a.s. 2012/2013

 

Esami di Stato a.s. 2012/2013:

Tracce della seconda prova per il Liceo delle Scienze Sociali 

CORSI SPERIMENTALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI
 
Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:
 

 
«Ci troviamo nel bel mezzo di una crisi di proporzioni inedite e di portata globale. Non mi riferisco 
alla crisi economica mondiale che è iniziata nel 2008. In quel caso, almeno, tutti si sono resi conto della crisi in atto e molti governanti nel mondo si sono dati freneticamente da fare per cercare delle soluzioni: non trovarne avrebbe comportato gravi conseguenze per i governi, come in certi casi è avvenuto. Mi riferisco invece a una crisi che passa inosservata, che lavora in silenzio, come un cancro, una crisi destinata ad essere, in prospettiva, ben più dannosa per il futuro della democrazia:
la crisi mondiale dell’istruzione. Sono in corso radicali cambiamenti riguardo a ciò che le società 
democratiche insegnano ai loro giovani, e su tali cambiamenti non si riflette abbastanza. Le nazioni sono sempre più attratte dall’idea del profitto; esse e i loro sistemi scolastici stanno accantonando, in maniera del tutto scriteriata, quei saperi che sono indispensabili a mantenere viva la democrazia. 
Se questa tendenza si protrarrà, i paesi di tutto il mondo ben presto produrranno generazioni di 
docili macchine anziché cittadini a pieno titolo, in grado di pensare da sé, criticare la tradizione e
comprendere il significato delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone.» 

Martha C. NUSSBAUM, Non per profitto, il Mulino, Bologna 2011 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sui seguenti punti: 
  • la nozione di “globalizzazione”; 
  • l’idea del profitto nelle odierne società democratiche; 
  • istruzione e sistema politico; 
  • il ruolo sociale dell’educazione. 
 

II 

«Abito in un monolocale di 40 metri quadrati. Dormo in un letto a ribalta. Ho sei camicie. Ho 10 
ciotole che uso per tutte le portate. Quando c’è gente a cena apro il mio tavolo allungabile. Non ho un solo cd o dvd e ho il 10 per cento dei libri che avevo una volta. È un bel salto rispetto alla vita che facevo alla fine degli anni 90, quando, pieno di soldi per la vendita di una start up su Internet, avevo una gigantesca casa piena zeppa di sciocchezze – aggeggi elettronici, elettrodomestici, gadget e automobili. In qualche modo tutta quella roba ha finito con l’essere padrona della mia vita; le cose che consumavo sono arrivate a consumarmi. Il mio caso è insolito (non tutti si ritrovano ricchi grazie a Internet prima dei trent’anni) ma il mio rapporto con le cose materiali non lo è. Viviamo in un mondo di oggetti in eccesso, di scatoloni di cartone dove stiparle e di occasioni di shopping online 24 ore su 24. A ogni livello sociale le persone possono sommergersi di prodotti e lo fanno. 
Non c’è un solo segnale che qualcuna di queste cose abbia reso chicchessia in qualche misura più 
felice; in realtà sembrerebbe vero proprio il contrario.» 

Graham HILL, Vivo al minimo, “la Repubblica” del 13 marzo 2013

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sulle seguenti questioni: 

  • quali sono i pregi e i limiti di una società fondata sulla “crescita economica” e sul consumo? 
  • quali sono i comportamenti giovanili di fronte ai modelli di consumo? 
  • quale nesso intercorre fra vita, consumo e felicità?

 

III 

«Con l’avvento della rivoluzione industriale, fra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX, il
contrasto fra la posizione economica, sociale e politica di coloro che possedevano il capitale e 
organizzavano la produzione e quella dei lavoratori fece emergere, nell’ambito della struttura della 
società, due classi di maggiore importanza: la classe padronale e la classe lavoratrice. […] 
Dall’analisi di questa situazione scaturì la dottrina marxista, che la interpretò sulla base di 
considerazioni esprimenti la concezione materialistica della storia. […] Dalla fine del sec. XIX ai 
nostri giorni il processo di evoluzione del capitalismo ha portato al superamento del paradigma 
dualistico e alla formazione di una struttura sociale articolata e complessa, entro la quale si possono individuare vari strati sociali in rapporto alla professione, alla cultura, al reddito, al patrimonio. Le singole posizioni sono sempre meno correlate al rapporto in cui ciascuno si trova rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione, e tendono ad accompagnarsi sempre più alle capacità personali, naturali o acquisite, di ciascun individuo. La distanza fra i massimi e i minimi di tali posizioni ha la tendenza a ridursi gradualmente e, in corrispondenza, la mobilità sociale tende ad accrescersi. A ridurre le sperequazioni sociali, oltre all’evoluzione spontanea del capitalismo, legata al progresso tecnico e agli spostamenti delle occupazioni in conseguenza dell’aumento dei redditi, hanno contribuito altri fattori, quali la contrattazione collettiva, la legislazione sociale, le assicurazioni obbligatorie, la politica fiscale, la diffusione dell’istruzione, ecc.» 

Giuseppe DE RITA, Art. CLASSE, in Enciclopedia Filosofica Bompiani, III, RCS Quotidiani, 
Milano 2010 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e si soffermi, in 
particolare, sui seguenti punti: 

  • struttura sociale e classi; 
  • evoluzione del capitalismo e modificazioni della struttura sociale; 
  • classi e strati sociali; 
  • principali dottrine sociali. Pag. 3/3 Sessione ordinaria 2013

 

IV 

«Nel mondo contemporaneo c’è una forte richiesta di multiculturalismo. È un concetto 
abbondantemente citato in sede di elaborazione delle politiche sociali, culturali e politiche, 
specialmente in Europa occidentale e in America. Non è sorprendente, considerando che l’incremento dei contatti e delle interazioni globali, e in particolare dei movimenti migratori di massa, ha portato pratiche diverse di differenti culture a vivere una accanto all’altra. L’esortazione ad “amare il prossimo” è accettata in modo generalizzato quando il prossimo conduce, in linea di massima, il tuo stesso genere di vita […], ma per amare il prossimo tuo ora bisogna interessarsi ai diversissimi stili praticati da chi ci vive accanto.» 

Amartya K. SEN, Identità e violenza, Laterza, Roma-Bari 2008 [ed. originale 2006] 

Il candidato discuta il tema del multiculturalismo proposto nel passo citato, facendo riferimento ai 
movimenti migratori di massa, alle politiche di accoglienza dei vari stati ed all’azione della scuola 
italiana per affrontare le problematiche della diversità. 

 

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Durata massima della prova: 6 ore. 
È consentito l’uso del dizionario di italiano. 
È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana. 
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.