Complessità e sperimentazione didattica

Lezioni sulla complessità a cura di Stefania Stefanini e Francesco Colaianni docenti di scienze sociali e filosofia presso Istituto A. Pieralli - Perugia

sommario: la complessità | sperimentazione didattica | sistemi e modelli

 

 

Complessità e sperimentazione didattica

 

Problemi di organizzazione
Stefania Stefanini 
 
APPUNTI
 
Nel precedente intervento su “Sistemi – modelli – reti “ propongo  un piccolo contributo per la programmazione di alcune lezioni frontali sulla complessità e cerco di evidenziare la funzione scientifica e culturale del modello e l’importanza delle reti come sistemi di relazione per una “democrazia emergente”( da Joi Ito) .
In questa seconda sezione, applico l’idea di nodi, rete e modello alla complessità della sperimentazione didattica e ripercorro la storia   dell’Indirizzo delle Scienze Sociali per affermare con forza che  i tanti Licei  che ora sono come “terminali staccati di una macchina centrale non più funzionante”( da A. M. Ajello ), devono organizzarsi sia in una Rete di istituzioni scolastiche dai  nodi forti e significativi sia in una Associazione disciplinare e  di formazione, dai legami agili e flessibili;nell’ottica di una comunità dialogica  di  istituti scolastici, docenti- ricercatori e cultori delle scienze sociali e umane che condividono un modello di scuola autonoma, valido anche in ambiti  educativi e formativi diversi dai LSS.
Infine evidenzio alcune questioni che per le loro implicazioni didattiche meritano di essere affrontate con rigore scientifico cosicché il teorico possa esprimersi in buone pratiche sperimentali e non in semplici e sterili cambiamenti.  
 
 
Identità e storia del Liceo Scienze Sociali
continuità e innovazione 
 

LA SPERIMENTAZIONE

Il decreto interministeriale del 10- 03- 1997 abolisce l’Istituto Magistrale e prevede nell’art. 3 la definizione di un nuovo indirizzo.
Nel 1998/99 (DM 251- maggio ’99 ) inizia la sperimentazione dell’Indirizzo delle Scienze Sociali come primo laboratorio dell’applicazione delle disposizioni transitorie della legge dell’Autonomia, L.59/1997 art.21, applicata dalle istituzioni scolastiche a decorrere dal 1° sett. 2000.
Già vigente in: Inghilterra 1998, Francia 1975 -1989, Spagna 1985-1995, Svezia 1985-1991… 
 
Si passa dalla logica del programma alla logica della costruzione del curricolo
 
Art.4 Autonomia didattica, flessibilità organizzativa /art.7 reti di scuole/ Art.8 definizione dei curricoli
      significa gestire in modo nuovo la programmazione collegiale e di classe secondo il principio della responsabilità diffusa
(dal punto di vista normativo la programmazione diventa momento strutturale dell’azione didattica con il DPR 31 maggio 1974,n.416 - il primo dei Decreti Delegati)   
     
  La costruzione del curricolo implica la definizione chiara e coerente del profilo formativo di tipo liceale dell’alunno in uscita dal LSS: conoscenze - competenze parziali e conclusive/ disciplinari e trasversali della struttura epistemologica 
  • asse storico –antropologico
  • dimensione scientifica all’approccio per problemi del nucleo dei saperi fondanti  
 Nell’ottobre del ’99 si costituisce il Gruppo di lavoro per l’Indirizzo delle Scienze Sociali composto in buona parte da esperti che portano avanti da più di venti anni un lavoro di ricerca culturale sulle discipline afferenti all’area delle scienze umane e sociali
che elabora il documento
 
“L’Indirizzo di scienze sociali – Il profilo formativo e gli assi culturali” Roma 7 febbraio 2000”.
 
 
GLI SCENARI
 
  • Gli indirizzi di politica scolastica della Commissione Europea 
Nel Libro Bianco su Istruzione e Formazione 1995 la Commissione Europea individua alcune necessità:
  • necessità di integrazione fra tutti i sistemi scolastici europei e validità europea dei titoli di studio
  • necessità di dar vita a sistemi formativi integrati: università, scuole, centri per l’impiego ,imprese, enti territoriali, associazioni di categoria…
  • necessità di una formazione iniziale solida (apprendimento di almeno tre lingue comunitarie) e formazione permanente
  • necessità di stabilire standard di prestazione e di certificazione delle competenze  
  • Il nuovo Esame di Stato Berlinguer 1997/98-   
  • esame attualmente condotto dai docenti curricolari alla sola presenza di un presidente esterno.( in origine, con le commissioni”miste” l’esame era momento di confronto e auto-valutazione dei curricoli delle singole scuole )
  •  Accordo per il lavoro (Patto sociale del 1993 e Patto di Natale 1996)
  •  I sindacati lavorano insieme ai settori produttivi per individuare i profili delle nuove figure professionali-base descritti in termini di competenze culturali, specifiche e trasversali ( saper lavorare in gruppo, saper assumere responsabilità, acquisire autonomia, comprendere i processi, contestualizzare l’esperienza)
  • Il Sistema Formativo Integrato (L. 196/97 accordo Stato /Regioni) 
  • L.9/99, Obbligo scolastico 
  • L.30/2000, RIORDINO DEI CICLI – collocazione LSS nell’ambito scientifico
 
 
IL DIBATTITO CULTURALE
  • La prospettiva dell’educazione “ per tutta la vita”
  • Il recupero delle risorse umane ( il problema della dispersione scolastica)
  • Il tema delle competenze
  • La riflessione sui nuclei fondanti  e i saperi essenziali

“I contenuti essenziali per la formazione di base” marzo 1988 Commissione dei Saggi

  • Le epistemologie costruttivistiche e la teoria delle intelligenze multiple
  • Le teoria della complessità
  • L’internazionalizzazione del mondo del lavoro
  • La multiculturalità
  • I nuovi linguaggi.
 
ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL LICEO SCIENZE SOCIALI
 
      Il LSS
  • ha per oggetto di studio l’uomo e la società complessa
  • riflette su una delle massime provocazioni del nostro tempo : la complessità 
  • tiene conto dei principi contenuti nel Art.21, L. 59/99 – AUTONOMIA delle istituzioni scolastiche (legge che ha lunghi tempi di riflessione : il primo ddl sull’Autonomia si deve al ministro Galloni nel 1988)
  • ha un modello organizzativo leggero e funzionale
    •  asse culturale,  ordinamenti, profilo formativo, mappa delle competenze d’Indirizzo
    • vengono definiti a livello nazionale
    • si prevede una verifica esterna del raggiungimento degli obiettivi
    • si istituiscono le reti fra scuole per il monitoraggio della sperimentazione e le Scuole Polo  
  • rivisita i programmi Brocca
    • dagli obiettivi formativi alle competenze (certificazione e port-folio)
    • dall’enciclopedismo  alle 30 ore settimanali
    • dall’ area di progetto allo stage  
  • vuole essere espressione di una nuova licealità
    • l’operatività coniugata ad uno studio approfondito e mirato  
  • sperimenta una revisione dei saperi
    • in collaborazione con l’Università 
  • costruisce i programmi sui saperi essenziali
    • monte orario biennale/triennale, si ragiona non più per “ore” di insegnamento a orario settimanale fisso  
  • prevede l’integrazione dei contenuti disciplinari
    • ore di compresenza e lavoro integrato tra docenti
    • attraverso un approccio reticolare/ sistemico
  • prevede l’insegnamento della multimedialità  
  • prevede stage formativi come risorsa per un sistema scolastico integrato

La L. 122/97 Pacchetto Treu

  • crea le condizioni per un sistema integrato e indica la possibilità di fare stage e tirocinii di formazione e di  orientamento.
  • adotta un modello organizzativo e curricolare flessibile
    • organizzazione modulare
    • orientamento non “ a cascata” ma” radiale”
    • sistema dei crediti formativi
  • suddivide il quadro orario in “area di equivalenza e di indirizzo” ( 28 ore) e “committenza locale”  o “area di integrazione” ( 2 ore )  
  • opera per una integrazione con il territorio.
 
SPERIMENTAZIONE E RIFORMA  
  • Abrogazione della L.30/2000
  • Legge n. 3/2001 di riforma del Titolo V
  • Nel 2001 la sperimentazione viene”congelata” , non è più riconosciuta la funzione delle scuole polo
  • La finanziaria del 2002 elimina l’organico funzionale
  • Riforma Moratti L.53/ 2003
  • Associazione” Le scienze sociali in classe” Fe,marzo 2003
  • Seminario di studi.”Sperimentazione e  Riforma”, Fiuggi 2004
  • Schema di decreto sul secondo ciclo. Gli OSA e il LICEO delle SCIENE UMANE , febbraio 2005
  • 14/10/2005 approvazione Decreti legislativi relativi alla riforma della scuola   
 
ELEMENTI DI RIFLESSIONE
 
 Credo che da questa breve e non certo esaustiva “panoramica storica” emergano  elementi di riflessione e nodi problematici che necessitano di momenti di formazione/confronto tali che l’agito, conseguente al teorico, produca veramente buone pratiche.
 
 
Temi per uno studio/confronto 
  1. la teoria del curricolo quale elemento fondante dell’idea di Autonomia
    • Come si costruisce un curricolo?
  2. approccio al modello teorico delle competenze 
esiste una evidente polisemia del termine competenza . approccio basato :
  • sulle attitudini  -  assimila il termine a quello di capacità
  • sui saperi -  legge competenza come “saperi messi in atto”
  • sui “saper –fare”-  definisce competenza come un saper fare operazionale valido
  • sui saperi, saper fare e saper essere - come insieme strutturato di conoscenze, abilità ed atteggiamenti necessari per l’ efficace svolgimento di un compito lavorativo
  • sui comportamenti/saper-essere - strettamente legato alla personalità dell’individuo (saper essere!). In questo caso la competenza è resa tale da alcune disposizioni personali, motivazionali…
  • sulle competenze cognitive -  in questo caso la competenza viene rappresentata come la capacità generativa di risolvere un problema nuovo in un dato contesto
(Da Le competenze di base degli adulti - Quaderni Le Monnier n. 96- Roma 2001)
Cosa intendiamo per competenze? Come valutarle? E’ possibile certificarle?  
  1. integrazione disciplinare  
 L’idea di incontro tra discipline è a più livelli
  • pluridisciplinarietà come scambio di dati e informazioni tra saperi diversi
  • interdisciplinarietà come comunicazione e integrazione tra contenuti e metodi di saperi diversi
  • trandisciplinarietà come nuova forma di sapere. Valorizza le conoscenze delle singole discipline che, alimentandosi le una dalle altre, riescono a dare una visione del mondo che singolarmente con la loro parzialità non avrebbe mai potuto raggiungere.
Cosa tentiamo di praticare a scuola?    
  1. sistema di valutazione 
 Il sistema scolastico, così  decentrato, necessita di un meccanismo di controllo.
 Uno degli effetti della  burocrazia di controllo sulla qualità dell’ insegnamento potrebbe essere quello che viene definito”teaching to test”.Nei paesi come la Gran Bretagna, dove vengono effettuati controlli periodici del sistema, l’insegnamento viene a conformarsi alla struttura dei test ed i programmi stessi subiscono modifiche e/o amputazioni a seconda di ciò che viene richiesto dal centro. Esiste tuttavia la necessità di pratiche per la validazione e valutazione dei percosi formativi.
Quali sono i meccanismi da mettere in atto?  
  1. azioni di supporto all’autonomia  
il nuovo contesto normativo (dalla legge n. 59/1997 alla Legge Costituzionale n. 3/2001) segna il passaggio dallo stato “gestore” allo stato “regolatore” e sposta l’asse del sistema di istruzione e di formazione dalla verticalità delle procedure di gestione alla orizzontalità dell’organizzazione della scuola in relazione con il territorio. Ne scaturisce un nuovo modello di governance locale dove però la scuola non può perdere la sua centralità formativa.
Come fare per evitare di essere esecutori di progetti che talvolta hanno poco a che fare con la natura stessa della scuola?  
  1. innovazione e cambiamento 
cambiare il quadro orario con altre discipline, introdurre progetti e inventare nuovi corsi non è sperimentare, è semplicemente cambiare.
L’attività sperimentale è un itinerario di innovazione che si distingue dai comuni tipi di cambiamento per il suo rigore scientifico.
 
Un percorso è sperimentale quando la pratica diviene la traduzione di un discorso teoricamente ben definito.
 
STEFANIA STEFANINI