dal Kansas che deve arrivare nel Nebraska ? Centinaia? In media servono sei passaggi – teoria dei sei gradi di separazione-)  dimostra che  in ogni sistema, per quanto complesso, occorre mediamente  una catena di pochissimi contatti per collegare qualsiasi suo punto ;  un sistema rivela sempre una semplicità soggiacente
Recentemente si è scoperto il segreto per cui le reti complesse sono mondi piccoli: il motivo è che non tutti i nodi sono uguali. Esistono dei nodi CONNETTORI o HUB che hanno moltissimi contatti, accorciano le distanze, creano mode e tendenze, diffondono velocemente idee. 
 
Questa scoperta può essere applicata in vari campi: per impedire che una malattia infettiva si propaghi tra le persone di una città, è meglio cominciare a vaccinare le persone che hanno più contatti piuttosto che iniziare a caso! Se voglio diffondere velocemente un’idea devo preoccuparmi prima di tutto degli hub, in questo caso gli opinion leader, non solo coinvolgendoli, ma anche motivandoli, convincendoli che l’idea è buona in modo che se ne facciano promotori in ogni ambiente. Mark Granovetter ha  definito “ legami deboli”le relazioni di scambio non molto impegnative in contrapposizione ai “legami forti”,assidui e ben strutturati. L’hub è un nodo che capitalizza un gran numero di legami deboli; sono questi che creano  cambiamenti strutturali perché fanno interagire realtà distanti, producono un enorme scambio di informazioni che inevitabilmente riassetta la rete stessa.( pensiamo ai movimenti d’opinione, al”comune sentire”…)
 
Paragonando le strutture sociali ai legami  possiamo dire che la famiglia e una cellula di organizzazione politica sono forti perchè corrispondono a forme di interazione molto intense mentre i movimenti partito della società civile o certe associazioni sono deboli. Questo modello teorico si presta bene allo studio del capitale sociale ,delle comunità di pratiche di altre forme di cooperazione spontanea.
 
Il web, al Qaeda, il linguaggio, i componenti di un collegio docenti, le catene alimentari, le colonie di insetti, i sistemi immunitari, le cellule neurali sono sistemi governati dalle stesse relazioni. Si tratta in tutti casi di RETI, di forme che si sono strutturate secondo una logica auto-organizzativa.
 
L’assenza  di un centro regolatore nelle teoria delle reti apre molte riflessioni.
 
  
questi pochi esempi, sbrigativi, frammentari, sparsi, vogliono insistere sulla sorprendente varietà delle circostanze che fanno progredire le scienze rompendo l’isolamento delle discipline o attraverso la circolazione dei concetti o degli schemi    cognitivi o attraverso sconfinamenti e interferenze o attraverso complessificazioni di discipline in campi policomponenti o attraverso l’emergenza di nuovi schemi cognitivi e di nuove ipotesi esplicative o, infine, attraverso la costituzione di concezioni organizzatrici che permettono di articolare i domini disciplinari in un sistema teorico comune.
 
(…) Le discipline sono pienamente giustificate intellettualmente a condizione che  mantengano un campo visivo che riconosca e concepisca l’esistenza delle interconnessioni e della solidarietà.
 
(…) Le scienze umane trattano del l’uomo, ma questo non è soltanto un essere psichico e culturale, ma anche un essere biologico; e le scienze umane devono in qualche modo essere radicate nelle scienze biologiche le quali a loro volta devono essere radicate nelle scienze fisiche, dato che nessuna di queste scienze evidentemente è riducibile l’una all’altra. Tuttavia, le scienze fisiche non costituiscono lo zoccolo ultimo e originario sul quale si edificano tutte le altre; tali scienze fisiche, per quanto fondamentali, sono anche scienze umane, nel senso che appaiono in una storia umana e in una società umana.
 
(E. Morin, I sette saperi necessari al futuro dell’educazione, Cortina, Mi, 2001)
 
 

  
L.von Bertalanffy, Teoria Generale dei Sistemi, Mondatori, 1983
E. Morin, Il metodo ,Feltrinelli 1985
Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, 1984
J. Piaget, L’equilibrazione delle strutture cognitive, Boringhieri, 1981
M.Ceruti,Il vincolo e la possibilità,Feltrinelli 1986
H. R. Maturana, F. J. Varala, Autopiesi e Cognizione, Marsilio 1985
Mark Buchanan, Nexus, Saggi Mondatori, 2003
R.Calimani, A, Lepschy, Feedback , Guida ai Cicli a retroazione: dal controllo Automatico al Controllo Biologico, Strumenti di Studio, Garzanti, 1990
P.Omodeo, Omeostasi,  in Enciclopedia del Novecento,vol.IV, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1979, 902- 925
N.Weiner, La cibernetica, Il saggiatore, 1968
G. Granirei, Blog Generation, Laterza, 2005