Seminario del Direttivo Passaggi, Bologna 10/2009 (Il documento finale)

Rete PassaggiS.I.S.U.S.

 

Il liceo delle Scienze Umane
e l’opzione economico-sociale

Criticità e problemi aperti

 

Il Direttivo dell’Associazione di scuole in rete “Passaggi. Le Scienze Sociali in classe” (Paola Bruschi DS di Suzzara – Mantova - scuola capofila, Mara Salvi D.S. di Ferrara, Nicoletta Clemente D.S. Roma e Luigi Mantuano delegato dalla D.S. di Sezze – Latina) e alcune esponenti dell’ Associazione culturale e professionale “SISUS- Società Italiana Scienze Umane e Sociali” (Stefania Stefanini, Maria Teresa Santacroce, Lucia Marchetti, Anna Sgherri) si sono incontrati per fare il punto della situazione alla luce della prossima emanazione dei decreti attuativi di riforma del Liceo delle Scienze Umane.

 

I presenti concordano nel ritenere lo scenario caratterizzato da grande incertezza e provvisorietà politica ed amministrativa. La commissione istituita a livello Ministeriale per il Liceo delle Scienze Umane si è riunita due volte prima dell’estate e non è stata più convocata; ciononostante il ministro ha recentemente ribadito che la riforma andrà in vigore dal 2010.

Pur in un quadro di così grande incertezza il gruppo di lavoro di Passaggi e SISUS ritiene di dover proseguire le sue riflessioni sul Liceo delle Scienze Umane e offrire la sua collaborazione per elaborare ipotesi di possibili soluzioni ai problemi di natura epistemologica, didattica, organizzativa ancora aperti o che potrebbero presentarsi in seguito.

Nel corso della discussione vengono sottolineate alcune criticità:

  • il curricolo del biennio a 27 ore è particolarmente preoccupante proprio per la fascia d’età in cui si devono consolidare abilità di base e acquisire le competenze di cittadinanza richieste per l’adempimento dell’ obbligo di istruzione;
  • l’assenza delle discipline di indirizzo nel biennio del Liceo Scienze Umane rende impossibile il raccordo tra i saperi accentuandone la frammentazione, aggravata dalla soppressione delle compresenze. In sintesi manca l’asse culturale ;
  • nell’opzione Economico-sociale l’aggettivo ‘economico’ necessita di una definizione del proprio impianto concettuale e della chiave interpretativa  da collocarsi, a nostro avviso,  in una dimensione storico-sociale, come cioè economia politica. Occorre insomma mettere a fuoco che tipo di Economia e che tipo di Diritto.

L’opzione economico-sociale deve comunque essere pensata come articolazione di una matrice più generale, che è il liceo delle scienze umane: pertanto diventa fondamentale un chiarimento epistemologico sul rapporto e sulla differenza tra scienze umane e scienze sociali per poter giungere a un profilo unitario che contenga entrambe le opzioni;

  • i tagli di spesa incidono negativamente non solo sulla didattica e sull’offerta formativa, ma anche sui modelli organizzativi di fatto limitando in modo grave le possibilità di progettazione disciplinare e interdisciplinare;
  • l’assenza di risorse specifiche compromette fortemente le occasioni di formazione;
  • pesa su tutto una grave assenza di informazione su tempi e modalità della riforma imminente.

Accanto alle criticità sono da considerare problemi aperti:

  1. La connotazione epistemologica del Liceo delle scienze umane nelle sue due opzioni: secondo noi si dovrebbe lavorare sulle due matrici, l’una formativo-relazionale e l’altra storico – economico – antropologica.

L’oggetto comune di indagine – i modi della condizione umana – potrebbe essere studiato
da un lato nella dimensione umanistica e della formazione della persona, dall’altro contestualizzato nella contemporaneità in una prospettiva storico-economica, culturale-simbolica.

La Rete Passaggi da tanti anni ha investito tempo e risorse a riflettere sul profilo formativo ed è approdata ad un modello di scuola e di Licealità applicato e rielaborato attraverso seminari, convegni e pubblicazioni che, sinteticamente, potrebbe venir declinato su due piani:

un piano epistemologico che richiede:

  • un apprendimento come ricostruzione, approccio integrato ai saperi, modello conoscitivo della scienza come ricerca aperta; problem solving, assunzione della scoperta come cuore dell’impresa scientifica, della passione nel conoscere, della pratica del dubbio, dell’uso della ‘bellezza’ come modalità di un controllo mai definitivo della complessità;
  • introduzione del mutamento anche nel fare scuola;
  • conoscenza-comprensione dei contesti, delle differenze e dei loro significati;
  • attenzione alla dimensione teorica e storica dei problemi; insistenza sull’astrazione, distinta e opposta all’astrattezza;
  • interdisciplinarietà;
  • approccio sistemico-ecologico, cultura del processo;
  • integrazione profonda tra il pensare e il fare, fra il dentro e fuori la scuola, la classe, il Sé

un piano didattico che prevede:

  • didattica laboratoriale: costituzione di una comunità di interroganti che ricercano attraverso strumenti diversi: l’osservazione, i sensi, il corpo, lo spazio, gli interstizi, la parola, i simboli, la scrittura, le forme (per es. architettoniche), la manualità;
  • apprendimento cooperativo e lavoro di gruppo;
  • nuove tecnologie come strumento trasversale;
  • uso dell’errore: meta-riflessione, valutazione su prestazioni diversificate
  1. L’esperienza dello Stage formativo: come recuperarla coniugandola con quanto si dice nella legge sull’Alternanza scuola-lavoro. Infatti nel testo approvato si richiama la possibilità, a partire dal secondo biennio, di “svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie)”

Per le scuole della Rete lo STAGE formativo va considerato un elemento strutturale del curricolo e strategico del fare scuola. Raggiunge il suo culmine e il suo standard ottimale nel momento e nella misura in cui riesce a far confluire attorno a sé la progettazione di classe e i correlativi contributi disciplinari ad essa funzionali, nonché la valutazione del processo sia degli apprendimenti..

Lo stage si pone come mediazione tra saperi e territorio, come mediazione tra domanda di saperi ed offerta di pratiche organizzativo-decisionali: il territorio è l’offerta alla domanda di sapere. Il territorio, inteso come sistema eco-organizzato, non è una risorsa solo economica o un oggetto di consumo: per la scuola è una fondamentale risorsa epistemologica.

Per molti istituti della Rete lo stage è una pratica acquisita e divenuta parte integrante del curricolo. Occorre tuttavia che venga assunta dai Dipartimenti disciplinari e dai Consigli di classe come elemento strutturale e strategico che può migliorare in modo sensibile la proposta formativa e può agire da chiave di lettura per una revisione degli statuti disciplinari. Richiede una forte integrazione tra le diverse figure in campo: DS, DSGA e segreteria, docenti, genitori, studenti, è per tutti gli studenti e può essere svolto sia in alcuni settori accademici sia nel mondo del lavoro e nel sistema-territorio. Occorre tuttavia che risulti fortemente connesso con i nuclei fondanti del curricolo e che possa costituire un elemento da valutare anche all’esame di stato.

E’ evidente che un liceo così delineato richiede un cambiamento profondo nel modo di lavorare dei docenti, strutturazione del lavoro per team, articolazione del progetto di classe per percorsi integrati attorno ad alcuni, pochi, temi comuni; attenzione particolare alla relazione educativa e al clima di classe, buone capacità di relazione con l’esterno e conoscenza delle opportunità formative del territorio, vicino e lontano, o almeno, la capacità di individuare possibili intermediari. Un mutamento del genere coinvolge comunque anche – e soprattutto – l’immagine ordinaria che il docente ha della sua professione ed il ruolo che svolge all’interno dell’organizzazione scolastica declinata in autonomia.

In attesa di un chiarimento dell’orizzonte istituzionale verso cui stiamo ci stiamo muovendo è necessario trovare strade per mantenere il senso del fare-scuola nel solco fino ad ora tracciato grazie alla condivisione delle pratiche e alla convergenza dell’attenzione sulla didattica e sulla relazione educativa.

 

gestald
Una e la stessa
è la via all'in sù
e la via all'in giù.
(Eraclito, frammento 60)